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giovedì 29 luglio 2021

Grande lirica al Castello di Levizzano (Modena) con la "Cavalleria rusticana" realizzata da Belcanto Italiano

Locandina di "Cavalleria rusticana" con Belcanto Italiano - Castelvetro di Modena, 31 luglio 2021

Torna la grande lirica nel modenese grazie all'Assessorato alla Cultura e al Sindaco di Castelvetro di Modena, promotori del progetto dell'Accademia Nazionale di Belcanto Italiano che metterà in scena la celebre opera - breve, ma molto intensa - "Cavalleria Rusticana" di Pietro Mascagni.
L'appuntamento, reso possibile dal patrocinio del Comune di Castelvetro di Modena, è per sabato 31 luglio, alle ore 20.45, nella splendida scenografia naturale della corte del Castello di Levizzano.
L'allestimento, che sarà eseguito in forma di selezione, è frutto della cooperazione internazionale di due Accademie, della collaborazione tra allievi e docenti, della voglia di perfezionarsi, e della gioia di dare vita, ancora una volta, a personaggi forti e passionali.
Una scommessa contro il tempo, tra le mille difficoltà tipiche dell'età del Covid, oggi vinta grazie alla volontà di tutti, e pronta a dare un segnale di ripresa e di speranza sulle ali della musica di Mascagni, nel bellissimo territorio emiliano che si distende tra le colline del Lambrusco Grasparossa. Riecheggeranno così, durante la rappresentazione, le celebri note del brindisi "Viva il vino spumeggiante", perfette per descrivere la natura dell'eccellente vino del territorio.

Gli interpreti della serata sono: Monica Conesa (Santuzza), studente presso l'ISV di Philadelphia, ed al suo fianco il tenore messicano Mauricio Trejo (Turiddu), docente della medesima scuola americana; a seguire la sezione dell'Accademia Belcanto Italiano che ha due sedi, una ad Alessandria e l'altra a Castelvetro di Modena, rappresentata da Emanuela La Porta (Lola), Manuela Rinaldi (Mamma Lucia) e Pier Zordan (Alfio); tutti saranno accompagnati e guidati dal Maestro concertatore Mattia Peli, al pianoforte, docente della medesima scuola italiana.
In questo spettacolo, come ricorda lo stesso M° Peli, "la concertazione musicale dell'opera metterà in luce due estremi in contrasto fra loro: alternerà cioè il lato intimistico dei personaggi, con momenti di grande tenerezza dal carattere quasi cameristico, al lato più intenso e bruciante della vicenda, con improvvisi squarci sinfonico-operistici, offrendo pennellate di acceso verismo. Ciò dà varietà coloristica alla musica di Mascagni e produce un potente impatto emotivo sull'ascoltatore".
Ad occuparsi della supervisione tecnico-vocale e dell'azione scenica sarà il soprano Astrea Amaduzzi, fondatrice e docente dell'Accademia Nazionale di Belcanto Italiano.
La manifestazione sarà svolta applicando tutti i protocolli di sicurezza per il Covid 19; i posti sono dunque limitati. L'ingresso è a offerta libera, ma è necessario prenotare (anche attraverso WhatsApp o telefono) presso la direzione artistica di Belcanto Italiano, al numero 347.58.53.253

domenica 5 febbraio 2012

LA DISCENDENZA BELCANTISTICA DEGLI EVIRATI CANTORI


Cercando notizie sul celebre Alessandro Moreschi (1858 - 1922), unico castrato di cui esiste registrazione, ho scoperto che era collega e amico di altri  due celebri nomi del Diciannovesimo Secolo, tra gli ultimi castrati ancora attivi al Vaticano: Domenico Mustafà e Domenico Salvatori.


Ero già a conoscenza delle registrazioni di  Alessandro Moreschi, che avevo ascoltato con un velo di sorriso e reverenziale rispetto anni or sono, subito pensando all'epoca d'oro della grande musica barocca.


Interrogandomi su quanto sia rimasto nel nostro modo di cantare di quel mondo musicale perduto, ho cercato ulteriori notizie storiche e qualche documento audio. Mi sono messa così alla ricerca di tutte le tracce audio che il Moreschi aveva registrato nei primissi anni del '900 (si parla di 17 tracce ma in genere se ne conscono soltanto 2 o 3), ed ho trovato materiale interessantissimo che presto pubblicherò.


E tra le cose scoperte questo è quanto ora evidenzio: l'umbro Domenico Mustafà, famoso Soprano, (1829 - 1912), amico e collega di Moreschi, fu celebrato per la sua estensione (2 ottave piene), la bellezza della voce, l'abilità nelle colorature e nella tecnica dell'emissione, fu compositore, corista e poi nel 1860 direttore di coro di Papa Leone XII.


Fu anche rinomato come didatta, e qui arriva il bello: fu maestro anche di un celebre Soprano: Emma Calvé (1858-1942) di cui esistono numerosissime registrazioni.


Emma Calvé prese lezioni da Domenico Mustafà nel 1892, qualche tempo prima era stata allieva di Manuel García e Mathilde Marchesi, su cui mi riprometto di scrivere mentre porterò avanti le mie ricerche.


Domenico Mustafà, elogiato per la sua intelligenza, pur essendo Direttore perpetuo della Cappella Sistina decise di ritirarsi nel 1902 nominando Lorenzo Perosi suo discendente.


Le conclusioni di questo mio post arrivano a un punto logico: ascoltando non solo Moreschi ma anche le registrazioni dei cantanti dei primissimi anni del '900 si puo' affermare senz'ombra di dubbio che quando compositori come Bellini, Rossini, Donizetti e perfino Mascagni, (da che mi par di sentire sempre eseguito con OBBLIGO DI TRUCULENZA E SFORZO perché "verista"), non erano eseguiti come siamo abituati ad ascoltarli oggi, con necessità di urlo e spinta, ed essi stessi quando scrivevano le loro partiture, avevano in mente una tecnica e un'emissione completamente diverse da come siamo abituati oggi a intenderle in certi ambienti.


Rimane l'interrogativo che porgo a chi vorrà leggere il mio testo: cosa è rimasto nel nostro modo di cantare il repertorio ottocentesco di quel mondo musicale perduto?



1920: Emma Calvé, a 62 anni, ha registrato la Barcarolle di Offenbach 




Astrea Amaduzzi