lunedì 7 aprile 2025

Belcanto Italiano a Genova


Prossimo seminario intensivo sull'universo della voce nel canto lirico, con i fondatori di Belcanto Italiano: dal 24 al 27 aprile 2025 a Genova.
Dalla tecnica degli acuti al respiro profondo, potenziamento del suono e molto altro ancora! Vi aspetto con il M° Mattia Peli che sarà disponibile, assieme a me, a sciogliere ogni dubbio.

Ci vediamo in Liguria... un saluto e a presto da Astrea Amaduzzi!!!

per Info e prenotazioni
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IL MAESTRO GIACOMO PUCCINI AL LAVORO

Il Maestro PUCCINI al lavoro

- IL MAESTRO AL LAVORO -

Appena aveva messo la parola «fine» a un’opera, il Maestro si concedeva un periodo di libertà, e col suo florido aspetto giovanile aveva tutta l’aria di uno studente in vacanza.
Aveva finito l’opera, e si divertiva e si riposava. Si riposava alzandosi presto alla mattina, facendo qualche corsa in automobile, portando a borbottare lungo il lago qualcuno dei suoi canotti a motore, perdendosi per delle mezze giornate alla caccia alle folaghe, e tornando a casa stanco morto. Anche il riposo è un’opinione. Il riposo consiste, quasi sempre, nel fare un lavoro al quale nessuno ci obblighi.
E il pensiero per l’esito dell’opera nuova? E l’ansia per la messa in scena? E l’attesa del giudizio del pubblico che dovrà decidere di qualche anno di lavoro appassionato e ardente? Nulla. Quando aveva scritto l’ultima nota dell’ultima scena, egli abbandonava la nuova creatura al suo destino. Quello che aveva da fare, il Maestro l’aveva fatto: adesso toccava a lei. L’aveva amata troppo intensamente nel periodo della gestazione: ora che l’opera era nata, egli sentiva il bisogno di un po’ di libertà. Ma pensava a ricominciare.
«Io non posso stare senza scriver musica» — mi confessava Puccini — «e siccome non sarei capace di mettermi a scrivere della musica sinfonica, cosi mi metto subito alla ricerca di un’altra opera. E' il mio modo di vivere, di appassionarmi, di esaltarmi, di godere. E penso che la Provvidenza mi aiuti col farmi trovare un «soggetto» simpatico, vibrante, pieno di vita, di commozione, di sentimento, e di umanità, sopratutto di umanità. Ma è un tormento la ricerca d’un libretto!»
Eppure non era il numero che gli mancasse. Ogni mattina, quando sedeva per la colazione, Puccini era sicuro di trovare sulla tavola, oltre alla corrispondenza e ai giornali, almeno un libretto d’opera. Questo nei giorni normali, nelle occasioni solenni i libretti erano due o tre. Puccini li guardava tutti: non li leggeva completamente, perché aveva famiglia e conosceva i doveri di un buon padre, che sono quelli di curare la propria salute, ma li scorreva per vedere se qualcuno avesse un lampo di originalità, una cosa nuova e viva. E lo aspettava quasi sempre una malinconica delusione.
