Davvero saggio pure il suo suggerimento, pur fondando la vera qualità artistica di tutte le voci sull'acquisizione della corretta tecnica vocale, di rimanere nell'ambito delle proprie qualità canore naturali, individuali a ciascun cantante: "I miei principj contengono tutto ciò ch'è essenziale allo sviluppamento generale dell'organo vocale, e quando la voce per mezzo dell'arte, e della pratica, sarà divenuta capace di sostenere i suoni, ed avrà acquistato flessibilità, ed egual qualità in tutta la sua estensione l'artista potrà allora penetrar facilmente nello spirito di qualunque composizione, e poesia. Ma lo stile di musica il più adatto a ciascun cantante dipende interamente dalla qualità della sua voce; perché le differenti qualità naturali hanno differenti poteri, alcune brillano nel canto di portamento, ed altre per le fioriture, e per l'esecuzione brillante. Qualunque dunque siano le sue facoltà vocali, l'artista per ottener successo deve contentarsi d'applicarsi a quello stile di musica, per cui la sua voce è più propria naturalmente".
Egli consiglia inoltre di non esagerare nell'usare la voce prima della "muta vocale": "Riguardo all'esercitar la voce nella gioventù prima dell'epoca del suo cambiamento, ammaestrato dall'esperienza, io consiglio a coloro che a tal epoca danno prova di potere e disposizione vocale a non abusar di questo dono precario della natura, facendone pompa, ma ad applicarsi principalmente nell'apprendere i principj dell'arte, e a non cercar di cantare delle composizioni difficili o ad imitare i cantanti rinomati, perché, l'imitazione essendo sempre perigliosa, eglino con tutti i loro sforzi non riusciranno ad altro che a produrre la caricatura di ciò che voleano imitare, nel tempo stesso eglino dovrebbero limitare il compasso della loro voce a suoni medj della scala altrimenti le loro forze saranno di breve durata, perché se la voce è sforzata nella tenera gioventù invece di svilupparsi gradualmente e vantaggiosamente secondo la sua disposizione organica, non potrà mai più acquistare nè vigore nè potere nell'estendere il suono."
Basilare ancora la raccomandazione di sviluppare la voce a partire dai centri: "l'artista e lo studente devono riflettere che qualunque siasi l'estensione della voce, la sua vera forza d'espressione consiste ne' suoni medj, e di più, che questa qualità media non diviene ampia, e rotonda per mezzo di sforzi, ma in conseguenza della fermezza e facilità con cui i suoni sono prodotti, e sostenuti, dando loro al tempo stesso, e il poter di vibrazione, e la capacità d'espansione, e quando questa qualità media, mediante la pratica, sarà divenuta ampia, e ferma, i muscoli acquistano una tal flessibilità, che la voce potrà facilmente estendersi tanto all'estremità de' suoni acuti, come dei bassi, i quali però anche quando si sono acquistati debbono principalmente usarsi per gli effetti brillanti, e per gli ornamenti."
L'insegnante di canto, dato che non si dovrebbe mai oltrepassare i limiti naturali di una voce per estensione e repertorio, dovrebbe subito ben classificare il registro vocale di un giovane cantante: "...benché colla pratica si possa riuscir a dare ai suoi muscoli un più forte grado d'elasticità, e di estensione, purtuttavia il cercare a sforzar la voce al di là de' suoi limiti naturali produce sempre lo stesso risultato, cioè, asprezza, inegualità, mancanza di giusta intonazione, e qualche volta la sua perdita totale. Il maestro dunque, che ha acquistato l'arte di analizzar così, deve con somma diligenza assicurarsi della qualità naturale di ciascuna voce, prima d'intraprenderne lo sviluppamento, e la cultura, poiché sebbene in alcuni la qualità sia chiaramente rimarchevole, in altri però s'incontrano grandi difficoltà per iscoprirne il vero carattere, e perciò, se quel ch'ho consigliato, non si osserva rigorosamente, la voce invece di svilupparsi espansiva, ed eguale, diverrà debole, stridente, e tremola."
La corretta classificazione è vitale anche perché: "La spessezza, e grandezza dei muscoli, che danno azione all'organo vocale, variano secondo le differenti qualità di Voce, così i muscoli dell'organo son più fortemente costrutti nelle Voci più basse di quelli delle voci più alte, e questo basta a spiegare i vari gradi di flessibilità nelle differenti qualità di voce. (...) Ogni sforzo dunque, che cagiona una contrazione muscolare, comprime lo spazio nella gola, ed ogni contorsione della bocca, e delle mascelle deve conferire necessariamente una tendenza o gutturale o nasale, e distruggerne così la qualità, la quantità, ed il potere di vibrazione."
