lunedì 3 giugno 2019

La vocalità del tenore Fernando De Lucia, tra incisioni e recensioni dell'epoca

Cari amici di Belcanto Italiano, in questo articolo viaggeremo alla scoperta della vocalità del tenore di grazia napoletano Fernando De Lucia, confrontando incisioni e recensioni dell'epoca.

De Lucia mentre ascolta un disco da grammofono (probabilmente a Milano)
-Infatti, un artista che canti sempre forte potrà impressionare inizialmente, ma alla fine non farà che contrariare le orecchie, mentre chi è in grado di usare la "mezza voce" giudiziosamente, passando dal "piano" al "forte", otterrà un doppio effetto, e la voce sembrerà più robusta di quanto non sia in realtà.-

"In fact, an artist who always sings loudly will impress at first, but he will eventually displease the ears, while one who can use the "mezza voce" judiciously, passing from "piano" to "forte", will obtain a double effect, and the voice will seem more robust than it is in reality."

(Vincenzo De Giorgio - "Canto e Cantanti", Napoli, Tipo Ruggiani, 1891)


La carriera di De Lucia, durata oltre vent'anni, comprende un repertorio di ben 40 opere debuttate.
Inoltre De Lucia ha inciso un numero impressionante di dischi per l'epoca, in totale ben quattrocento dischi !!!


1. I turchi in Ortona - Ortona a Mare, 7 maggio? 1884
2. Mefistofele - Napoli, 20 dicembre 1884
3. Faust - Napoli, 9 marzo 1885
4. La traviata - Bologna, 27 ottobre 1885
5. Dinorah - Bologna, 24 novembre 1885
6. Mignon - Firenze, 26 dicembre 1885
7. Margherita - Firenze, 16 gennaio 1886
8. Carmen - Firenze 11 febbraio 1886
9. Lucrezia Borgia - Buenos Aires, 11 maggio 1886
10. L'ebrea (Leopoldo) - Buenos Aires, 26 maggio 1886
11. La favorita - Buenos Aires, 17 giugno 1886
12. La Gioconda - Buenos Aires, 3 luglio 1886
13. Linda di Chamounix - Madrid, 14 dicembre 1886
14. Il barbiere di Siviglia - Madrid, 28 dicembre 1886
15. Fra Diavolo - Madrid, 31 gennaio 1887
16. L'elisir d'amore - Madrid, 29 marzo 1887
17. Don Giovanni - London, 18 giugno 1887
18. La stella del nord - Madidi, 4 gennaio 1888
19. Rigoletto - Madrid, 21 febbraio 1888
20. La sonnambula - Madrid, 25 novembre 1888
21. Semiramide - Madrid, 2 febbraio 1889
22. I promessi sposi - Madrid, 21 marzo 1888
23. Roméo et Juliette- Buenos Aires, 13 giugno 1889
24. I pescatori di perle - Napoli, 15 gennaio 1890
25. Cavalleria rusticana - Napoli, 14 gennaio 1891
26. L'amico Fritz - Roma, 31 ottobre 1891
27. I Rantzau - Firenze, 10 novembre 1892
28. Pagliacci - Napoli, 14 gennaio 1893
29. Crispino e la comare - Napoli, 20 febbraio 1893
30. Lohengrin - Napoli, 1 marzo 1893
31. Il profeta velato - Napoli 1 aprile 1893
32. Manon - Madrid, 23 febbraio 1895
33. Silvano - Milano, 25 marzo 1895
34. La navarrese - Milano, 6 febbraio 1896
35. La bohème - Napoli, 14 marzo 1896
36. Werther - Buenos Aires, 17 luglio 1897
37. Iris - Roma, 22 novembre 1898
38. Fedora - Lisboa, 13 febbraio 1900
39. Tosca - London, 12 luglio 1900
40. Vita bretone - Napoli, 14 marzo 1905

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A Napoli, il 10 aprile 1897, l'egregio professore Achemenide De Giorgio scriveva tra l'altro in merito al De Lucia :
"Fernando de Lucia non ha fibra che non senta la triplice legge dell'armonia, della melodia e dall'azione, o che non dipinga i minimi suoi pensieri. Devoto alla passione che l'anima, s'impicciolisce e s'ingrandisce a suo talento; è a suo talento monarca o schiavo, patrizio o plebeo, misero o fortunato. Fremere, trepidare, dolersi artificiosamente, minacciare e gioire sono cose che tutti tentano e tutti fanno; ma in Fernando De Lucia sono vere e gagliarde sensazioni non ripetute oggi nella forma stessa e con lo stesso piglio del giorno innanzi. (...) Sono quindi sempre nuovi i modi usati dal De Lucia, come li detta la natura, come li rapisce l'occasione. (...) Le immagini d'una stessa passione sono infinite, perché infiniti sono i luoghi, i tempi e i modi, onde ci si è agitata in petto. Chi ha dunque la capacità, come De Lucia, di riprodurre in sè un affetto, consapevole d'ogni sua forma, lo dipinge in mille maniere atteggiato, senza mai tradirne la natura. (...) Il vero focolaio poi del suo talento è una sensibilità squisita; l'arte sua concepisce, il suo cuore parla ed agisce.
Ed il suo canto?...
Come la poesia è la musica del pensiero, il canto del De Lucia è la vera musica della parola. La sua voce ha la plasticità, che Stefano Arago attribuisce alla Dorus Gras. (...) Passa dalla voce di petto a quella di testa senza il minimo sforzo, non canta mai in falsetti, ma squilla la sua voce come l'oro e la fa oscillare come l'argento."

Fernando De Lucia su IL TEATRO ILLUSTRATO, aprile 1889




Fernando De Lucia in Gioconda al San Carlo di Napoli il 20 dicembre 1890. Tratto da: Michele Uda, “Arte e Artisti”, vol. 2º, stabilimento tipografico Pierro e Veraldi. Napoli, 1900
 
 
Fernando De Lucia nell’Amico Fritz, alla Pergola di Firenze, dicembre 1891. Resoconto del critico-compositore Girolamo Alessandro Biaggi pubblicato per Il Teatro Illustrato del gennaio 1892. È tra le prime rappresentazioni dell’opera e i tenori celebri che si alternavano nelle prime esecuzioni erano Roberto Stagno e Fernando De Lucia. L’opera ebbe successo clamoroso soprattutto grazie alle straordinarie voci di Gemma Bellincioni, Hericlea Darclée, Fernando De Lucia, Roberto Stagno e Mario Ancona. Si noti il parallelo instaurato dal critico (il quale in gioventù ebbe la fortuna di udire tra gli altri anche Adolphe Nourrit) tra la vocalità di De Lucia e quella dei tenori della prima metà del XIX secolo uditi dal recensore. Viene addirittura menzionato il nome di Giovanni Basadonna, tenore napoletano dotato di voce scura e forte nato nel 1806, allievo di Andrea Nozzari e attivo ancora nel 1851.

