sabato 3 novembre 2012

Cos’è il Belcanto? - Di Angelo Fernando Galeano

Presentiamo oggi le considerazioni di un eccellente Controtenore, attento e raffinato esperto di Tecnica Vocale, vivace studioso della Storia della Musica e bravo scrittore; l'autore del testo che segue è il Controtenore Angelo Galeano che oggi festeggiamo come carissimo amico Belcantista.

Buona lettura a tutti!




Cos’è il Belcanto? - Di Angelo Fernando Galeano

Oggi su canali televisivi poco informati si parla di Belcanto per indicare il canto operistico tout-court, i musicologi tendono invece a identificare il Belcanto come un periodo netto di produzione operistica più o meno riconducibile a quello a cavallo fra la fine del Settecento e l’inizio del secolo successivo, per dare dei riferimenti, un po’ vaghi a dire il vero, da Mozart al Verdi della cosiddetta Trilogia Popolare, abbracciando l’intera produzione di Rossini, Bellini, Donizetti, per citare i più noti, e tutti i loro coevi.

Ma cos’è realmente Belcanto? Il Belcanto è uno stile vocale, un insieme di pratiche tecniche e stilistiche tramandate per generazioni e pressoché defunte nella seconda metà dell’Ottocento. Si può dire in soldoni che il Belcanto sia un modo di cantare.

Analizzando la parola si ricava che al momento della nascita di questo stile, o meglio della sua codificazione scritta in importanti trattati, fosse diffusa anche un’abitudine vocale meno raffinata, da qui l’esigenza di definire questo stile vocale “bello”, da cui Bel Canto, indi Belcanto.

Ma come nasce lo stile vocale poi denominato Belcanto?

L’epoca Barocca ha estremizzato e portato al massimo splendore il canto, e piena realizzazione dell’estetica dell’epoca si è compiuta spingendo verso l’estremo la vocalità, pretendendo sempre nuovi effetti e un’estensione e una perizia tecnica sempre più ampie forzando così la mano alla Natura e dando origine al fenomeno della castrazione, talmente di successo da essere esportato dal campo della musica sacra a quello della musica profana e del Teatro d’Opera, dove deflagrerà senza controllo.

 Un’espansione vocale di simile portata ha creato i presupposti per una tecnica di canto molto più “atletica” di quella operistica originaria, al tempo della Camerata dei Bardi e di Monteverdi per intenderci, che era sicuramente piu giocata sulla naturalezza della voce quasi come fosse un parlato intonato, il recitar cantando appunto. I grandi Castrati del Settecento affinarono questa tecnica con esercizi di respirazione, studio del legato, delle agilità, raggiungimento di estensioni per l’epoca prodigiose, e piegando tutti questi fattori al raggiungimento di una peculiarità della vocalità Settecentesca che sarà l’omogeneità timbrica in tutta l’estensione, e la completa astrazione della voce cantata dalla voce parlata.

Nel Belcanto non esiste l’idea di verosimile, la vocalita e il timbro non devono assolutamente essere in linea con il carattere e anche il sesso del personaggio, il grande eroe o l’innamorato come Giulio Cesare, Arsace, Tancredi, Romeo, sono interpretati da castrati soprano o contralto, o da donne quando la pratica della castrazione non sembrerà più cosa opportuna, e l’unione perfetta delle anime e delle voci si ottiene mediante il canto all’unisono finale, o il melodioso canto per terza o per sesta, e giammai in finto unisono in ottava come soprano e tenore nell’opera tardo ottocentesca e poi verista, fino a Puccini che di tale sonorità ha fatto caratteristica peculiare dei propri duetti d’amore.

 Vietato l’uso del cosiddetto “registro di petto”, se non per l’effettone teatrale, vietato l’uso del realismo nella voce, se un personaggio piange il suo dolore canta il suo pianto ma non piange, se urla di dolore canta il suo urlare ma non urla, se scaglia fulmini di odio e rancore canta il suo odio e rancore con note adeguatamente composte ma non urla mai il suo furore, lo canta.