Puccini dava giustamente al libretto una importanza grandissima. Il libretto deve essere limpido, chiaro, evidente, vario di vicenda, interessante: un aiuto al musicista, non soltanto un pretesto. E deve essere sopra tutto teatrale. L’opera lirica non è fatta soltanto di musica, è fatta di episodi commentati, interpretati dalla musica. In questo, Puccini aveva un occhio straordinario: il senso del teatro era in lui rapidissimo e preciso. Un accenno gli bastava a rivelargli una scena, a suscitargli una visione completa. Un movimento di personaggi gli dava immediato lo spunto musicale che sarebbe venuto a colorire la situazione. E allora si metteva a tempestare di osservazioni, di note, di richiami i margini delle pagine, e tramutava il libro in una specie di garbuglio geografico in cui egli solo riusciva a capire qualche cosa. E talvolta non capiva piu nulla neanche lui, preso al laccio dei suoi geroglifici.
Ma prima di scegliere un libretto, quante indecisioni, quanti pensieri, quante riserve! E spesso, quando aveva ben bene deciso e fatto cominciare il lavoro di poesia, lo rifiutava. (...)
Ma quando il libretto veniva scelto in modo definitivo, allora il Maestro vi si metteva con ardore, e cominciava subito col volerlo modificare. Era esigente, imperioso: aveva le sue idee e le voleva far trionfare.
L’ultimo atto della "Bohème", come era stato presentato dai due librettisti, non gli piaceva: egli aveva in mente uno sviluppo musicale che non si intonava col genere di morte che i poeti avevano trovato per Mimì, e lo spiegò. Giacosa disse: «Va bene» e rifece l’atto. Ma Puccini non era contento ancora, e arrossendo domandò una nuova modificazione. Giacosa, gentilissimo e instancabile, gli rifece l’atto per la terza volta. Puccini lo prende, va a casa, si mette a musicarlo: no, non gli viene, non è cosi che egli sente lo strazio di quella morte.
La mattina dopo va da Giulio Ricordi, col viso duro, indeciso fra il desiderio di domandare un’altra modificazione, e la intima coscienza di essere un prodigioso rompiscatole. Finalmente si fa coraggio, e quando Giulio Ricordi sorpreso di vederlo a quell’ora gli domanda: «Cosa c’é di nuovo?» Puccini gli spiega furiosamente in qual modo egli senta quel quarto atto, sicurissimo di sollevare le ire dell’editore, ma deciso a insistere.
Invece Giulio Ricordi lo ascoltò con grande attenzione, e quando il Maestro tacque egli esclamò:
— E giusto! Ha ragione!
E Giacosa gli accomodò l’atto per la quarta volta. Quella povera Mimì prima di morire definitivamente aveva provato tutte le morti possibili.


