domenica 8 gennaio 2012

Tosi - Opinini de' Cantori Antichi e Moderni

Ecco un nuovo regalo per i nostri lettori: si tratta del libro Opinioni de' Cantori Antichi e e Moderni del 1723



Stavolta per mancanza di tempo, ci appoggiamo all'Enciclopedia TRECCANI (online) di cui sono da sempre un'ammiratrice. Ne riporto fedelmente il testo:
"Tósi, Pier Francesco. - Musicista (Bologna 1654 circa - Faenza 1732). Studiò con suo padre, Giuseppe Felice (n. Bologna 1630 circa); fu celebre virtuoso e maestro di canto; nel 1692 si stabilì a Londra, poi (1705-11) fu compositore di corte a Vienna. Tornò in seguito a Londra, ove rimase fino al 1727. Compose un oratorio e molte cantate e lasciò un volume di osservazioni e memorie sull'arte del canto."


Certamente la TRECCANI ONLINE non ci dice un fatto di fondamentale importanza: che Tosi era un evirato cantore. Il titolo completo del libro poi ci da un altro indizio: "Opinione de' cantori antichi e moderni, o sieno osservazioni sopra il canto figurato, pubblicata a Bologna, per Lelio della Volpe, nel 1723"-


Il canto figurato ci da un'importante notizia: che Tosi ha sentito l'esigenza di spiegare ai suoi contemporanei quale fosse la tecnica per eseguire il canto sulle figure o figurazioni, ossia per i passaggi ricchi di varietà ritmica e melodica. 


Nei prossimi giorni ci occuperemo anche della definizione e spiegazione piu' esatta del termine "canto figurato".


Cordialmente, Astrea Amaduzzi 



domenica 1 gennaio 2012

ORE DI STUDIO DEL CANTO NEI TEMPI ANTICHI E MODERNI

Giovanni Andrea Angelini Bontempi, sul quale facilmente si troveranno notizie in rete fu un evirato cantore che non sviluppo' la sua voce come i famosissimi colleghi castrati del suo tempo. Nacque nel 1625, e a settant'anni scrive l'"HISTORIA MUSICA" che, tramite Google Libri, Arteconvivio Italia mette a disposizione dei nostri lettori nella propria biblioteca on line.


In questa pubblicazione, a pag.170 (190 del PDF), viene trovato un brano celeberrimo per essere trascritto anche in molti testi usati in conservatorio: si tratta della descrizione di una giornata - tipo di uno studente di canto.


Non riportiamo ora la citazione, ma citiamo i tempi di studio:


"un’ora nel cantar cose difficili e malagevoli per l'acquisto dell’esperienza."


"Un’altra nell’esercizio del trillo."
"Un’altra in quello de’ passaggi."
"Un’altra negli studi delle lettere"
"un’altra agli ammaestramenti ed esercizi del canto"


Dopo il mezzodì:
"mezz’ora negli ammaestramenti appartenenti alla teorica"
"un’altra mezz’ora nel contrappunto sopra il canto fermo"
"un’ora nel ricevere e mettere in opera i documenti del contrappunto"[esercizi scritti]
"un’altra negli studi delle lettere"
"il rimanente del giorno nell’esercitarsi nel suono del clavicembalo, nella composizione di qualche salmo o mottetto, o canzonetta, o altra sorta di cantilena secondo il proprio genio."


Se ci concentriamo sull'analisi dei tempi diventa evidente un fatto molto interessante che trovo giusto e utile anche per esperienza personale: lo studio del canto è fatto di ore di pratica, che però non devono essere esagerate .


Le corde vocali infatti, sono rivestite da una mucosa che, per errata impostazione (come per esempio il famoso "canto di fibra") o per uso prolungato è all'origine dei famosi "NODULI ALLE CORDE VOCALI".


Tornando al testo preso in analisi, le ore di studio pratico del canto sono in tutto circa tre, ma tolti gli interventi del Maestro, sempre presente con il suo orecchio vigile, introduzioni alle arie, risposte dei fraseggi, cambi tra un brano e l'altro, a seconda dei casi, diventano 2 / 2,30 al massimo.


Questa considerazione dovrebbe essere di monito per i cantanti che sostengono che "scaldare" la voce un'ora o un'ora e mezza per poi proseguire due o tre ore di studio di arie e simili, non è soltanto faticoso, ma anche dannoso.


Io stessa, prima di recite teatrali ho potuto osservare miei colleghi cantare a squarciagola per ore ed ore per arrivare poi vocalmente stanchi alla recita.


Meditate, allievi di canto, meditate...


Astrea Amaduzzi