 Questa pratica vocale, definitivamente e in modo assai incompleto codificata solo in epoca ormai tarda nel 1840 da M. Garcia nel suo Traité complet de l’art du chant dopo decenni di tradizione orale e passaggio di consegne da allievo a maestro, morirà con l’avvento del realismo nel teatro musicale, la corrente artistica del Romanticismo spazzerà via questo stile in favore di uno più teatrale dove non sarà più “prima la musica e poi le parole”, per dirla con Salieri, ma prima il teatro, il personaggio, la recitazione, e si darà il la definitivo all’avvento della vocalità verista, vera tomba dell’arte del Belcanto, dove l’estetica vocale sarà esattamente l’opposto, ampia pratica del canto “di petto” per rendere la voce sempre più simile a quella parlata, ampio spazio a urla, gemiti, e ogni effetto che possa muovere a commozione il pubblico, in uno spettacolo in cui ormai la musica è un pretesto per mettere in scena un testo drammatico e non più il testo drammatico un pretesto per mettere in scena della musica meravigliosamente scritta e cantata.

Altro effetto della morte della tecnica del Belcanto è il progressivo inspessimento delle voci, la riduzione drastica e pressoché inevitabile dell’estensione, e la perdita di precisione nel canto di agilità, tutte conseguenze ascrivibili alla mancanza di perizia tecnico-atletica della nuova scuola di canto, alla sostituzione della respirazione diaframmatico costale con quella addominale, alla perdita delle conoscenze in termini di cavità di risonanza e di uso dei registri vocali.

 Potrei dire della causa principale della scomparsa della tecnica belcantista con parole mie ma preferisco affidarmi a quelle di un mio mito, Gioacchino Rossini, che nel 1860 sostenne con uno scettico e supponente Richard Wagner una conversazione sul tema, riferita parola per parola da Edmond Michotte, fautore dell’incontro fra il grande Maestro a riposo e il compositore tedesco a Parigi nel tentativo di far rappresentare il suo Tannhäuser.

 Rossini nel mezzo della conversazione parlando della sua carriera in Italia (finita nel 1823 con Semiramide) sostiene che le condizioni dei teatri in Italia all’epoca lasciavano abbastanza a desiderare ed erano in piena decadenza, così come l’arte del canto era in declino.

 Wagner: “A cosa attribuisce un fenomeno tanto inatteso in un paese dove le belle voci abbondano?”

Rossini: “Alla scomparsa dei castrati!. Non si può immaginare come siano affascinanti la voce e il consumato virtuosismo di cui sono dotati, in mancanza di altro e per generosa compensazione, questi bravi fra i bravi. Erano anche maestri incomparabili. In genere veniva affidato loro l’insegnamento del canto nelle cappelle musicali collegate alle chiese e da esse mantenute. Alcune di queste cappelle erano celebri. Erano vere accademie di canto. Gli allievi vi accorrevano numerosi e molti di essi abbandonavano spesso la cantoria per intraprendere la carriera teatrale. In seguito al nuovo regime politico instaurato in Italia dai miei irrequieti compatrioti, le cappelle musicali furono sostituite da qualche conservatorio dove, in materia di buone tradizioni del bel canto non si conserva un bel niente ( si noti il gioco di parole ).

Quanto ai castrati, scomparvero e si perse l’abitudine di crearne di nuovi. È questa la ragione della decadenza inarrestabile dell’arte del canto.”

  E non posso che essere pienamente concorde con lui.


Questo articolo, tratto dal sito del Controtenore Angelo Fernando Galeano che ringraziamo vivamente, verrà anche pubblicato sul  Blog dedicato al Belcantismo



 

lunedì 22 ottobre 2012

Mathilde Marchesi e la belcantistica Messa di Voce



Ad aprire la seconda parte del suo "Méthode de chant théorique et pratique", Op.31, pubblicato nel 1887, Mathilde Marchesi pone proprio come primo esercizio/vocalizzo, con accompagnamento pianistico, quello sulle "messe di voce".

