lunedì 7 aprile 2025

Belcanto Italiano a Genova


Prossimo seminario intensivo sull'universo della voce nel canto lirico, con i fondatori di Belcanto Italiano: dal 24 al 27 aprile 2025 a Genova.
Dalla tecnica degli acuti al respiro profondo, potenziamento del suono e molto altro ancora! Vi aspetto con il M° Mattia Peli che sarà disponibile, assieme a me, a sciogliere ogni dubbio.

Ci vediamo in Liguria... un saluto e a presto da Astrea Amaduzzi!!!

per Info e prenotazioni
(Tel./WhatsApp) 3475853253

IL MAESTRO GIACOMO PUCCINI AL LAVORO

Il Maestro PUCCINI al lavoro

- IL MAESTRO AL LAVORO -

Appena aveva messo la parola «fine» a un’opera, il Maestro si concedeva un periodo di libertà, e col suo florido aspetto giovanile aveva tutta l’aria di uno studente in vacanza.
Aveva finito l’opera, e si divertiva e si riposava. Si riposava alzandosi presto alla mattina, facendo qualche corsa in automobile, portando a borbottare lungo il lago qualcuno dei suoi canotti a motore, perdendosi per delle mezze giornate alla caccia alle folaghe, e tornando a casa stanco morto. Anche il riposo è un’opinione. Il riposo consiste, quasi sempre, nel fare un lavoro al quale nessuno ci obblighi.
E il pensiero per l’esito dell’opera nuova? E l’ansia per la messa in scena? E l’attesa del giudizio del pubblico che dovrà decidere di qualche anno di lavoro appassionato e ardente? Nulla. Quando aveva scritto l’ultima nota dell’ultima scena, egli abbandonava la nuova creatura al suo destino. Quello che aveva da fare, il Maestro l’aveva fatto: adesso toccava a lei. L’aveva amata troppo intensamente nel periodo della gestazione: ora che l’opera era nata, egli sentiva il bisogno di un po’ di libertà. Ma pensava a ricominciare.
«Io non posso stare senza scriver musica» — mi confessava Puccini — «e siccome non sarei capace di mettermi a scrivere della musica sinfonica, cosi mi metto subito alla ricerca di un’altra opera. E' il mio modo di vivere, di appassionarmi, di esaltarmi, di godere. E penso che la Provvidenza mi aiuti col farmi trovare un «soggetto» simpatico, vibrante, pieno di vita, di commozione, di sentimento, e di umanità, sopratutto di umanità. Ma è un tormento la ricerca d’un libretto!»
Eppure non era il numero che gli mancasse. Ogni mattina, quando sedeva per la colazione, Puccini era sicuro di trovare sulla tavola, oltre alla corrispondenza e ai giornali, almeno un libretto d’opera. Questo nei giorni normali, nelle occasioni solenni i libretti erano due o tre. Puccini li guardava tutti: non li leggeva completamente, perché aveva famiglia e conosceva i doveri di un buon padre, che sono quelli di curare la propria salute, ma li scorreva per vedere se qualcuno avesse un lampo di originalità, una cosa nuova e viva. E lo aspettava quasi sempre una malinconica delusione.
Puccini dava giustamente al libretto una importanza grandissima. Il libretto deve essere limpido, chiaro, evidente, vario di vicenda, interessante: un aiuto al musicista, non soltanto un pretesto. E deve essere sopra tutto teatrale. L’opera lirica non è fatta soltanto di musica, è fatta di episodi commentati, interpretati dalla musica. In questo, Puccini aveva un occhio straordinario: il senso del teatro era in lui rapidissimo e preciso. Un accenno gli bastava a rivelargli una scena, a suscitargli una visione completa. Un movimento di personaggi gli dava immediato lo spunto musicale che sarebbe venuto a colorire la situazione. E allora si metteva a tempestare di osservazioni, di note, di richiami i margini delle pagine, e tramutava il libro in una specie di garbuglio geografico in cui egli solo riusciva a capire qualche cosa. E talvolta non capiva piu nulla neanche lui, preso al laccio dei suoi geroglifici.
Ma prima di scegliere un libretto, quante indecisioni, quanti pensieri, quante riserve! E spesso, quando aveva ben bene deciso e fatto cominciare il lavoro di poesia, lo rifiutava. (...)
Ma quando il libretto veniva scelto in modo definitivo, allora il Maestro vi si metteva con ardore, e cominciava subito col volerlo modificare. Era esigente, imperioso: aveva le sue idee e le voleva far trionfare.
L’ultimo atto della "Bohème", come era stato presentato dai due librettisti, non gli piaceva: egli aveva in mente uno sviluppo musicale che non si intonava col genere di morte che i poeti avevano trovato per Mimì, e lo spiegò. Giacosa disse: «Va bene» e rifece l’atto. Ma Puccini non era contento ancora, e arrossendo domandò una nuova modificazione. Giacosa, gentilissimo e instancabile, gli rifece l’atto per la terza volta. Puccini lo prende, va a casa, si mette a musicarlo: no, non gli viene, non è cosi che egli sente lo strazio di quella morte.
La mattina dopo va da Giulio Ricordi, col viso duro, indeciso fra il desiderio di domandare un’altra modificazione, e la intima coscienza di essere un prodigioso rompiscatole. Finalmente si fa coraggio, e quando Giulio Ricordi sorpreso di vederlo a quell’ora gli domanda: «Cosa c’é di nuovo?» Puccini gli spiega furiosamente in qual modo egli senta quel quarto atto, sicurissimo di sollevare le ire dell’editore, ma deciso a insistere.
Invece Giulio Ricordi lo ascoltò con grande attenzione, e quando il Maestro tacque egli esclamò:
— E giusto! Ha ragione!
E Giacosa gli accomodò l’atto per la quarta volta. Quella povera Mimì prima di morire definitivamente aveva provato tutte le morti possibili.