A Torre del Lago, quando stava per comporre un opera, il Maestro lavorava ogni giorno. Ma senza sforzo: se l’inspirazione non veniva, via! La vita a Torre del Lago era di una calma e di una tranquillità da convento. Puccini vi stava con la moglie e il figlio Tonio. Si alzava tardi, possibilmente, perché lo spettacolo dell’aurora lo avrebbe commosso troppo, e quasi ogni mattina portava a borbottare sul lago qualcuno dei suoi tre canotti a motore, o faceva una corsa in automobile in mezzo alla pineta fino alla marina, poi tornava a colazione, leggeva la corrispondenza, sfogliava i giornali, e si preparava dinanzi una sull’altra le lettere alle quali doveva rispondere. Perché Puccini era in questo di una regolarità impressionante: ogni giorno si allineavano sul suo tavolo le lettere per la risposta. Poi magari rimanevano li per mesi, per anni forse, ma questo non aveva importanza: la regolarità c’era.
Nel pomeriggio, se aveva voglia, dopo d’essere stato a caccia si metteva al piano a comporre. Ma il maggior lavoro lo compiva nelle ore tranquille quando gli altri dormivano. Alla sera, dalle dieci all’una o alle due dopo mezzanotte, egli si metteva al piano con dinanzi una immensa provvista di caffé e di sigarette, con una gran matita e dei grandi fogli di carta rigata dinanzi, e tormentava nervosamente la tastiera cavandone trilli di letizia, e larghi sospiri di tristezza, e spasimi d’amore, e vampate di ribellione, e un gocciolar di note stanche che sembravano spremute da occhi di pianto.
A volte il suono non rispondeva all’espressione che il Maestro domandava alla musica. E le mani picchiettavano inquiete, e lo stesso ritmo svariava nervoso sotto al tentativo, in cerca di un accento che non trovava la sua via. Allora, nel silenzio, dalla granda stanza a terreno in riva al lago quella cascata di note si diffondeva per le finestre aperte sulla strada del paesino, si spandeva nella notte, giungeva alle case intorno: e qualche giorno dopo, andando in giro, il Maestro sentiva canticchiare da un monello o da qualche fresca ragazza toscana un accenno, uno spunto dell’opera ancora non nata.
Cosi per le strade di Torre del Lago si cantarellava la musica di Puccini senza che nessuno ne avesse udito le opere a teatro. Il suo primo successo popolare cominciava con questo contrabbando innocente.
Questo in primavera, in estate, in autunno. All’inverno invece, quando non era chiamato in giro per il mondo da qualche sua opera nuova o da qualche ripresa importante, capitava a Milano per andare a teatro, fare i conti con l’editore, passeggiare in Galleria, e prendere qualche raffreddore. E anche per lavorare, ma senza impegno.
Nel suo appartamento al secondo piano di via Giuseppe Verdi, nel vasto salotto da lavoro, sotto il ritratto del bisavolo creatore della dinastia dei Puccini, fra un piano con la coda enorme, un tavolo dolorante sotto al peso della musica, e dei fogli di carta spettacolosi, il maestro attendeva specialmente al lavoro di strumentazione.
Aveva dinanzi a sé, sul leggìo, la prima bozza dello spartito, tempestata di segni, di note schiacciate come mosche sbattute sopra la carta mortifera, di richiami, di pezzetti di carta incollati, di avvertenze. Aveva di fianco il libretto, anch’esso lardellato di appunti, di striscioni, di segni fantastici, spaventosi, intraducibili talvolta anche per il Maestro, il quale di quando in quando vi si fermava, guardava, scrutava, tentava, tormentato:
— O che diavolo ho voluto scrivere, qui?
Poi, di colpo, riprendeva: le mani correvano sulla tastiera che rispondeva alla carezza con dei gridetti, dei suoni, dei trilli. E allora, a poco a poco, o di furia, nervosamente, le immense pagine della partitura si andavan popolando di bollicine nere, d’archi, di punti, di chiavi, d’accidenti. Ma tutto cio senza regola, tra il fumo di una sigaretta, un sorso di te, una giravolta sullo scanno per fermarsi a guardar la luce fuori dalla finestra, un occhiata al giornale, a una rivista di caccia, qualche buffetto al gilé brinato dalla cenere della sigaretta. Poi, musica!
La scrittura musicale di Puccini era atroce. All’annunzio di una sua opera nuova, era in tutti gli appassionati un fervore di lieta attesa. Ma v'erano a Milano alcune famiglie che tremavano: le famiglie dei copisti che dalla partitura del Maestro dovevano rilevare le note.
Per comprendere questo terrore bisogna vedere le pagine che uscivano dalle mani di Puccini. Tremende.