Il fatto ci fa comprendere come ancora a fine Ottocento, nel tardo-romanticismo, dal punto di vista stilistico-musicale vi sia rimasto il gusto barocco non solo nella musica strumentale di Brahms, ma anche in ambito vocale operistico, e al contempo anche dal punto di vista tecnico la scuola italiana di Bel Canto continui a proporre giustamente "l'attacco" del suono vocale, come lo chiama correttamente la sig.ra Marchesi, non a piena voce fissa, ma piuttosto partendo dal piano per aumentare di volume e poi ritornare al piano, facendo gran bene così a livello fisico alle corde vocali!

Da questo esercizio, che permette di costruire suoni puri, puliti e belli, si passa in questo metodo via via ad altri tipi di esercizi, fino a costruire sempre più delle frasi e ad arrivare ad un vero e proprio vocalizzo-brano musicale, affrontando la maggior parte delle problematiche tecniche che si ritroveranno nelle arie del repertorio.



Così facendo, si lavora gradatamente ad un problema per volta e quando il cantante andrà a interpretare un brano musicale di un compositore di musica vocale da camera, una cantata, un oratorio e un'opera, sarà pronto allora a risolvere tutti i problemi tecnici che l'autore solitamente mischia assieme per creare la Musica!

In un periodo come il nostro, in cui abbiamo da alcuni decenni avviato un percorso di recupero filologico-musicale delle musiche antiche, sia la "messa di voce" riconsiderata il fondamento per un recupero stilistico del "bel suono" valido per tutte le epoche del canto!

Mattia Peli

sabato 6 ottobre 2012

Il Bel Canto e i semitoni

Mathilde Marchesi(nome d'arte di Mathilde Graumann, Francoforte sul Meno, 24 marzo 1821 – Londra, 17 novembre 1913) è stata un mezzosoprano e maestro di canto tedesca, sostenitrice del metodo vocale del belcanto. studiò canto con Manuel García, il più rinomato maestro di canto dell'epoca. Garcia rimase colpito dalle qualità vocali di Mathilde da affidarle più tardi tutti i suoi allievi dopo che, a causa di un incidente, García fu costretto ad abbandonare l'insegnamento.

Iniziò come cantante nelle sale da concerto. Il 19 aprile 1852 sposò in Germania il baritono italiano Salvatore de Castrone, marchese della Rejata, noto col nome d'arte di Salvatore Marchesi il quale era stato anch'egli allievo di García.
Mathilde Marchesi De Castrone
 Nel suo "Méthode de chant théorique et pratique", Op.31, pubblicato nel 1887, mette tra i primissimi esercizi/vocalizzi quello della "legatura cromatica", vale a dire un vocalizzo (con accompagnamento pianistico) che lega i semitoni; l'attuale pratica generale di fare di prima mattina a freddo solo vocalizzi con figurazioni (scale e arpeggi) abbastanza veloci ascendenti e discendenti impostate sulle quinte giuste, ripetute salendo per semitoni senza mai intervenire legando i semitoni non può essere una buona pratica; come si può notare nei vocalizzi che si trovano per esempio in questo metodo vengono affrontati molti tipi di figurazioni e intervalli sia diatonici che cromatici, partendo da note singole fino ad arrivare gradualmente a più ampi intervalli, ai salti e alle scale, gli arpeggi, i trilli, ecc.
Il primo esercizio del metodo Marchesi
 E' antistorico e sconsigliabile anche nella pratica risolvere con qualche vocalizzo sulle cinque note, per poi passare a cantare delle arie di grandi compositori portandosi dietro problemi tecnici irrisolti che poi rischiano quasi certamente di ledere o impedire la realizzazione della MUSICA!
Potete scaricare da questo LINK il Metodo di Canto Teorico e Pratico di Mathilde Marchesi.
Prendiamo esempio dal passato, se vogliamo tornare al Bel Canto!
Mattia Peli
 

mercoledì 12 settembre 2012

Nasce il sito dedicato al grande Concorso Mondiale "Belcanto Italiano"

Tra le grandi stelle del web, si è affacciato proprio in questi giorni un nuovo amico dell'Opera: si tratta del sito www.belcantoitaliano.com

Il sito si presenta con un'interfaccia grafica semplice e molto intuitiva; tutte le fotografie sono tratte dalle varie fasi che hanno caratterizzato la scorsa edizione.