 

De Lucia, ritorna a Londra nel maggio 1892, dove canterà per la prima volta al Covente Garden, in Cavalleria rusticana e L'amico Fritz, entrambi con il soprano Emma Calvé.
Tale era l'interesse a Londra per le nuove opere di Mascagni, che la regina Vittoria ordinò per il 2 luglio, uno speciale concerto privato al castello di Windsor, in cui De Lucia ed Emma Calvé cantarono e recitarono in alcune scene di Cavalleria e Amico Fritz, accompagnati al pianoforte da Francesco Paolo Tosti.
Nello stesso giorno la regina Vittoria annotava nel suo diario:
"Abbiamo avuto un intrattenimento meraviglioso. La nuova cantante Mlle Calvé, di cui mi hanno parlato tanto Tosti e molti altri, cantò con un certo Signor De Lucia, che canta spesso con lei. Tosti li accompagnò al pianoforte. Hanno iniziato con il bellissimo duetto delle ciliege dall'Amico Fritz. Siamo rimasti subito incantati dalla voce piena, ricca e commovente della Calvé e dalla sua maniera meravigliosa di cantare senza qualsiasi sforzo. (...) Mi ha chiesto il permesso di 'faire quelques gestes', nel duetto della Cavalleria, fra Santuzza e Turiddu, permesso che ho concesso volentieri."

La celebre scrittrice e giornalista Matilde Serao si compiacque di scrivere moltissimo di lui, ed a conclusione di un articolo pubblicato su "Il Mattino" il 1-2 febbraio 1914 che fu inviato a De Lucia dalla stessa Serao, con un biglietto da visita di presentazione, si legge :

"In una di queste sere del cadente Gennaio la nostra speranza è diventata una realtà; interrompendo il lungo, volontario silenzio, Fernando De Lucia è riapparso innanzi al pubblico napoletano e nei teatri gremiti di una folla tacita, attenta, che non voleva perdere un solo suono, quella voce ove l'espressione, anima del canto, palpita sovrana, ha destato gli echi sopiti del nostro cuore: di nuovo, di nuovo, noi abbiamo udito dell'amore, della passione, delle lacrime, nel canto di nuovo il canto ci ha fatto ricordare, sognare, fremere, come, da tempo, no più, non mai. Ed ancora una volta l'arte di De Lucia ci ha detto questa parola di verità: solo chi sente e solo chi esprime è un artista." (segue la firma M.S.)

In un catalogo della Phonotype De Lucia veniva così presentato:
"Fernando De Lucia, il maestro insuperabile del bel canto italiano, nacque a Napoli, ed all'età di 14 anni entrò nel Conservatorio di S. Pietro a Majella per studiarvi il contrabbasso; divenendo in breve concertista. A 19 anni il maestro Quercia, udendolo canticchiare, fu così impressionato dalla facilità e bellezza della voce, che lo indusse a studiare il canto; vi si dedicò il De Lucia, con fervida passione, progredendo con impressionante rapidità (...)"
Libretto di sessanta pagine con i giudizi della stampa riguardo le prestazioni di Fernando De Lucia alla Scala e a Madrid. Capriolo e Massimino Tipografi, Milano 1895
Nel libricino intitolato "Fernando De Lucia - a Madrid ed a Milano - Giudizi della Stampa" troviamo delle interessanti recensioni su De Lucia, raccolte dal noto drammaturgo, librettista e critico musicale italiano Carlo D'Ormeville (che scrisse libretti per opere di Gomes, Marchetti, Ponchielli e Catalani, e fu condirettore del Teatro San Carlo di Napoli dal 1879 al 1885, e del Teatro Regio di Torino dal 1891 al 1895). Ne abbiamo selezionate alcune in particolare che ci parlano da sole del tipo di vocalità di De Lucia :

A Madrid, Teatro Real, gennaio-febbraio 1895

CAVALLERIA RUSTICANA
Il Turiddu creato da Fernando De Lucia ecclissò tutti gli altri finora concepiti. – Non è possibile cantare con maggior espressione e magistero, nè caratterizzare con più tipica perfezione il seduttore di Santuzza.
Non vi fu episodio della sua parte che non sia stato calorosamente applaudito, nè che potesse esser messo in rilievo con maggior espressione e con maggior gusto. – Costretto a ripetere la serenata il successo crebbe alla scena con Santuzza – disse ammirevolmente il brindisi e nell' "Addio" risultò superiore ad ogni elogio. (El Resumen)

Il preludio fu fatto ripetere ad acclamazioni unanimi ed il maestro ed il celebre tenore De Lucia furono acclamatissimi. –
De Lucia meritò i primi onori della serata. Dalla Siciliana, detta con dolcezza ed efficacia alle finali frasi di disperazione dell' "addio", il pubblico non cessò un momento dall'acclamarlo.
Cantò magistralmente il duetto. E' la migliore edizione della "Cavalleria" che si sia udita finora fra noi, come è l'opera in cui al De Lucia è più dato di emergere.
Il duettino col baritono fu detto con grande verità drammatica senza trascendere in eccessi d'odio e di collera che guastano sempre. Cantò con eleganza e sobrietà il brindisi. (El Nacional)

De Lucia caratterizzò ammirabilmente il tipo di Turiddu, cantò con passione, con delicatezza e con gusto tanto che ad unanime giudizio de' più intelligenti fu innalzato fra i più celebri cantanti creatori. (La Epoca)

De Lucia cantà la "Siciliana" con affascinante espressione. Il pubblico ne fu inebbriato e ne volle la replica, e De Lucia la seconda volta la cantò ancor più squisitamente della prima.
De Lucia fece un passo gigantesco in carriera, dal modo come cantò e interpretò la "Cavalleria" al Reale tre o quattro anni fa ad ora v'è una differenza notevolissima in favore del cantante e dell'attore. La "Siciliana", il "duo", il brindisi, e l' "addio" furono accentati in modo incomparabile. L' "addio" fu detto con tanta commovente espressione che fu evocato più volte alla ribalta. (La Iberia)
Il trionfo più completo della serata fu pel tenore De Lucia. Come attore sta all'altezza della signora Calvè, come cantante ha superato trionfalmente tutte le difficoltà vocali dell'ardita sua parte, spiegando doti di stile e di sentimento eccezionali. (El Heraldo de Madrid)

Il preludio con la "Siciliana" cantata dal tenore De Lucia a sipario abbassato fu applauditissimo e ripetuto. Il tenore, che cantò come mai non s'era udito, la cantò meglio della prima volta.
Il tenore De Lucia fu per tutta la serata molto imponente e molto felice in tutta la sua parte di Turiddu. (El Globo)

Quando udimmo la voce del tenore De Lucia nella "Siciliana" sentimmo ne' suoi accenti tanta passione, tanto sentimento come rare volte sentimmo profusi in questo pezzo del Mascagni. Alla sua chiusa echeggiarono fragorosi applausi che costrinsero a ripetere il pezzo.
Da questo punto all'addio alla madre fu pel De Lucia un trionfo, che lo designò come il più valente interprete che vanti l'arte nella parte di Turiddu, e questo lo affermarono anche gli amici del tenore Stagno.
Nel "duo" e nel brindisi si mantenne alla stessa altezza. In una parola il De Lucia si affermò un cantante perfetto (...) (La Justicia)

De Lucia fu come sempre il Turiddu insuperabile, l'artista appassionato che fraseggia con eleganza squisita e colorisce con gusto giusto ed efficace. Ripetè la "Siciliana"; nel "duo", nel brindisi, nell' "Addio" mostrossi il gran cantante che la fama già ha consacrato ad una serie di successi continui. (El Imparcial)

De Lucia non è soltanto il miglior Turiddu che si conosca, ma è il vero creatore di questo tipo e come tale lascia a grande distanza dietro di sè quanti finora hanno cantato questa opera.
Accentò la "Siciliana" ed il brindisi come mai non s'era udito. Nel "duo" trascinò il pubblico ad un grado elevatissimo d'entusiasmo, l'addio alla madre lo disse con espressione di sentimento toccantissimo. (El Eco Militar)