(da: Arnaldo Fraccaroli - LA VITA DI GIACOMO PUCCINI - Milano, Ricordi 1925) 


Il soprano drammatico Eva Sun, allieva al 3° anno dell'Accademia Nazionale di Belcanto Italiano, si prepara al debutto nel ruolo di Turandot

Eva Sun con i Maestri Amaduzzi e Peli al Teatro Filo di Cremona - 19 febbraio 2024

 

Il soprano drammatico Eva Sun di Philadelphia (USA), d'origine cinese e lituana, al terzo ed ultimo anno di corso con l'Accademia Nazionale di Belcanto Italiano, fondata e diretta dal soprano lirico puro Astrea Amaduzzi, ha in preparazione il ruolo di Turandot che interpreterà a settembre di quest'anno 2025 in Italia.

Eva Sun singing the High Cs as Turandot - Live at Belcanto Italiano Vocal Studio, June 2023


"Degna di segnalazione il soprano americano Eva Sun, che si è brillantemente esibita" (Nell'anno di Puccini applausi alle voci del belcanto, 'La Provincia', 29.02.2024

Allieva che possiede incredibili doti vocali e che, con assiduo studio, è giunta ad avere un'ampia estensione di ben 3 ottave, dal mi bemolle grave al mi bemolle sopracuto (potendosi permettere così senza problemi di eseguire sia il Fa# grave, sotto il Do centrale, scritto da Verdi nella cadenza di Elena in "Arrigo! ah! parli a un core", nell'atto IV dei "Vespri siciliani", ed il Sol grave, sotto il Do centrale, scritto da Rossini in "D'amor al dolce impero" nell' "Armida", che allo stesso tempo sopracuti scritti dal Cigno di Busseto come i Re bemolli sopracuti nella Scena di Violetta, o aggiunti di tradizione come il Mi b sopracuto a conclusione della Cabaletta "Sempre libera" nell'atto I di "Traviata"), sta raffinando e sviluppando la propria tecnica vocale ed ampliando il suo repertorio! 

 


Non perdete l'occasione di ascoltare questa giovane artista nelle prossime performance concertistiche e operistiche italiane...!!!


 

REPERTORIO COMPLESSIVO (comprendente anche nuovi brani in fase di studio):

Eva Sun, soprano drammatico / repertorio 2024-2025

Arie d'opera:

* Purcell - "Thy hand, Belinda!...When I am laid in earth" (da "Dido & Æneas")

Mozart - "In quali eccessi...Mi tradì quell'alma ingrata" (da "Don Giovanni")
Mozart - "Temerari...Come scoglio immoto resta" (da "Così fan tutte")

Rossini - "D'Amor al dolce impero" (da "Armida")

Bellini - Scena e Cavatina di Norma "Sediziose voci...Casta Diva...Ah! bello a me ritorna" (da "Norma")

Donizetti - "Tranquillo ei posa...Com'è bello! Quale incanto" (da "Lucrezia Borgia")

Verdi - Scena ed Aria di Violetta "E' strano!...Ah fors'è lui che l'anima...Follie!...Sempre libera" (da "La Traviata")
Verdi - "Teneste la promessa...Addio, del passato" (da "La Traviata")
Verdi - "Tacea la notte placida...Di tale amor, che dirsi" (da "Il Trovatore")
Verdi - "Timor di me?...D'amor sull'ali rosee...Miserere...Tu vedrai che amore in terra" (da "Il Trovatore")
Verdi - "Arrigo! ah, parli a un core" (da "I vespri siciliani")
Verdi - "Morrò, ma prima in grazia" (da "Un ballo in maschera")
Verdi - "Io non amarlo?…Me, pellegrina ed orfana" (da "La forza del destino")
* Verdi - "Son giunta!...Madre, pietosa Vergine" (da "La forza del destino")
Verdi - "Pace, mio Dio" (da "La forza del destino")
Verdi - "Tu che le vanità" (da "Don Carlo")
Verdi - "Ritorna vincitor!...I sacri nomi di padre, d'amante" (da "Aida")
* Verdi - "Ciel! mio padre!...Rivedrai le foreste imbalsamate" (duetto Aida-Amonasro, da "Aida")

Wagner - "Mild und leise" (da "Tristan und Isolde")

* Ponchielli - "Suicidio!" (da "La Gioconda")

* Mascagni - "Voi lo sapete, o mamma" (da "Cavalleria rusticana")

* Catalani - "Ebben? Ne andrò lontana" (da "La Wally")

Cilea - "Io son l'umile ancella" (da "Adriana Lecouvreur")

Puccini - "L'ora, o Tirsi" (da "Manon Lescaut")
Puccini - "In quelle trine morbide" (da "Manon Lescaut")
* Puccini - "Sola, perduta, abbandonata" (da "Manon Lescaut")
Puccini - "Non la sospiri la nostra casetta" (da "Tosca")
* Puccini - "La povera mia cena fu interrotta" (duetto Scarpia-Tosca, da "Tosca")
* Puccini- "Vissi d'arte, vissi d'amore" (da "Tosca")
Puccini - "Un bel dì vedremo" (da "Madama Butterfly")
Puccini - "Con onor muore...Tu? tu? Piccolo Iddio" (da "Madama Butterfly")
Puccini - "Laggiù nel Soledad" (da "La fanciulla del West")
* Puccini - "In questa reggia" (da "Turandot")