Il logo è classico e ben leggibile, il menu a destra chiaro, e permette l'accesso alle varie pagine in lingua italiana e inglese.




Il sito è nato per sostenere il Concorso Mondiale "Belcanto Italiano" le cui eliminatorie si svolgono completamente online e avvengono attraverso una semplice iscrizione a cui è possibile accedere da questa pagina.

Il Concorso "Belcanto Italiano" consentirà a tutti i selezionati di accedere ad una fase preparatoria intensiva mediante l'attribuzione di borse di studio, che si svolgerà a Pineto (TE), una graziosa cittadina sulla riviera abruzzese, lavorando tecnicamente sia per la scena che per la parte musicale, con Cantanti e Registi sempre affiancati a un Direttore d'orchestra.

I primi Concerti si svolgeranno tra Pineto (Villa Filiani e Teatro Polifunzionale) e Atri (Auditorium Sant'Agostino e Teatro Comunale), per approdare poi dapprima a Roma e poi a Varsavia.

Tutti i selezionati saranno chiamati in ruoli per l'allestimento di un Oratorio in forma semi-scenica e di un'Opera che li vedranno protagonisti tra l'Italia e la Polonia.

Tra docenti e giurati, ecco i nomi:

Roberto Scandiuzzi, Basso  - Francesco Anile, Tenore
Astrea Amaduzzi, Soprano - Mattia Peli, Direttore d’orchestra e Pianista
Massimo Moretti, Compositore
Lorenzo Fragassi, Organista - Mirco Michelon, Regista
Alberto Macchi,  Regista e Direttore Artistico della Compagnia “Esperiente” di Varsavia
Tadeusz Deszkiewicz, Giornalista e Vice – Presidente
della “Stanislaw Moniuszko Society” di Varsavia
Anna Dell’Agata, Presidente del “Centro Agathé per l’Arte e la Scienza” di Roma

Possono partecipare a questo grande concorso: Soprani  -  Mezzosoprani  -  Contralti -  Tenori
Baritoni  - Bassi  - Solisti e Coristi -  Sopranisti - Contraltisti – Controtenori
Pianisti Accompagnatori - senza limiti di età e nazionalità

Il bando è disponibile da questo link.

I partner, (in evoluzione), vedono nomi importanti quali:



    

    


Il termine delle iscrizioni è fissato al 15 aprile 2013   -  Dunque non dimenticate di visitare il Sito Web di riferimento che prossimamente sarà aggiornato anche con una sezione didattica e bibliografica:
www.belcantoitaliano.com

Cordiali saluti a tutti
Arteconvivio Italia
www.arteconvivio.it
www.kamerton.net

lunedì 13 agosto 2012

Gregorio Lambranzi e le coreografie del primo Settecento

La mia passione per le Arti Figurative mi spinge spesso a trascorrere notti intere seguendo piste che mi portano a facsimili spesso veramente pregevoli.

Mi sono imbattuta nella Biblioteca Nacional Hispanica che è una vera miniera di testi meravigliosi. In particolare ho selezionato per i lettori del nostro blog, un'edizione del 1716 dedicata a un'arte che va di pari passo con la Musica: LA DANZA.

Si tratta "nientepopodimenoche" :) di una sorta di manuale che illustra passi di danza, con tanto di esempi musicali, scritto da Gregorio Lambranzi, con incisioni di Puschner Johan Georg. Di questo libro, stampato all'epoca in 300 copie, rimane oggi qualche decina di esemplari nelle piu' illustri biblioteche del mondo, cui si aggiunge, grazie alla Spagna, in formato digitale, anche quella di Arteconvivio Italia.