De Lucia incontestabilmente è il migliore Turiddu che si sia presentato sulle nostre scene. E' cantante fine, elegante, ispirato, per tutta la serata si mantenne all'altezza dei più grandi artisti meritandosi le più clamorose ovazioni ed essendo costretto a ripetere la serenata. (El Resumen)

De Lucia che è un Turiddu ideale, è stato ancora più grande del solito. Dotato di una voce eccezionale, possiede altresì tutte le doti di sentimento e di azione necessarie ad entrinsecare tutte le veemenze passionali di questo tipo meridionale siciliano. (El Diario del Teatro)

MEFISTOFELE
De Lucia miniò deliziosamente la romanza: "Dai campi, dai prati", e fu costretto ad accordarne il bis. Così pure dovette ripetere il quartetto del giardino.
Nell'epilogo, ad onta del vivissimo, indimenticabile ricordo di Gayarre, De Lucia strappò al pubblico una viva ovazione e fu costretto a ripetere la romanza: "Giunto sul passo estremo". (El Imparcial)

De Lucia ottenne durante tutta la serata un successo pieno e meritato. Ripetè la romanza dell'atto primo fra applausi assordanti, come non era mai successo ad alcun altro tenore. Ripetè pure il quartetto grazie alla sua cooperazione potente e finalmente la romanza ispiratissima e difficile dell'epilogo, detta con gran passione tanto che si avrebbe voluto riudirla una terza volta. (La Correspondencia de España)

De Lucia, dopo i successi conseguiti nella "Carmen", altri ne conseguì nel "Mefistofele". Disse con arte di canto così squisita la romanza del primo atto che fu costretto a ripeterla, il quartetto detto e agito da lui con "vis comica" irresistibile fu pure ripetuto, finalmente nell'epilogo ripetè pure la romanza immortalizzata a Madrid da Gayarre.
Il pubblico fece a De Lucia prolungatissime ovazioni. (La Epoca)

De Lucia cantò a fior di labbra la romanza dell'atto primo e fu costretto a ripeterla fra unanimi applausi. (El Pais)

Cantando con arte squisita ed agendo con intelligenza rara il De Lucia riuscì la colonna maestra dell'imponente spettacolo. (La Publicidad)

Il tenore De Lucia ripetè a richieste insistenti del pubblico la romanza del primo atto detta con gusto ed eleganza. – Fu anche ripetuto il quartetto e nell'epilogo ripetè la romanza cantandola la seconda volta con maggior fuoco di prima. (El Nacional)


CARMEN
Più completo successo conseguì il tenore De Lucia nel secondo atto accentuando ogni fase del dramma e colorendo ogni espressione del canto – così nella grande scena, per azione e per canto, del quarto atto. (El Imparcial)

Il tenore De Lucia spiegò tutto il fascino della sua arte di canto riscuotendo generali acclamazioni. (El Liberal)

Carmen è la sua opera prediletta ed a giusta ragione poichè la parte di Josè è quella che meglio vale a mettere in rilievo le sue attitudini di attore e le sue finezze di cantante. – Questo personaggio (...) richiede sul teatro un'artista che sia dotato di un sentimento profondo e di un'intuizione drammatica finissima. Il tenore De Lucia possiede appunto l'una e l'altra (...) Le frasi vibranti del terzo atto, l'arioso del secondo, tutta la scena finale ultima non potevano essere interpretate e rese con più giusto accento e con voce più calda. (El Diario del teatro)

De Lucia che ha un repertorio dei più estesi e variati, che ha potuto affrontare le critiche di tutti i paesi, conserva la delicatezza del suo stile di canto. (El Diario)

Poche voci si prestano a rendere tutti i dolori, tutte le frasi appassionate, tutti gli impeti di Don Josè, come quella del tenore De Lucia. E' una voce armoniosissima, piena di espressione tenera che vi fa deliziare e commuovere. (El Resumen)

Il tenore De lucia cantò stupendamente la sua parte mettendo in rilievo ogni finezza del canto e ogni episodio del dramma. (El Heraldo de Madrid)

Il tenore De Lucia diede un'interpretazione fine a tutta la parte di Don Josè, cantando con gran passione e squisita arte di canto specialmente l'arioso "il fior che un giorno m'hai gittato".
Il tenore De Lucia col lungo studio se è ora reso perfettamente padrone della propria arte. Ha fortificato il centro, ed il registro acuto per lui non ha difficoltà alcuna. (La Correspondencia de España)


GIOCONDA
Al prodigioso impiego che fece della sua voce il pubblico rispose con incessanti applausi al duetto con Barnaba, chiamandolo ripetutamente alla ribalta, facendogli ripetere la romanza: "Cielo e mar!" apprezzando la delicatezza, con cui disse il duetto con Laura, la proposta del concertato, il terzetto del quart'atto. Con questo nuovo successo l'esimio tenore ha dimostrato chiaramente che è un cantante di prim'ordine, conoscitore profondo dell'arte sua e del suo organo vocale ed un attore corretto e intelligente, che sa rendere con verità ed efficacia il proprio personaggio. (Resumen)

Indisposto il tenore Borgatti, assunse improvvisamente la parte il tenore De Lucia dopo molti mesi che non la eseguiva.
L'illustre artista interpretò in modo ammirabile tutta la parte; ma fu in particolare ammirato nella romanza del secondo atto, che dovette ripetere, con sì squisito sentimento egli seppe colorirla. (El Imparcial)

Improvvisamente e senza preparazione alcuna il tenore De Lucia si assunse la parte di Enzo nella "Gioconda". Il celebre artista cantò in modo ammirevole. Fu costretto a ripetere la romanza del secondo atto, fu ammiratissimo nella proposta del concertato del terzo atto e nelle scene finali dell'opera.
Il pubblico lo applaudì con schietto entusiasmo. (La Iberia)

Senza nessun preavviso nè preparazione, sabato sera De Lucia assunse la parte di Enzo nella "Gioconda" e tutti ad una voce in teatro ebbero ad affermare ch'egli è il migliore Enzo, che si sia udito sulle scene del Reale.
Ciò è la verità. (...)
Così anche in quest'opera De Lucia ebbe riconfermata la fama di grande musicista e di eccellente attore cantante. (El Pais)

MANON
(...) è certo che il pubblico non gli disse "addio", ma "a rivederci", perché nel suo genere De Lucia non è possibile il surrogarlo. Al duetto del primo atto disse la frase deliziosa in modo impareggiabile, il "sogno" del secondo gli procurò ovazioni frenetiche tanto che fu costretto a ripeterlo e la seconda volta lo cantò meglio della prima. Nel delizioso duetto del terzo atto divise applausi entusiastici con la signora Tetrazzini. (El Eco Militar)

Pel De Lucia non v'ha espressione d'elogio adeguata alla squisitezza di cantante, all'efficacia d'attore, con cui interpreta la parte del Des Grieux nella "Manon". Se il maestro Massenet avesse già conosciuto a fondo gli eccezionale requisiti, la flessibilissima voce, il talento del De Lucia, non avrebbe potuto scrivere una partitura più adatta a metterli in rilievo. Il De Lucia per voce, figura e portamento riuscì il vero cavaliere Des Grieux ideato dall'abate Prevost e col suo talento eccezionale di cantante seppe dar brio, colore ed efficace realtà alle ispirate melodie dello spartito. (El Resumen)

