domenica 5 novembre 2023

Rossini, giovane "cantore"


ROSSINI, GIOVANE "CANTORE"

Rossini adorava sua madre. «Alta, ben proporzionata » la ricordava, già anziano, raccontandone al compositore e musicologo belga Edmond Michotte, frequentatore assiduo della sua casa a Parigi, «la carnagione freschissima, un po’ pallida, dai lunghi capelli neri magnifici, che spontaneamente s’inanellavano, una dentatura irreprensibile, ella aveva nei suoi tratti un’espressione di dolcezza veramente angelica... Era assai gaia d’indole, sempre sorridente e di buon umore ». Pare che esagerasse. Ma Anna Guidarini era di certo una ragazza piena di vita. E un buon soprano, benché non sapesse nulla di musica. «Mia madre», raccontò Rossini, «aveva una bella voce, di cui dovette servirsi per necessità. Povera mamma! Non era davvero scarsa d’intelligenza, ma non conosceva una nota di musica: cantava a orecchio». Ma cantava sempre. E bene. E da lei Gioachino ereditò talento e intelligenza.
Assieme al figlio fece anche alcune apparizioni in romanze e opere come "L’impresario burlato" di Luigi Mosca, nel 1803. Un avviso del Teatro comunale di Imola del 1804 annuncia per il 22 aprile «un duetto eseguito dalla cittadina Anna Rossini e figlio», seguita da una cavatina cantata dal “cittadino Gioachino Rossini” in costume e azione di buffo.
All’epoca Gioachino, che aveva solo 12 anni, già componeva musica: nell’estate 1804 compose sei sonate a quattro per due violini, violoncello e contrabbasso per Agostino Triossi. Fu a quel punto che Anna salvò la vita al figlio, opponendosi con tutte le sue forze alla proposta del cognato, Francesco Maria Guidarini, che suggeriva di castrare il ragazzo per conservargli la voce bianca. Rossini gliene fu davvero grato. Anche se, per tutta la vita, nutrì un’immensa ammirazione per la voce dei castrati.

Nel 1804 madre e figlio si trasferirono a Bologna in una malandata stanza di una casa sulla Strada Maggiore. Anna non stava bene. Era ormai separata da Giuseppe Rossini, i soldi non bastavano mai. Gioachino cantava, con un certo successo, nelle chiese. Nel 1805 conobbe un amico della madre, il celebre tenore vicentino Domenico Mombelli che, dopo svariate e fortunate tournees in tutta Europa, decise di trasferirsi definitivamente a Bologna in quell'anno. Egli aveva allora più di 50 anni e aveva molte amicizie nel mondo musicale.
Quando Rossini trascrisse a memoria un’aria, Mombelli si persuase di aver davanti un talento. Divennero perfino amici, nonostante la differenza di età.

Tra il 1804 e il 1806, oltre ad essere scritturato in diversi teatri della Romagna come maestro di cembalo, studiò canto con il famoso tenore bolognese Matteo Babini e contrappunto con il maestro Angelo Tesei.

Nel 1805 sostenne la parte del piccolo Adolfo nella "Camilla ossia Il sotterraneo" di Ferdinando Paër, rappresentata nella stagione autunnale al Teatro del Corso di Bologna.
Dopo aver preso lezioni da padre Angelo Tesei, il 14 aprile 1806 venne ammesso al Liceo Musicale di Bologna, di recente fondazione (1804), nelle classi di violoncello di Vincenzo Cavedagna e pianoforte, e in seguito in quella di contrappunto con padre Stanislao Mattei. Sostenne la parte contraltile di Maria Maddalena nell'oratorio "La passione di Cristo" di Mattei, dato al Liceo, e si esibì, sempre come cantante, in alcune accademie private. Sembra che a questo periodo risalga la composizione della sua prima opera, "Demetrio e Polibio", scritta su richiesta della famiglia Mombelli, che verrà però rappresentata solo nel 1812.
Aggregato all’Accademia Filarmonica di Bologna come "cantore", lì incontrò per la prima volta Isabella Colbran, sua futura moglie, aggregata anch'essa all'Accademia.

I registri di classe del Liceo Filarmonico di Bologna (oggi l’attuale Conservatorio G.B. Martini situato in piazza Rossini al n.2), sembrano confermare che Gioachino abbia frequentato regolarmente tale Istituto per due anni consecutivi: il 1807-1808 e il 1808-1809 pur iscrivendosi nell’aprile del 1806; periodo nel quale Gioachino abbandona definitivamente la disciplina del canto a causa del cambiamento della propria voce.
Nel 1810 decise che il suo destino era comporre opere: più belle di quelle che lui e sua madre avevano interpretato. Nello stesso anno debuttò al Teatro San Moisè di Venezia, "La cambiale di matrimonio".

FONTI :
- https://www.storiaememoriadibologna.it/rossini-gioachino-515255-persona
- https://www.rossinioperafestival.it/gioachino-rossini/
- https://www.corriere.it/cronache/uomini-cambiamento/ritratti/notizie/uomini-ritratti-gioachino-rossini-legame-speciale-madre-anna-palumbo-1534494a-12d7-11e7-be9a-6ca09ed8307d.shtml

(Nell'immagine : Rossini in un dipinto del 1824 conservato alla Royal Society of Music di Londra)

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P.S.
Comunque non solo Rossini era cantante e compositore, pure diversi altri lo sono stati nel corso della storia della musica (oltre ad essere spesso stati anche strumentisti, all'organo o suonatori di strumenti ad archi o a pizzico), ad es.:

- Andrea Gabrieli, da giovane fu cantore della cappella marciana a Venezia e poi della cattedrale di Verona

- Marenzio, noto principalmente come eccellente cantore

- Caccini (tra gli inventori dell'Opera Italiana), era tenore

- Cesti, pure era tenore

- Cavalli, inizialmente, come cantore (soprano) della Cappella Marciana della Basilica di San Marco, ebbe il privilegio di trovarsi sotto il tutorato musicale di Claudio Monteverdi, allora maestro di quella celebre cappella, e più tardi ebbe nuovi compiti come tenore a San Marco.

- Lotti, venne assunto quale cantore aggiunto mentre era maestro Giovanni Legrenzi, mentre più tardi entrava nella Cappella Marciana come contraltista

- Caldara, forse allievo di Giovanni Legrenzi a Venezia, fu cantore di San Marco

- Cimarosa, da giovane studente del Conservatorio di Santa Maria di Loreto, a Napoli, in pochi anni divenne un talentuoso cantante: i suoi compagni lo stimavano e lo ascoltavano con delizia mentre interpretava pezzi d'opera con bella voce, con grazia e con soavità; tra questi N.A. Zingarelli e Giuseppe Giordani - e, successivamente, dopo aver lasciato il conservatorio si perfezionò nel canto con il castrato Giuseppe Aprile

- Donizetti, a soli otto anni iniziò lo studio del canto e del clavicembalo in casa di Simone Mayr - e, nella scuola di musica fondata a Bergamo dal Mayr stesso, fu allievo per il canto di F. Salari

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