Il libro si scarica direttamente da questa pagina: http://www.arteconvivio.it/Gregorio_Lambranzi_Tanzeschool.htm

Non puo' mancare qui sul nostro Blog un'anteprima di questo splendido testo.


e cenni biografici dell'autore con una breve descrizione del libro; ancora una volta ci viene in aiuto il magnifico "Dizionario Treccani Online" (che gran cosa è il web!!!).

"LAMBRANZI, Gregorio. - Attivo nei primi decenni del XVIII secolo come coreografo e ballerino, non se ne conoscono i dati anagrafici. (....) "Danzatore e maestro di ballo, si dichiara "di Venezia", ma questo non implica che fosse nato in quella città. L'Italia e principalmente Venezia erano all'epoca una credenziale teatrale, specie per quanti operavano nella commedia dell'arte e il L., forse interprete sulle scene veneziane, potrebbe avere sfruttato tale condizione per pura opportunità. (...)
Alla formazione e alla cultura umanistica il L. affiancò la conoscenza di regole, terminologia e notazione coreografica francese: nel frontespizio della Tantz-Schul, Minerva regge il foglio della prima pagina della Loure pour deux hommes, dancée par Mr Blondy et Mr Philbois à l'Opéra de Scilla di G.L. Pécour, in notazione coreografica Beauchamps-Feuillet. L'attività di danzatore e "inventore" di balli, svolta, come egli afferma, nei "principali theatri in Germania, in Italia, Francia"

Della versione a stampa del libro "Tanz School" del 1716 sono noti 22 esemplari, conservati in 18 biblioteche europee e statunitensi. Considerando alcune caratteristiche tipografiche, la tiratura di questa edizione è stata stimata intorno alle 300 copie (Ewert, p. 224). Utilizzata quasi certamente nei collegi nobiliari, la Tantz-Schul fu pubblicata senza dedica da J.J. Wolrab. Il L. si avvalse della collaborazione del disegnatore J.G. Puschner (in alcune copie anche editore), al quale fece da modello per la realizzazione delle 101 incisioni su rame, in vesti sia maschili sia femminili. "

Buona visione a tutti,
Cordialmente,
Astrea Amaduzzi



A PINETO LA GEORGIA SI AGGIUDICA UN PREMIO MONDIALE CON IL SOPRANO LALI MISHVELIA


E' la Georgia, rappresentata dal Soprano Lali Mishvelia, che ha vinto il 1° Concorso Mondiale "Belcanto Italiano" promosso da Arteconvivio Italia, dal Centro Agathé di Roma, e dai Comuni di Pineto e di Atri.

La manifestazione internazionale di altissima qualità vocale e strumentale si è svolta dal 5 al 14 giugno 2012 a Villa Filiani, Pineto, sviluppandosi nella sua semifinale in un laboratorio che ha avuto immediata risonanza europea.

I partecipanti, selezionati in un modo del tutto nuovo e rapido attraverso l'invio on-line di materiale audio-video proveniente da tutto il mondo attraverso il sito www.arteconvivio.it, hanno potuto perfezionarsi su vari piani con docenti di chiara fama: il grande Basso italiano Roberto Scandiuzzi, il Soprano Astrea Amaduzzi, specializzata nell'insegnamento della tecnica belcantistica italiana, il Direttore d'orchestra e Pianista Mattia Peli e il Regista Alberto Macchi, Direttore Artistico della "Compagnia Esperiente" di Varsavia.



Dopo i primi due concerti (10 e 14 giugno a Pineto), la Finale si è disputata ad Atri, nella suggestiva cornice dell'Auditorium  Sant'Agostino.

Lali Mishvelia, che proviene dalla classe della Professoressa Lucia Fiori del Conservatorio "G.Rossini" di Pesaro, è stata apprezzata per le sue doti tecniche e stilistiche belcantistiche di rara raffinatezza.

Il secondo premio è stato assegnato al tenore italiano Stefano Tanzillo, allievo del celebre Tenore italiano Francesco Anile, e il  terzo premio ha visto protagonista la Corea, rappresentata dal Soprano Kyongmee Lee.