(...) il quadro del Parlatorio rinnovò l'entusiasmo per merito della Tetrazzini e del De Lucia, entusiasmo che raggiunse il massimo grado al finale dell'opera. Non è possibile contar le volte che furono evocati alla ribalti fra applausi interminabili.
De Lucia mostrossi in tutta l'opera degno di essa. Interpretò la sua difficile parte con una valentia e sentimento eccezionale, tanto che Massenet troverà difficilmente un migliore interprete della parte di Des Grieux. Così le delicatezze del sentimento come gli impeti della passione trovarono nell'artista una giusta interpretazione, tanto che si può ben affermare che De Lucia fu un collaboratore di Massenet. Le ovazioni del pubblico lo dimostrarono meglio che qualunque critica. (La Epoca)

Nel secondo atto fu applaudito il quartetto, nel "Sogno" di Des Grieux De Lucia fu meraviglioso.
Per interpretare Des Grieux non basta essere cantante, è necessario esser artista. Ora, se De lucia cantò meravigliosamente non esitiamo ad affermare che l'interprete fu pari al cantante. Turiddu è l'amante traditore, Des Grieux è l'amante leale e De Lucia ha caratterizzato l'uno e l'altro con geniale intuito di cantante e d'attore. (El Diario del teatro)

Quattro sono i tenori di primo ordine che dominano le odierne scene: il I è De Lucia, il II è De Lucia, il III è De Lucia, il IV è De Lucia.
Nella "Manon" si applaudì una romanza, che fu squisitamente cantata dal De Lucia, il tenore numero uno, due, tre e quattro. (El Nacional)

Il "sogno" procurò un legittimo trionfo a De Lucia, rinnovando l'entusiasmo alla replica, che egli fece del pezzo, eseguendolo anche meglio di prima.
"Io vivo solo del tuo amore" il grande cantante lo disse con tanto ardore di giusta passione che il pubblico proruppe in un'ovazione clamorosa. (El Tiempo)

Il signor De Lucia, bisogna riconoscerlo, ha fatto una splendida e vera creazione del cavaliere Des Grieux. (...) fu costretto a ripetere il "sogno", che disse con gusto squisito e che finì con una nota di petto di grande effetto. (El Figaro)

A De Lucia l'opera sta bene come un anello ad un dito.
Dopo Masini non v'ha alcun altro tenore che in quest'opera possa rivaleggiare con De Lucia. Egli studiò talmente la parte, le dà tanto rilievo, tanto calore, tanta efficacia che egli passò di ovazione in ovazione. (...) Se lo spazio me lo consentisse, vorrei segnalare tutte le note filate, tutte le frasi difficili dette con gusto (...) (El Pais)


Riassunto della Stagione :

(...) L'organo vocale del De Lucia è un maraviglioso strumento musicale di cui gli stessi timbri sprigionano un sentimento, così che al De Lucia è dato trovare per ciascuna passione un'espressione giusta, un rilievo efficace, un colore appropriato. Ond'è che egli è così ammirevole sotto le spoglie stratte, simboliche di Faust, come sotto quelle più veristicamente umane di Turiddue, ond'è che egli ci pare ugualmente perfetto sia che ci si presenti con l'aria romantica di Enzo, o con la turbinosa tempra drammatica di Josè, o con la nervosità cavalleresca del cavaliere ideato dall'abate Prevost. Sembra così una lira, che vibra al soffio dei più disparati sentimenti sempre con appropriata efficacia di suoni, ci sembra un'arpa eolica sempre pronta a rendersi eco fedele d'ogni concetto e d'ogni passione. (...) G. A. B.


A Milano, Teatro alla Scala, marzo-aprile 1895

SILVANO
Un'onda irruente di acclamazioni entusiastiche salì dal palcoscenico alla platea alle prime frasi dette dal celebre tenore con quella sua voce pastosa e fluente, con quel suo accento appassionato ed irresistibile. E si volle subito il bis di un brano del duetto con Matilde al primo atto, come lo si volle della romanza di Silvano al secondo. Di questa, anzi, si chiese il tris. (Gazzetta dei Teatri)

De Lucia è il tenore della grazia, l'interprete dei sentimenti spiranti gentilezza; egli canta l'amore come sapeva cantarlo Giulini: in lui rivive intera e splendida la tradizione del canto italiano, ma modificata secondo il gusto dell'arte nuova, che sostituisce al virtuosismo dell'ugola l'espressione drammatica ispirata al vero.
La bella canzone si volle riudirla una seconda volta, e per poco non venne fatto il tris. (Secolo)

Il tenore Fernando De Lucia che si presentava per la prima volta al pubblico milanese fu semplicemente delizioso. Ha voce bellissima, dal timbro caldo e vibrante, estesa, modula e fraseggia, come assai pochi cantanti ora saprebbero, canta ed accenta con gusto finissimo e con grazia perfetta. (...)
La sua voce ed il suo canto a volte pieno di forza, a volte carezzevole e dolce ed insinuante, ha entusiasmato iersera il pubblico della Scala, che ne restò deliziato.
Oh, il dolce canto del De Lucia! (Sera)

Dobbiamo dire dell'esecuzione e compiacersi di avere potuto, finalmente, udire alla Scala un tenore fine, intelligente come il signor Fernando De Lucia. Egli ha cantato squisitamente con grande dolcezza e passione. Fu dovuto al suo slancio il bis del duetto fra tenore e soprano nel primo atto, fu suo l'altro bis della canzone, ch'egli ha sospirato con delle "nuances" deliziose. Il pubblico lo ha coperto di applausi. (Sole)

Sono lieto di associare il mio, al plauso entusiastico, all'inno ammirativo cui il tenore De Lucia fu fatto segno durante la rappresentazione. (...)
La sua voce è di uno splendore sfolgorante, pastosa, fluente, colorita, ammaestrata alle più sottili raffinatezze della modulazione. L'emissione è facile, pronta, intensa; l'accentuazione sempre calda, appassionata.
Dizione limpida, figura elegante, scioltezza di portamento, disinvoltura ed efficacia di azione drammatica, sono il corollario di un cospicuo patrimonio di pregi, che devono essere argomento d'invidia per molti, e che giustificano la brillante carriera del giovane artista (...) (Perseveranza)

Il De Lucia è stato una vera àncora di salvezza. (...)
La voce facile, estesa, smagliante negli acuti; la chiarezza della dizione; il fraseggiare caloroso; la disinvoltura dell'azione hanno impressionato il pubblico; le sue mezze voci deliziose, i suoi scatti pieni di brio hanno strappato l'applauso; non si udivano che esclamazioni di ammirazione da tutti. (Italia del Popolo)

Il tenore De Lucia che ha una estensione e una potenza di voce straordinarie, dice con tanta passione la frase: "Io non ti vo' più mesta, o mio tesoro", la quale è uno dei brani musicali più felici dell'opera, che è costretto tra vere ovazioni a ripeterla.
La pagina più bella e originale dell'opera è il "notturno" del tenore: "S'è spento il sole lontano", svolta con linea fina e squisita e cantanta con grande soavità dal De Lucia. (Lombardia)