Brani sacri:

* Rossini - "Dal tuo stellato soglio" (Mosè in Egitto)
* Rossini - "Inflammatus et accensus" (dallo 'Stabat Mater')

* Mercadante - "Di mille colpe reo" (da 'Le sette ultime parole')

* Verdi - "La vergine degli angeli" (La forza del destino)
Verdi - "Libera me, Domine", per soprano solo e coro (dalla 'Messa di Requiem')

* Mascagni - "Inneggiamo, il Signor non è morto" (Cavalleria rusticana)
* Mascagni - Ave Maria (Cavalleria rusticana)

Eva Sun nel ruolo di Santuzza, in 'Cavalleria rusticana' di Mascagni - Cremona - Teatro Filo, 23 settembre 2024


'Santuzza avrà la voce e il volto della statunitense Eva Sun' - Il cittadino di Monza, 10 ottobre 2024

Ruoli operistici completi:
* - SANTUZZA ("Cavalleria rusticana" di Mascagni)
- TURANDOT ("Turandot" di Puccini)


N.B. - con l'asterisco [*] si indicano i brani/ruoli già interpretati in performance pubbliche
in teatri, sale, basiliche e all'aperto, tra Alessandria, Venezia, Vicenza, Milano, Reggio-Emilia, Cremona e Monza 

 

VIDEO DALLE PERFORMANCE CONCERTISTICHE/OPERISTICHE DI EVA SUN

Opera:

Purcell - "When I am laid in earth" (Dido & Aeneas)



Ponchielli - "Suicidio!" (La Gioconda)



Mascagni - "Voi lo sapete, o mamma" (Cavalleria rusticana)



Mascagni - "Tu qui, Santuzza?" (Cavalleria rusticana - con S.Rossi nel ruolo di Turiddu, e K.Yamada nei panni di Lola)



Catalani - "Ebben? Ne andrò lontana" (La Wally)

Puccini - "Sola, perduta, abbandonata" (Manon Lescaut)

Puccini - "Vissi d'arte, vissi d'amore" (Tosca)



Puccini - "In questa reggia" (Turandot)




Repertorio sacro:

Rossini - Inflammatus et accensus (Stabat Mater)



 Rossini - Dal tuo stellato soglio (Mosè in Egitto)

Mercadante - Di mille colpe reo (Le sette ultime parole)



Verdi - La vergine degli angeli (La forza del destino)



 Mascagni - Ave Maria (sul tema dell'intermezzo di Cavalleria rusticana)

Mascagni - Inneggiamo, il Signor non è morto (Cavalleria rusticana)


 

3 ottave d'estensione(Mi b grave-Mi b sopracuto)-soprano Eva Sun, allieva dell'Acc.Belcanto Italiano


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18 agosto 2023, Eva Sun riceve in Piemonte il certificato di compimento del primo anno di corso con l'Accademia Nazionale di Belcanto Italiano

Il soprano Eva Sun riceve l'attestato di 2° anno di corso con l'Acc. Belcanto Italiano, consegnato dal M° Alberto Veronesi al PUCCINI SUMMIT - Ravenna, 27 settembre 2024

 

Studio di uno dei grandi acuti di TURANDOT: il Si naturale "Quel grido e quella morte"

https://www.instagram.com/belcantoitaliano/reel/DFofk1_I4xm/ 

 

La Respirazione per un fantastico DO ACUTO nell'aria di TURANDOT "Gli enigmi sono tre, la morte è una"

https://www.instagram.com/belcantoitaliano/reel/DFjPb8vorBp/


Eva Sun, soprano drammatico - PUCCINI 100 - Teatro Filo di Cremona