I tre vincitori, assieme ai finalisti Costantino Minchillo, Paola Roncolato e alla Pianista accompagnatrice Silvia Ercolani, che ha ottenuto un Diploma d'Onore, si vedranno coinvolti prossimamente in un prestigioso concerto che si terrà al Teatro Flavio di Rieti, e sarà loro offerta la registrazione di un CD.

Tutti saranno promossi a livello internazionale insieme ai tre vincitori da Arteconvivio Italia.

Un ringraziamento particolare va all'attento Tadeusz Deszkiewicz, Critico Musicale, Giornalista e Vice Presidente della prestigiosa  Società Concertistica Moniuszko di Varsavia, che assieme ai docenti  è stato membro d'onore della giuria del Concorso mondiale.

Potete ascoltare direttamente i vincitori di questo concorso sul canale Youtube dedicato al concorso: OnlineOperaContest

Cordialmente, buon ascolto a tutti, Astrea Amaduzzi

mercoledì 2 maggio 2012

Figure con i suoi abiti al naturale DEL MUZIO SCEVOLA - 1760

Una volta tanto la SIAE si dimostra generosa. Ho raccolto le immagini sciolte che la sua biblioteca teatrale on line (piuttosto esigua al momento perché contiene pochi volumi), e le ho riunite in un unico fascicolo che ho poi trasformato in PDF.

Per la gioia di musicisti, cantanti, scenografi, costumisti, appassionati, melomani e non (anche pittori!!!) Signore e Signori, ecco a voi l'ultimo regalino di Belcanto Italiano (che troverete anche su Facebook cliccando qui )

Aprite bene gli occhi perché il materiale è assai pregevole:




Buone delizie immaginifiche a tutti quanti

Cordialmente,

Astrea Amaduzzi

mercoledì 29 febbraio 2012

Buon Compleanno Rossini!

Belcanto Italiano e Arteconvivio Italia festeggiano il Maestro Gioacchino Rossini con la pubblicazione di un testo veramente particolare:


All'interno una descrizione accurata di quanto accadeva in quegli anni; un compositore come Rossini, ancora in vita, veniva festeggiato con grandissimi onori perfino da illustri politici e interi battaglioni schierati in abito da parata e si registra il "TUTTO ESAURITO" in alberghi locande e teatri!!!

"Le feste celebrate in Pesaro nell' onomastico di Gioacchino Rossini
ben meritano di essere raccontate e descritte,
e dal Municipio registrate tra i fasti cittadini a ricordo degli avvenire,
perocché non a inutile passatempo esse intendevano, ma bensì ad onorare il Genio
italiano, ed a svegliare in tutti i petti l'amor della gloria..."


"Giunta adunque l'epoca stabilita, la Società Rossiniana,
il Municipio, e la Commissione Bolognese pubblicarono ciascuno i loro programmi.
All'apparire di essi, veduta la cosa certa e sicura, se la commozione fu grande in Pesaro,
non fu fuori minore; e ben presto le domande di appartamenti, di camere,
di palchi piovevano da tutte parti..."

Cordialmente, buona riflessione..

Astrea Amaduzzi

giovedì 16 febbraio 2012

Angelo Solerti e la sua indagine sull'origine del melodramma

Angelo Solerti (Savona, 1865 – Massa, 1907) è stato un critico letterario e bibliotecario italiano. Ma a quanto pare fu interessato molto anche alla musica, in special modo all'origine del melodramma, tant'è vero che scrisse sull'argomento ben 5 libri che Arteconvivio pubblicherà presto avendo trovato tutto il corpus dell'autore sulla storia del melodramma... ;)




Dopo la laurea, Angelo Solerti fu professore d'italiano nei licei, e poi, dopo essere stato bibliotecario, fu nominato Provveditore agli studi, prima per la provincia dell'Aquila (dal 1900) e quindi, dal 1902, per la provincia di Massa, città in cui visse con la famiglia.


La Civica Biblioteca di Bergamo  conserva molti suoi carteggi (per chi fosse interessato ecco il link diretto:  www.bibliotecamai.org/cataloghi_inventari/carteggi


Arteconvivio Italia pubblica il primo dei lavori di Solerti sulle origini dell'Opera italiana:



All'interno notizie su Alessandro Guidotti, Ottavio Rinuccini, Jacopo Peri, Giulio Caccini, Marco da Gagliano, Filippo Vitali ed altri, e alcuni dei libretti di rappresentazioni antenate dell'Opera Italiana.