Nel primo atto anche ieri gli applausi furono per il duetto tra il protagonista e Matilde. Il De Lucia – salutato da vivi battimani al suo apparire sulla scena – rinnovò, colla sua voce straordinariamente bella e modulata con arte somma, l'entusiasmo di lunedì sera. (...) Il concertato dell'alterco impressionò anche più della prima sera, è il pezzo più drammatico e più vigorosamente concepito di tutto il primo atto.
Ed anche qui emerse il De Lucia non solo quale cantante che sa comunicare al pubblico l'emozione che lo investe, ma anche come attore di bellissima intelligenza.
Il pubblico anche qui lo festeggiò senza fine. Il De Lucia possiede il segreto di commuovere: ciò spieghi il fascino ch'egli esercita sul pubblico.
Non sappiamo quale altro artista avrebbe potuto interpretare con più verità i tratti di espressione affettuosa ad appassionata del nuovo spartito (...)
giunti alla serenata di Silvano il pubblico – deliziato da una musica schiettamente popolare e come tale scorrevolissima e di facile percezione – applaudì freneticamente e volle la replica del pezzo, gentilmente accordata dal De Lucia, che in questo punto superò sè stesso per lo splendore dell'organo vocale, per la purezza del canto e lo slancio interpretativo. (Secolo)

Egli è dei pochi che dimostrano che cosa era, che cosa dovrebbe essere il vero canto italiano.
Nella voce, nell'azione, nella passione dell'accento si rivela un temperamento ardente: quello del suo paese nativo, Napoli. E' impossibile non rimanerne soggiogati. (Perseveranza)

Ciò naturalmente, non impedisce che il canto del De Lucia innamori il pubblico e che quel "bon enfant" di Mascagni sia evocato al proscenio quanto più è possibile (...)
Il De Lucia, cantante e dicitore delizioso, sciolto, sicuro, vigoroso in tutti i registri, con mezze voci d'un vellutato irresistibile, è stato anche ieri il cooperatore massimo di Mascagni. (Commercio)


De Lucia studente al Conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli, con (a destra) un compagno di studi non identificato
De Lucia nel suo debutto in "Faust" nel 1885

De Lucia nel suo debutto in Faust nel 1885
De Lucia nei panni di Turiddu, c. 1891-92
De Lucia (Turiddu) ed Emma Calvé (Santuzza), Londra, c. 1892
De Lucia nel ruolo di Cannio nei Pagliacci di Leoncavallo, con Mario Ancona (Tonio) e Nellie Melba (Nedda) - Londra, 1893
De Lucia nel ruolo di Cannio nei Pagliacci di Leoncavallo, con Nellie Melba (Nedda) - Londra, 1893
Disegno che mostra De Lucia (come Fritz) e la Calvé (come Suzel) al Covent Garden (Punch, 4 giugno 1892)
Vignetta che mostra De Lucia, Mascagni, e Calvé al Covent Garden. (Punch, 1° luglio 1893)
Iris alla Scala, gennaio 1899. In piedi, da sinistra a destra Guglielmo Caruson, Tilde Milanesi e Fernando De Lucia. Giuseppe Tisci-Rubini è all'estrema destra.
Vignetta in Papiol (24 aprile 1902)
De Lucia, che spedì il giornale a Elvira Giommi, aveva scritto 'baci' sulla vignetta in Rastignac (29 agosto 1905)
Da sinistra a destra, Feodor Chaliapin (Basilio), De Lucia (Conte d'Almaviva), Rosina Storchio (Rosina), Antonio Pini-Corsi (Bartolo) e Titta Ruffo (Figaro) - Monte Carlo 1907
De Lucia con la sua pianista accompagnatrice ed un gruppo di allieve, circa 1916-17
De Lucia (davanti) mentre canta per una messa per i defunti, circa 1917
Gazzetta Musicale di Milano, 30 settembre 1883
"De Lucia has a beautiful voice. He sings with sentiment [and] has all the qualities [needed] to become a distinguished artist"

Piccolo, 29 gennaio 1884
...a young tenor from our Conservatory, Sig. Ferdinando De Lucia, who is truly a rare tenor, because he has a most beautiful voice and sings very well and with spirit. He took an excellent B from the chest and he reinforces the voice and shades it as, perhaps, few tenors from our greatest theatre can do.

Pungolo, 19-20 dicembre 1884 [Mefistofele, Casa Lombardi di Napoli]
...De Lucia, to whom a prodigious voice, with a phenomenal C from the chest, and skilful singing of exquisite art, promise a most successful future.

Pungolo, 17-18 marzo 1885
...we had the great aria of Vasco from "L'Africana", sung by De Lucia with a sweetness of voice, a warmth of accent and an effectiveness of expression that made one think of Gayarre. He then sighed with even greater tenderness Tost's 'Aprile'... The concert closed with Rossini's duet 'Mira la bianca luna'... The two voices [De Lucia and Ferni-Germano] blended in a delightful reverie.

Gazzetta dei Teatri, 5 novembre 1885 [Traviata, Comunale di Bologna]
...he is presented under most happy auspices. His beautiful, tuneful and ringing voice, the agreeable sonority of his high notes, and facility of expression are fully demonstrated in the congenial part of Alfredo. Here is a truly talented and praiseworthy artist, sure to have a brilliant career.

Gazzetta Musicale di Milano, 8 novembre 1885
...the voice easily encompasses a wide range of notes; the middle [ones] have a slight baritonal tendency; the high are beautiful, ringing and of the genuinely touching tenor timbre. ...De Lucia is also a capitol actor, with sentiment... that betrays his southern ardour.

Patria (Gazzetta dei Teatri), 12 novembre 1885
His voice, of "baritonal" timbre, is inherently most agreeable and inspiring and, without being overpowering, is sufficiently robust and extensive. [He] sings with much art and can execute delicate and very refined inflections and "smorzature". He sings with expression...

Vedetta (Gazzetta dei Teatri), 14 gennaio 1886 [Mignon, Pergola di Firenze]
The major success belonged to the tenor De Lucia. It was an absolute triumph. He had to repeat the two "romanzas" 'Non lacrimar' ['Addio, Mignon'] and 'Ah qual guardo strano' ['Ah! non credevi tu'] from the 3rd act and also the 'andante' of the duet with Mignon, 'La tua bell'alma alfin'. These repeats took place amid enthusiasm [which is] unsual for the Pergola and [which] was justified because De Lucia sings "admirably". He puts into his beautiful and very tender voice all the passion of his heart and communicates it to the public. His "legato" and shadings are masterly. Go and hear him...

Epoca, 21 gennaio 1887
Sr. De Lucia... sang with true "amore", the gleaming middle notes [having] a most pleasing timbre.

Imparcial, 3 febbraio 1889 [Semiramide, Real di Madrid]
The honours of the evening were genuinely due to De Lucia, who swept the audience away in the difficult "cavatina" that preceded Assur's departure. He sang it in a masterly manner, with extraordinary vigour and breath control. ...He had to repeat the third act "cavatina", and attained a new and tumultuous triumph in his singing of a very beautiful aria not previously heard in Madrid.

Censor (Gazzetta dei Teatri), 20 giugno 1889 [Il barbiere di Siviglia, Politeama di Buenos Aires]
In "Il Barbiere" De Lucia showed us clearly... the delicacy of a throat that allows him to vocalise with astonishing agility.

Patria Italiana (Gazzetta dei Teatri), 1 agosto 1889
De Lucia is of the school of Stagno, finding [his] effects in rapid changes of the voice and in very agile transitions from "mezza voce" to "falsetto", and we must agree that he has equalled the master, singing with unparalleled grace and uncommon elegance of method.

