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Fanny Salvini-Donatelli, prima Violetta della storia |
QUALITÀ NECESSARIE PER IL RUOLO DI 'VIOLETTA':
l'esempio principe di Fanny Salvini-Donatelli (nata Francesca Lucchi, 1815 – 1891), soprano fiorentino 38enne, 'prima interprete assoluta' della Traviata - già con quattordici anni di carriera alle spalle, nella quale aveva interpretato anche l'Elvira dei 'Puritani' di Bellini - che secondo Tommaso Locatelli, critico particolarmente attendibile, "cantava i PASSI D'AGILITÀ - per lei scritti da Verdi - con PERIZIA e PERFEZION" e "rinnovava ogni sera le stesse meraviglie con la sua PORTENTOSA AGILITÀ e SICUREZZA"!!!
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Violetta, secondo Verdi:
Parigi, 1 dicembre 1853.
Caro Vigna,
Non desidererei di meglio che di vedere rimontata la «Traviata» che, tu lo sai, amo come tutte le altre opere mie, ma vorrei che ciò si facesse con artisti eccellenti e sopratutto adattati a quella musica. Per la «Traviata» si richiede una prima donna di primo sentire, di canto appassionato e di bella presenza. Senza queste qualità è impossibile un successo. La Bendazzi, per quanto buona artista non può unire queste qualità. (...)
23 marzo 1854.
Caro Vigna, (...)
Dopo un anno, ho esaminato bene ed a mente fredda questa povera «Traviata», mi ostino a credere che non sia poi sì cattiva e diavola come si vorrebbe; il terzo atto è di gran lunga superiore al resto dell'opera: che il primo è il più debole, e che il Duetto e Finale del secondo atto dovevano produrre maggiore effetto. Vedremo alla riproduzione. Tutto dipende, io credo, dalla prima donna. Del resto sarà quel che Dio vorrà .... Amen. (...)
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Notizie teatrali.
Bollettino degli Spettacoli della Stagione. — Gran Teatro la Fenice. — "La Traviata", libretto di F. M. Piave, musica del maestro Verdi.
GAZZETTA UFFIZIALE DI VENEZIA, Lunedì 7 marzo 1853:
(...) La Salvini-Donatelli cantò que' passi d'agilità, che molti per lei scrisse il maestro, con una perizia e perfezion da non dirsi: ella rapì il teatro [*], che, alla lettera, la subissò d'applausi. Quest'atto ottenne il maggior trionfo al maestro; si cominciò a chiamarlo, prima ancora che si alzasse la tela, per una soavissima armonia di violini, che preludia allo spartito; poi al brindisi, poi al duetto, poi non so quante altre volte, e solo e con la donna, alla fine dell'atto.
Nel secondo mutò fronte ahimè! la fortuna. Imperciocchè nella guisa medesima che dell'arte oratoria fu detto ch'ella tre cose richiede: azione, azione, azione; tre cose egualmente in quella della musica si domandano: voce, voce, voce. E nel vero un maestro ha un bello inventare, se non ha chi sappia o possa eseguire ciò ch'egli crea. (...) onde tutti i pezzi, che non furono cantati dalla Salvini-Donatelli andarono, per dirla fuor di figura, a precipizio. Nessuno degli altri cantanti trovavasi in piena sanità o sicurezza di gola, quantunque ognuno renda giustizia alla rispettiva loro bravura.
Laonde, pur concedendo che la musica fu magnificamente dall'orchestra sonata, tanto che in un delizioso preludio dell'atto terzo ella meritò che si levasse un grido universale di bravi, con tal fusione ed accordo di suono l'eseguirono i violini, che mossi pareano da un solo archetto, aspetteremo a giudicare il rimanente dell'opera, a non mettere il piede in fallo, ch'ella sia meglio cantata; (...)
GAZZETTA UFFIZIALE DI VENEZIA, Sabato 12 marzo 1853:
(...) Il fatto è che, dopo le prime rappresentazioni, il favore dell'opera è cresciuto; tanto che mercoledì il maestro fu domandato, non solo al prim'atto, ma e al termine del secondo e del terzo. Per verità, l'esecuzione non è delle più finite; e fuor che dal lato della Salvini-Donatelli, la quale rinnova ogni sera le stesse meraviglie con la sua portentosa agilità e sicurezza, ella, l'esecuzione, molto lascia desiderare. E tuttavia l'opera non pure resiste, ma monta (...)
[* Whatever the audience may have thought of Fanny Salvini-Donatelli's physical appearance, they were appreciative of her singing. The critic in "La Gazzetta di Venezia" wrote the following day: "Salvini-Donatelli sang those coloratura passages, of which the maestro wrote so many, with an indescribable skill and perfection. She captivated the theatre." - N.B. : Salvini-Donatelli made her operatic debut in 1839 at the Teatro Apollo in Venice as Rosina in Rossini's "Il barbiere di Siviglia".
She went on to a major career in Italy singing primarily at La Fenice and the Teatro Regio di Parma, where in 1850 a sonnet in her honour, written by the city's epigramist, Artaserse Folli, was distributed to the audience. She also performed at La Scala, the Teatro Regio di Torino, the Teatro Comunale di Bologna, the Teatro Grande di Trieste and several other Italian theatres.
Outside Italy, she sang in Paris, Barcelona, Vienna (where she made her debut in 1843 as Abigaille in "Nabucco" conducted by Verdi himself), and London (where she made her debut in 1858 at the Theatre Royal, Drury Lane as Leonora in "Il trovatore").]
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- Sulla voce e l'arte della prima interprete di Violetta -
Ha detto di lei lo scrittore italiano Francesco Regli (1802 – 1866):
"La bella sua voce robusta e pieghevole penetra nell'anima, l'accento del suo canto strappa sempre un applauso d'entusiasmo, e fa tessere la più belle corone che tante volte raccolse; corone che non perdono mai la loro fragranza, e sono il più bell'ornamento ed il più caro della vita dell'artista."
E ancora:
"La signora Salvini-Donatelli, oltre essere intelligente ed appassionata cantante, è vera attrice, e diffonde nel cuore di chi l'ascolta la consolazione, la disperazione, la tristezza, l'amore, il riso, le passioni tutte infine e gli affetti del personaggio che rappresenta, del quale si identifica sempre in modo ammirabile."
[Francesco Regli - "Morti e vivi. Biografie artistiche pel nuovo anno 1850" - Tip. Fory e Dalmazzo, Torino, 1850 (a pagina 116)]
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