Cordialmente, Buona Musica e buona lettura!


Astrea Amaduzzi

domenica 5 febbraio 2012

LA DISCENDENZA BELCANTISTICA DEGLI EVIRATI CANTORI


Cercando notizie sul celebre Alessandro Moreschi (1858 - 1922), unico castrato di cui esiste registrazione, ho scoperto che era collega e amico di altri  due celebri nomi del Diciannovesimo Secolo, tra gli ultimi castrati ancora attivi al Vaticano: Domenico Mustafà e Domenico Salvatori.


Ero già a conoscenza delle registrazioni di  Alessandro Moreschi, che avevo ascoltato con un velo di sorriso e reverenziale rispetto anni or sono, subito pensando all'epoca d'oro della grande musica barocca.


Interrogandomi su quanto sia rimasto nel nostro modo di cantare di quel mondo musicale perduto, ho cercato ulteriori notizie storiche e qualche documento audio. Mi sono messa così alla ricerca di tutte le tracce audio che il Moreschi aveva registrato nei primissi anni del '900 (si parla di 17 tracce ma in genere se ne conscono soltanto 2 o 3), ed ho trovato materiale interessantissimo che presto pubblicherò.


E tra le cose scoperte questo è quanto ora evidenzio: l'umbro Domenico Mustafà, famoso Soprano, (1829 - 1912), amico e collega di Moreschi, fu celebrato per la sua estensione (2 ottave piene), la bellezza della voce, l'abilità nelle colorature e nella tecnica dell'emissione, fu compositore, corista e poi nel 1860 direttore di coro di Papa Leone XII.


Fu anche rinomato come didatta, e qui arriva il bello: fu maestro anche di un celebre Soprano: Emma Calvé (1858-1942) di cui esistono numerosissime registrazioni.


Emma Calvé prese lezioni da Domenico Mustafà nel 1892, qualche tempo prima era stata allieva di Manuel García e Mathilde Marchesi, su cui mi riprometto di scrivere mentre porterò avanti le mie ricerche.


Domenico Mustafà, elogiato per la sua intelligenza, pur essendo Direttore perpetuo della Cappella Sistina decise di ritirarsi nel 1902 nominando Lorenzo Perosi suo discendente.


Le conclusioni di questo mio post arrivano a un punto logico: ascoltando non solo Moreschi ma anche le registrazioni dei cantanti dei primissimi anni del '900 si puo' affermare senz'ombra di dubbio che quando compositori come Bellini, Rossini, Donizetti e perfino Mascagni, (da che mi par di sentire sempre eseguito con OBBLIGO DI TRUCULENZA E SFORZO perché "verista"), non erano eseguiti come siamo abituati ad ascoltarli oggi, con necessità di urlo e spinta, ed essi stessi quando scrivevano le loro partiture, avevano in mente una tecnica e un'emissione completamente diverse da come siamo abituati oggi a intenderle in certi ambienti.


Rimane l'interrogativo che porgo a chi vorrà leggere il mio testo: cosa è rimasto nel nostro modo di cantare il repertorio ottocentesco di quel mondo musicale perduto?



1920: Emma Calvé, a 62 anni, ha registrato la Barcarolle di Offenbach 




Astrea Amaduzzi

domenica 8 gennaio 2012

Tosi - Opinini de' Cantori Antichi e Moderni

Ecco un nuovo regalo per i nostri lettori: si tratta del libro Opinioni de' Cantori Antichi e e Moderni del 1723



Stavolta per mancanza di tempo, ci appoggiamo all'Enciclopedia TRECCANI (online) di cui sono da sempre un'ammiratrice. Ne riporto fedelmente il testo:
"Tósi, Pier Francesco. - Musicista (Bologna 1654 circa - Faenza 1732). Studiò con suo padre, Giuseppe Felice (n. Bologna 1630 circa); fu celebre virtuoso e maestro di canto; nel 1692 si stabilì a Londra, poi (1705-11) fu compositore di corte a Vienna. Tornò in seguito a Londra, ove rimase fino al 1727. Compose un oratorio e molte cantate e lasciò un volume di osservazioni e memorie sull'arte del canto."