Corriere di Napoli, 16-17 gennaio 1890
...He - the tenor - is the sum of many things: a touching, fresh, most agreeable voice, incessant study, superior artistic intelligence ...and a fascinating "napoletanità" [Neapolitan nature], whereof the bewitching poetry of Mergellina and Posillipo vibrate in his heart and voice... And that sensual melliflousness is the most singular aspect of the singing.

Pungolo, 16-17 gennaio 1890
The voice has been extended and strengthened, has acquired timbre and colour and, while the exquisite art of the singer remains, the cold virtuosity of the concert has already become sentiment and, almost, passion. One could not believe one's own ears, hearing those warm, baritonal tones contrasting with the ringing top notes and the tender sighs of the middle [range]. De Lucia has finesse and with it the attack, the warmth that penetrates, and the charm that invades.

Capitan Fracassa (Occhialetto), 18 gennaio 1890
De Lucia is a phenomenon through his authority and through his vocal art, where others are phenomena through the voice. Nevertheless, his voice has sweetness, [and] exquisite finish. ...he has returned to Naples the complete artist, having robbed Gayarre, Masini, and Stagno of almost all the secrets of their art, cleverly managing the voice, always striving to obtain all the effects that he demands of his vocal organ.

Fortunio, 19 gennaio 1890
...The intonation is of marvellous perfection, the evenness of his middle notes [is] a factor in the effective and coloured diction in the recitatives...

Censor, 25 maggio 1890 [Mefistofele, Teatro de la Opera di Buenos Aires]
The theatre silently awaited the romanza 'Giunto sul passo' to judge, authoritatively, the tenor who had presented himself for the first time on the stage of the Opera. ...The outcome surpassed our expectations without reservation. Penetrating the lofty philosophical spirit that surrounds the work ...using every one of his vocal faculties, realised through extensive study, De Lucia achieved a miracle. It is impossible to sing more sweetly or vocalise more softly.

Italia, 27 maggio 1890 (apparso ugualmente in Patria Italiana)
He has very powerful outbursts, where the voice has accents [that are] now vibrantly sonorous, now very sweet, passing from one to the other with a masterly security which reveals profound study.

Roma, 17 dicembre 1890
...an artistic bee, who collects the honey from so many different flowers. ...Perhaps the artist from whom he drew most was Stagno... this year he is more exquisite in the "mezza voce", [which] merges better with the other registers.

Corriere di Napoli, 18-19 dicembre 1890 [La gioconda, San Carlo di Napoli]
The young tenor spoke to the audience with all the passion of Enzo, and with a voice which seemed to be of two, three, of ten De Lucias gathered together. To the well-known, ingratiating sweetness of the middle notes, to the touching "filature", to the caressing "smorzi", to the exuberance of an artistically expansive youth, he added last night an unexpected vocal power... in the vocal clamour of the [second act] finale [he had] secure, ringing and triumphal notes.

Occhialetto, 20 dicembre 1890
...the colossal success of Fernando De Lucia who... has truly astounded the public... through the vocal power that he has acquired, and which he demonstrated with so many high notes, always full and ringing, among which were not a few B flats. But these B flats, delivered in quantity, do not impress us, always lovers of the "bel canto" of which De Lucia is master, and we admonish him, for [the sake of] the future, not to be estranged from it. Once can always find someone to produce a B flat but one less easily finds someone who produces "voce mista" as does the young "divo". De Lucia produced it delightfully at the end of his "romanza", where he made an "acciaccatura" on the B flat that would alone justify his fame, his fee and the enthusiasm of the public.

Popolo Romano, 6 maggio 1891 [I pescatori di perle, Costanzi di Roma]
Gradually, the public was transported by the strenght and consistency of his voice ...the impassioned warmth of the phrasing ...the tenderness of diction, the facility, the ease of emission ...the fascination of the voice, of the expression, and of the gesture which are the true prerogatives of the first rank singer. Master of a beautiful voice, formidable in the middle notes and equally powerful over the entire range of the scales he can, with art and delicate mastery, make it obedient and docile and with it he can design the softest and most subtle line.

Fanfulla, 6-7 maggio 1891
Not only a victory, it was a true conquest of the public...
[He] conquered and fascinated with the extraordinary power of some notes, with the tenderness of others, with passages [sung with] skill and with admirable "smorzature", with accents and modulations which are always fitting. Rich in natural gifts, he can make them, so to speak, more polished or more resplendent with the most exacting of all arts, that which conceals art
...Sometimes, something that seems a spontaneous outburst of passion is the result of considered reflection and patient research, unfailing in effect.
For De Lucia, acting and singing are of equal importance and the one never obscures the other, nor "vice versa": but they are alloyed together, blending to support one another in turn...

Vedetta (Teatro Illustrato), dicembre 1891 [L'amico Fritz, Pergola di Firenze]
It was a succession of notes tender as virgins' sighs, sonorous as thunderclaps. At the passing of the final note, sweet as paradise, of 'La vita è amor', there was a burst of applause which moved even the artist.

Bernard Shaw, Music in London 1890-94, Vol. II, pp. 102-4 [L'amico Fritz, Covent Garden di Londra]
The [Cherry] duet ...'caught on' immensely; and there was a frantic encore a little later when Madame Calvé and Signor De Lucia finished a nember with a sudden pianissimo on a sustained high note, the effect - a favourite one with Mascagni - being that of a ravishing caterwaul.

Secolo, 11-12 novembre 1892 [I Rantzau, Pergola di Firenze]
De Lucia is always the "bel canto" tenor, for his refined subtleties, for the felicitous contrasts between vigorous sonority and delicate vocal "sfumature".
...As an actor, also, he distinguishes himself, especially in the last act.

Mattino, 18-19 dicembre 1892
...his voice [is] melodious and vibrant, such that his notes seemed like discs of gold, launched to ring magically in the resonant air...

Roma, 18 dicembre 1892
De Lucia is at the summit of Olympus, and is now a "divo". I shall no longer dispute his deification. He was equal to his most subtle intention: his art has completed the miracle. He has a stupendous "mezza voce". The passage to the high notes is easier. The low notes are not exaggerated. He is a secure and exquisite singer.

Paese, 15 gennaio 1893 [I pagliacci, San Carlo di Napoli]
His beautiful voice is of the timbre of a noble metal, melodious as the sweep of a viola, accurate, warm and coloured, full of a sweet resonance which causes sudden flickers in the emotions and rouses the stalls with a spontaneity which makes the claque superfluous: this [is a] beautiful voice, fresh and used with skill, of a tone which, even when the note is swelled and threatens to burst its banks, is well adapted to this dramatic part and depicts well enough the agony of the 1st act aria, 'Vesti la giubba'.

Pungolo, 23-24 gennaio 1893 [La favorita, San Carlo di Napoli]
The voice which he has succeded in tailoring to the dramatic inflections of "verismo" has, in "La Favorita", an impassioned sweetness of modulation which goes from the ear to the heart, and which words cannot describe. His singing is always finely chiselled. As the drama unfolds, the phrases are drawn, sculpted, warmed, and coloured with sentiment.

Mattino, 23-24 gennaio 1893 [La favorita]
...In the fourth act he gave to [Spirto gentil] a personal interpretation of delicacy and refinement that made it seem a vocal spell, in which echoed the inconsolable sadness of a broken heart, lamenting its love.