A partire da un disegno che "rappresenta tutte le parti della bocca e della gola messe in azione nella coltivazione e nello sviluppo della voce umana", Crivelli spiega le varie parti dell'organo vocale e il loro funzionamento: "la Lingua, l'Ugola, il Palato molle, il passaggio che comunica col naso, la Laringe, l'Epiglotta, la Canna de' Polmoni, il Rema, o apertura della Laringe, tra la quale il fiato passando nel montar dai Polmoni produce i suoni vocali, le Vertebre del collo, l'espansione della Gola, la Cavità della Bocca."
Domenico Crivelli, dunque, è tra i primi, assieme a Garcia figlio, a porre l'attenzione, nei primi decenni dell'Ottocento, sull'urgente necessità di conoscere il funzionamento interno dell'organo vocale: "Quest'analisi dell'organo, frutto della mia lunga sperienza, non è stata quasi mai intrapresa, e quasi nessuno ha finora sufficientemente applicato le sue ricerche a tale effetto. I Maestri contentandosi generalmente d'insegnare ai loro allievi a cantar la melodia, lasciando allo studente la cura di formar la sua voce, e questi mancando di principj stabiliti, e non conoscendo la struttura fisica del suo organo vocale, né regole per guidare i suoi studj, la sua voce rimane sempre in uno stato imperfetto ".
Egli pone particolare attenzione, tra le altre cose:
- al corretto uso della laringe che, abbassandosi o alzandosi, si inclina verso l'espansione della Gola o verso la cavità della Bocca (vibrazioni di testa),
- al sapiente innalzamento del palato molle,
- all'azione elastica dei muscoli,
- al giusto impiego delle labbra,
- al "saper far uso del fiato", dal quale dipendono la precisione dell'intonazione ed il necessario effetto del chiaro-scuro nel tono vocale,
- all'assoluta necessità di emettere i suoni eseguendo la "messa di voce",
- all'esecuzione di tutti gli intervalli, dalla 2a alla 8a, con "portamento di voce".
Quanto alla seconda parte, quella degli esercizi pratici, come ancora lui stesso scrive sempre nell'introduzione del suo metodo, l'obbiettivo delle sue scale progressive è sia di far raggiungere alla voce "elasticità, leggerezza e brio" che di "sviluppare e formare la voce per mezzo di esse". E continua affermando: "In fatti avendo cominciato a coltivar la voce degli allievi dalla scala di suoni sostenuti cromatici fino al trillo, sono riuscito a far loro facilmente apprendere ad unire i suoni senza sforzo, a coltivare il loro orecchio, a guidar naturalmente la qualità eguale e rotonda della loro voce, a rinforzarne i suoni deboli, e ad addolcirne gli aspri, e stridenti."
Da notare come egli insista sempre molto, lungo il metodo, in alternanza con indicazioni di "marcato" e "rinforzato", sul far attenzione ad eseguire gran parte degli esercizi vocali in modo "Leggiero" o "Con leggierezza", specialmente in quei numerosi vocalizzi d'agilità con le terzine di crome o le quartine di crome e semicrome, quindi non a 'piena voce' ma piuttosto a 'mezza voce'.
Egli dà altresì particolare importanza allo studio dei semitoni: "...la chiave più importante per riuscire nello sviluppamento dell'organo vocale, è quella dell'esercizio della Scala Cromatica di suoni sostenuti (...) per mezzo della pratica degl'intervalli Cromatici successivi, la voce non solo acquista il poter di produrre e sostenere ciascun suono, ma ottiene bensì quella gradual elevazione, che nel passare da suono a suono ne addolcisce l'asprezza, o ineguaglianza, e ne corregge quel natural disgiungimento, o debolezza, che può esistervi; in tutto il progresso di questa scala la voce dello Studente acquista eguaglianza, fermezza, e quel poter di modulare con facilità, che ei cercherebbe invano d'ottenere per mezzo delle note della scala diatonica sostenute separatamente".
A coronamento di quest'opera didattica, oltre a Sei Solfeggi, troviamo una serie di vocalizzi pratici quali le Ventisei scale e i Dodici Esercizj sugli accenti prolungati.
Potete scaricare il volume di Crivelli "L' Arte del Canto ossia Corso completo d'Insegnamento sulla Coltivazione della Voce" da questo link:
http://www.belcantoitaliano.com/BELCANTO_LIBRARY_FILES/Domenico_Crivelli_Arte_del_Canto.htm