Certamente la TRECCANI ONLINE non ci dice un fatto di fondamentale importanza: che Tosi era un evirato cantore. Il titolo completo del libro poi ci da un altro indizio: "Opinione de' cantori antichi e moderni, o sieno osservazioni sopra il canto figurato, pubblicata a Bologna, per Lelio della Volpe, nel 1723"-


Il canto figurato ci da un'importante notizia: che Tosi ha sentito l'esigenza di spiegare ai suoi contemporanei quale fosse la tecnica per eseguire il canto sulle figure o figurazioni, ossia per i passaggi ricchi di varietà ritmica e melodica. 


Nei prossimi giorni ci occuperemo anche della definizione e spiegazione piu' esatta del termine "canto figurato".


Cordialmente, Astrea Amaduzzi 



domenica 1 gennaio 2012

ORE DI STUDIO DEL CANTO NEI TEMPI ANTICHI E MODERNI

Giovanni Andrea Angelini Bontempi, sul quale facilmente si troveranno notizie in rete fu un evirato cantore che non sviluppo' la sua voce come i famosissimi colleghi castrati del suo tempo. Nacque nel 1625, e a settant'anni scrive l'"HISTORIA MUSICA" che, tramite Google Libri, Arteconvivio Italia mette a disposizione dei nostri lettori nella propria biblioteca on line.


In questa pubblicazione, a pag.170 (190 del PDF), viene trovato un brano celeberrimo per essere trascritto anche in molti testi usati in conservatorio: si tratta della descrizione di una giornata - tipo di uno studente di canto.


Non riportiamo ora la citazione, ma citiamo i tempi di studio:


"un’ora nel cantar cose difficili e malagevoli per l'acquisto dell’esperienza."


"Un’altra nell’esercizio del trillo."
"Un’altra in quello de’ passaggi."
"Un’altra negli studi delle lettere"
"un’altra agli ammaestramenti ed esercizi del canto"


Dopo il mezzodì:
"mezz’ora negli ammaestramenti appartenenti alla teorica"
"un’altra mezz’ora nel contrappunto sopra il canto fermo"
"un’ora nel ricevere e mettere in opera i documenti del contrappunto"[esercizi scritti]
"un’altra negli studi delle lettere"
"il rimanente del giorno nell’esercitarsi nel suono del clavicembalo, nella composizione di qualche salmo o mottetto, o canzonetta, o altra sorta di cantilena secondo il proprio genio."


Se ci concentriamo sull'analisi dei tempi diventa evidente un fatto molto interessante che trovo giusto e utile anche per esperienza personale: lo studio del canto è fatto di ore di pratica, che però non devono essere esagerate .


Le corde vocali infatti, sono rivestite da una mucosa che, per errata impostazione (come per esempio il famoso "canto di fibra") o per uso prolungato è all'origine dei famosi "NODULI ALLE CORDE VOCALI".


Tornando al testo preso in analisi, le ore di studio pratico del canto sono in tutto circa tre, ma tolti gli interventi del Maestro, sempre presente con il suo orecchio vigile, introduzioni alle arie, risposte dei fraseggi, cambi tra un brano e l'altro, a seconda dei casi, diventano 2 / 2,30 al massimo.


Questa considerazione dovrebbe essere di monito per i cantanti che sostengono che "scaldare" la voce un'ora o un'ora e mezza per poi proseguire due o tre ore di studio di arie e simili, non è soltanto faticoso, ma anche dannoso.


Io stessa, prima di recite teatrali ho potuto osservare miei colleghi cantare a squarciagola per ore ed ore per arrivare poi vocalmente stanchi alla recita.


Meditate, allievi di canto, meditate...


Astrea Amaduzzi