Mattino, 2-3 marzo 1893 [Lohengrin, San Carlo di Napoli]
...whoever understands the figure of the mystic Cavalier cannot but admire the loftiness with which De Lucia has felt his part and the nobility of understanding that he has brought to it. (...) And his singing was of the most delicate poetry, so sweet, so tender, verging on the dreamy. The audience has never heard such elegance

Pungolo, 10-11 marzo 1893 [Lohengrin]
De Lucia has never sung as last night, with a sweet and yet virile voice, now a light caress delighting the ear, now warm and vibrant, touching the heart. Among the many in which he is pre-eminent his interpretation of "Lohengrin" is that which brings him most honour.

Sun, 28 December 1893 [Don Giovanni, Metropolitan di New York]
Like the intelligent artist he is, De Lucia proceeded to cover his tones, put a large quantity of the vowel 'o' into them... 


Boston Daily Globe, 3 March 1894
His voice is full, vibrant and musical, and is of particularly good quality in the lower and middle register.

The Chicago critic and vocal teacher Karleton Hackett - Music, Vol. 5, April 1894, pp. 763-8 [Carmen, Auditorium di Chicago]
What was Don José? (...) It requires a man of peculiar temperament and exceptional voice; - and such a one is De Lucia. His interpretation is ideal. (...) 'Ideal', but waht sort of ideal! That of Don José as he was, as Bizet imagined him. (...)
...Perhaps the most marvellous thing in all the performance is the vocal command that is shown. De lucia's pallet is supplied with every color. He not only suits 'the word to the action, the action to the word', but for each word and action he has just the "tone quality" to express the full meaning of the sentiment.

Secolo, 26-27 marzo 1895 [Silvano, La Scala di Milano]
In this duet ['Torno, adorata mia'] resounded, for the first time at La Scala, the very beautiful voice of the tenor De Lucia.
At his first notes the entire public was moved to immediate admiration.
De Lucia, [his voice] responsive to the most delicate gradations and musical shadings, ready to produce the most varied effects, has an enviable ability to rouse his audience to enthusiasm... the famous tenor sang with his whole soul, ...The cry of 'Bis' exploded from every part of the theatre...
...De Lucia appeared ...not only as a singer of the first rank, but also full of passion as a dramatic interpreter and of superior intelligence...
De Lucia is the "tenore di grazia", the interpreter of sentiments which breathe gentleness; he sings love songs as Giuglini sang them; in him live the traditions of Italian singing, intact and splendid, but modified according to the tastes of the new art, which substitute dramatic expression, inspired by truth, for virtuosity of the throat.

G.B. Nappi, writer, composer, and one of the most influential and authoritative Italian critics of the time - Perseveranza, 26 marzo 1895
His voice is one of radiant splendour, mellow, fluent, coloured, trained to the subtlest refinements of modulation. The delivery is easy, intense, the accent always warm and impassioned. Pure diction, facility of "portamento", elegant figure, [and] ease and effectiveness of dramatic action...

Perseveranza, 28 marzo 1895
...among the few who show what was, what ought to be, the true Italian style of singing. In the voice, in the action, in his passionate accents he reveals his native Naples. It is impossible no to be enslaved.

Gazzetta Musicale di Milano, 31 marzo 1895
Signor De Lucia has a good and extended tenor voice and clean, clear, and effective delivery, and he provoked enthusiasm.
...the manner of delivery of this artist can be called, as some have called it, "bell'arte di canto". It certainly makes an impression, produces an effect, that great facility of vocal emission which he reduces in an instant from a "fortissimo" to a "pianissimo", and no less an effect is produced by the tender elongation of the notes, swelled as when the foot increases the pressure of the bellows with the word 'expression' on the harmonium...

Italia del Popolo (Gazzetta dei Teatri), 4 aprile 1895
De Lucia was a true sheet anchor ...The voice [is] free, extended, brilliant in the top register.

Fortunio, 5 maggio 1895
...in his middle register he displays warm and ample notes, because its volume has noticeably increased without, for the moment and also, I hope, for the future, having suffered damage to the higher register. His art is yet more evident in "filature", in dexterity of shading, in the "tenderness" of the "mezza voce", in his intonation. His singing is a joy to the ear.

Montevideo Times, 18 luglio 1895 [Mefistofele, Politeama di Buenos Aires]
His voice is delightfully clear and sweet, rich in the lower register and bell-like in the upper notes, while he has attained a master and delicacy of modulation, especially in the upper notes, that we have not heard surpassed in any man's voice.

Unidentified Spanish language newspaper, 19 luglio 1895
[He] is not one of those great tenors who impress first with their powerful notes; but he is one of those great tenors who sing like angels... each of his notes is a work of art.

Montevideo Times, 25 luglio 1895 [La gioconda, Politeama di Montevideo]
...he issued note after note of great potency and of exquisite clearness and sweetness, ringing through the large theatre like the sound of a silver clarion. Still, fine as these effects were, we prefer him in his softer passages such as the romance 'Cielo e mar' [which] he delivered with a beauty of expression and sentiment beyond all description, ending on a superb high note of such beauty that it fairly electrified the house. This was the gem of a brilliant evening and produced such an ovation as we have rarely seen... It was generally agreed that no such interpretation of the part of Enzo has been heard in Montevideo, and it is to be doubted if any living tenor could surpass it.

Nación, 3 agosto 1895 [Rigoletto, Teatro Cibils di Montevideo]
...we can say only that so far as the purity and sweetness of the voice and interpretative artistry are concerned he was comparable with Masini, who sang like a nightingale. De Lucia... sings the same musical passage three of four times in different ways and each different interpretation is received with enthusiastic applause.

Nación, 12 ottobre 1895 [Il barbiere di Siviglia, Teatro Nacional di Buenos Aires]
Sr. De Lucia showed not his mastery of singing in general, which there was no need to demonstrate, but sufficient of the Rossinian style and the decorated form for him to figure as one of the best interpreters of the part of Almaviva. To recognise him as such it would have sufficed to hear how he outlined, shaded in and then decorated the 'Ecco ridente in cielo', which brought him thunderous applause. In many places he sang passages, in "mezza voce" and "a fior di labbro", truly delicately and with similarly correct execution...

Journal de St. Pétersbourg, 29 novembre/11 dicembre 1895 [La gioconda, Teatro Aquarium di San Pietroburgo]
...Monsieur De Lucia has great qualities of which the principal, in our opinion, is knowing, as do few of his predecessors, how to throw a phrase into relief, to modulate it, and to shade it to infinity, with a gradation of effect. His high notes are sonorous...

Gazzetta dei Teatri, 26 dicembre 1895 [Rigoletto, Teatro Aquarium di San Pietroburgo]
...he had to give four repeats of 'La donna è mobile'... giving to each repeat a new and different "cachet" of diction and interpretation. The public had only one cry - 'Viva De Lucia!'

Journal de St. Pétersbourg, 22 dicembre 1895/3 gennaio 1896 [Mignon, Teatro Aquarium di San Pietroburgo]
It would be difficult to sing the second act romance ['Addio, Mignon'] as De Lucia did. The phrase on the knees, before Mignon, ending with a note spun in a "diminuendo", was of the first order, such as one rarely hears.

Novoje Vremia (Gazzetta dei Teatri), 4 febbraio 1897
...especially in the "piano", which is, however, more noble and more metallic [than Masini's]. The breathing is masterly and the action always well considered, rendered with talent [even] in the more insignificant details of the role.

Perseveranza, 16 marzo 1897 [La bohème, Scala di Milano]
His "mezza voce" is heavenly; it recalls that of Gayarre. He sang the first act aria ina way that electrified the listener. One could do no more, nor do it better.

Italia del Popolo, 16/17 marzo 1897
This is a tenor! This is a voice!
And, in fact, De Lucia's voice, retaining all its vibrancy and its intensity of expression... seemed to have gained in robustness: facile and ingratiating, it reached the high C with ease. The public was fascinated by... his "portamenti", by his "smorzature": a master of the throat, whose equal is difficult to find.

Gazzetta dei Teatri, 18 marzo 1897
De Lucia, the great De Lucia, has made of the character of Rodolfo what, in theatrical parlance, is called a creation. What incisive declamation, what effective phrasing, what exquisite singing. To hear him is to experience a sense of inexpressible well-being, a sweel delight to the enraptured soul.

Pungolo, 28 febbraio/1 marzo 1902 [Il barbiere di Siviglia, San Carlo di Napoli]
Procida wrote:
De Lucia showed the greatness of his fascination in the first "serenata", 'Ecco ridente'. The penetrating sweetness of a voice that touches the innermost chords and exquisitely strikes the innate sentimentality of our audience immediately acted like a philtre; De Lucia modulated the sweet melody with a stimulating quality and a sentiment which are in the nature of the distinguished tenor; flexible, smooth, and caressing, his voice seduces by the beauty of its timbre. ...it is astonishing that a singer who is so knowing, and of such a sentimental nature, sustained a role in such a playful and strongly rhythmic music, which requires so much technical agility, without ever jumping a note, using a voice that is not usually exercised in such technical requirements, but [it] is dedicated to "Carmen", and which has become heavier as a result of his performance of Loris.

Commercio do Porto, 29 dicembre 1903 [Tosca, T. Sao Joao di Oporto]
[Of 'E lucevan le stelle'] The way in which he shades, the enchanting gloss and embroidery with which he shapes this piece, making it stand out in all its melodic opulence, the easy way in which he passes from the softest "mezza voce" notes to the most powerful ones in the upper register, all this is a real marvel.

Teatro Illustrato, 15 novembre 1907
Fernando De Lucia renews... all the vocal qualities that have made him irresistible among the "divi". It is impossible to find in others all the vocal and emotional fullness that he expresses in "O mia Marcella!"


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De Lucia fu creatore di ruoli di nuove opere liriche composte da Mascagni e Giordano.

Il 30 ottobre 1891, al Teatro Costanzi di Roma, creò il ruolo del titolo ne "L'amico Fritz" di Mascagni,


al quale seguirono altre creazioni di ruoli mascagnani :
- "I Rantzau" alla Pergola di Firenze il 10 novembre 1892,
- "Silvano" alla Scala di Milano il 25 maggio 1895 e
- "Iris" al Teatro Costanzi di Roma il 22 novembre 1898.




Il 9 novembre 1907 De Lucia creò il ruolo di Giorgio, nella prima rappresentazione assoluta di "Marcella" di Giordano che ebbe luogo al Teatro Lirico di Milano.

Quanto fosse stimato dai più grandi compositori dell'epoca è dimostrato dalle lettere epistolari intrattenute con Mascagni, Puccini, Giordano.

Ecco qualche stralcio significativo :

Livorno, 28 novembre 1894
Caro il mio Fernando, non arrabbiarti se non hai ancora avuta la parte del "Silvano"; non incaricarti di nulla; è una parte scritta per te dal tuo Pietruccio... e non ti dico altro.
P. Mascagni

Pescia, 9 agosto 1897
Caro Fernando... io penso a te scrivendo, e tengo a te come cosa indispensabile, per vivere!...
G. Puccini

Milano, 14 marzo 1897
Caro De Lucia, alla vigilia dell'andata in scena di Bohème alla Scala, sento il bisogno di esternarti la mia ammirazione e la mia gratitudine per tutto lo zelo e l'amore che continuamente mostri per il mio lavoro. Bene augurandomi sempre di averti interprete dei miei futuri lavori, mi fa piacere di dirti che scrivendo "Tosca" penso a te per il mio Mario.
G. Puccini

Milano, 1 febbraio 1898
Caro De Lucia... come già ti dissi, la parte di Loris nella Fedora è scritta per te... io per ora tengo moltissimo a sentirti nello Chénier.
U. Giordano


The night before the première, Puccini wrote to the tenor (Milan, March 14th 1897) :
Dear De Lucia,
On the eve of the staging of "Bohème" at the Scala, I feel the need to express to you once again my admiration and my gratitude for all the zeal and love that you continually show for my work. Looking forward to having you as interpreter of my future works, I am happy to tell you that, as I write "Tosca", I think of you as my Mario, [a role] which I hope that you will be the first to create.

(RE) Published in facsimile in "Illustracion Sud-Americana", 1897, p. 235





Dear De Lucia,
I cannot at present send you the part of Loris in "Fedora" because it is not complete. Although he is the important character of the three act drama he sings only in the 2nd and in the 3rd - in the 1st he is silent.
As I have already told you, the part is "written for you", and if the opera, as I hope it will, achieves success, it will be one of your war-house... You will achieve great effects without the slightest exertion -
At present, I am thinking a great deal about hearing you in "Chénier". [Charles] Delmas has recently sung it at the Lirico, scoring a triumph. Imagine what you yourself could do!






Al tenore napoletano sono state inoltre dedicate canzoni napoletane, romanze e melodie.

Francesco Paolo Tosti gli dedicò la melodia "Per morire" composta nel 1892 e la romanza "Solo!" composta nel 1899 mentre Mario Pasquale Costa gli dedicò la canzone napoletana "Donn’ Antonio ‘o cecato!" composta nel 1896. 

 


La musica dello spartito di "Mandulinata", una canzone napoletana di Carlo Di Donato, è espressamente dedicata al tenore napoletano Fernando De Lucia !!! - PIEDIGROTTA, 1900


E a De Lucia è stata anche dedicata la celebre canzone napoletana "Voce 'e notte" scritta nel 1903 dal pianista e compositore napoletano Ernesto De Curtis, pronipote di Saverio Mercadante. 





Opere complete incise da De Lucia :

RIGOLETTO (Napoli, 1915-18)

IL BARBIERE DI SIVIGLIA (Napoli, 1918)


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In order to form some notion of the blithe, self-confident way in which cadenzas and changes were once improvised by the old singers, we must study the gramophone records of Fernando De Lucia
(Desdmond Shawe-Taylor - 'A Gallery of Great Singers: 5 - Fernando De Lucia (1860-1925)', OPERA, Vol. 6, No. 7, July 1955, pp. 433-8)


De Lucia writes (Milano, 3 dicembre 1902) :
I must in truth attest that only the Gramophone of the Gramophone Co. has allowed me to hear my voice with all the charm of the Italian art of "Il bel canto"
Tribuna, 6 aprile 1903

(citazioni in inglese e foto b/n riportate in: Michael E. Henstock - "Fernando De Lucia, Son of Naples 1860-1925" - Duckworth, 1990)

De Lucia su l'ELETTRICO - 25 Marzo 1885
Vista dalla terrazza della villa di De Lucia (ora Villa Maria) a Cava de' Tirreni
Visione ed opinione personale di De Lucia sull'interpretazione della canzone napoletana - Piedigrotta, 1904

 
 
Ricerca su De Lucia, a cura di Emanuela De Rosa e Mattia Peli - Napoli, 2 giugno 2019

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