A Torre del Lago, quando stava per comporre un opera, il Maestro lavorava ogni giorno. Ma senza sforzo: se l’inspirazione non veniva, via! La vita a Torre del Lago era di una calma e di una tranquillità da convento. Puccini vi stava con la moglie e il figlio Tonio. Si alzava tardi, possibilmente, perché lo spettacolo dell’aurora lo avrebbe commosso troppo, e quasi ogni mattina portava a borbottare sul lago qualcuno dei suoi tre canotti a motore, o faceva una corsa in automobile in mezzo alla pineta fino alla marina, poi tornava a colazione, leggeva la corrispondenza, sfogliava i giornali, e si preparava dinanzi una sull’altra le lettere alle quali doveva rispondere. Perché Puccini era in questo di una regolarità impressionante: ogni giorno si allineavano sul suo tavolo le lettere per la risposta. Poi magari rimanevano li per mesi, per anni forse, ma questo non aveva importanza: la regolarità c’era.
Nel pomeriggio, se aveva voglia, dopo d’essere stato a caccia si metteva al piano a comporre. Ma il maggior lavoro lo compiva nelle ore tranquille quando gli altri dormivano. Alla sera, dalle dieci all’una o alle due dopo mezzanotte, egli si metteva al piano con dinanzi una immensa provvista di caffé e di sigarette, con una gran matita e dei grandi fogli di carta rigata dinanzi, e tormentava nervosamente la tastiera cavandone trilli di letizia, e larghi sospiri di tristezza, e spasimi d’amore, e vampate di ribellione, e un gocciolar di note stanche che sembravano spremute da occhi di pianto.
A volte il suono non rispondeva all’espressione che il Maestro domandava alla musica. E le mani picchiettavano inquiete, e lo stesso ritmo svariava nervoso sotto al tentativo, in cerca di un accento che non trovava la sua via. Allora, nel silenzio, dalla granda stanza a terreno in riva al lago quella cascata di note si diffondeva per le finestre aperte sulla strada del paesino, si spandeva nella notte, giungeva alle case intorno: e qualche giorno dopo, andando in giro, il Maestro sentiva canticchiare da un monello o da qualche fresca ragazza toscana un accenno, uno spunto dell’opera ancora non nata.
Cosi per le strade di Torre del Lago si cantarellava la musica di Puccini senza che nessuno ne avesse udito le opere a teatro. Il suo primo successo popolare cominciava con questo contrabbando innocente.
Questo in primavera, in estate, in autunno. All’inverno invece, quando non era chiamato in giro per il mondo da qualche sua opera nuova o da qualche ripresa importante, capitava a Milano per andare a teatro, fare i conti con l’editore, passeggiare in Galleria, e prendere qualche raffreddore. E anche per lavorare, ma senza impegno.
Nel suo appartamento al secondo piano di via Giuseppe Verdi, nel vasto salotto da lavoro, sotto il ritratto del bisavolo creatore della dinastia dei Puccini, fra un piano con la coda enorme, un tavolo dolorante sotto al peso della musica, e dei fogli di carta spettacolosi, il maestro attendeva specialmente al lavoro di strumentazione.
Aveva dinanzi a sé, sul leggìo, la prima bozza dello spartito, tempestata di segni, di note schiacciate come mosche sbattute sopra la carta mortifera, di richiami, di pezzetti di carta incollati, di avvertenze. Aveva di fianco il libretto, anch’esso lardellato di appunti, di striscioni, di segni fantastici, spaventosi, intraducibili talvolta anche per il Maestro, il quale di quando in quando vi si fermava, guardava, scrutava, tentava, tormentato:
— O che diavolo ho voluto scrivere, qui?
Poi, di colpo, riprendeva: le mani correvano sulla tastiera che rispondeva alla carezza con dei gridetti, dei suoni, dei trilli. E allora, a poco a poco, o di furia, nervosamente, le immense pagine della partitura si andavan popolando di bollicine nere, d’archi, di punti, di chiavi, d’accidenti. Ma tutto cio senza regola, tra il fumo di una sigaretta, un sorso di te, una giravolta sullo scanno per fermarsi a guardar la luce fuori dalla finestra, un occhiata al giornale, a una rivista di caccia, qualche buffetto al gilé brinato dalla cenere della sigaretta. Poi, musica!
La scrittura musicale di Puccini era atroce. All’annunzio di una sua opera nuova, era in tutti gli appassionati un fervore di lieta attesa. Ma v'erano a Milano alcune famiglie che tremavano: le famiglie dei copisti che dalla partitura del Maestro dovevano rilevare le note.
Per comprendere questo terrore bisogna vedere le pagine che uscivano dalle mani di Puccini. Tremende.

(da: Arnaldo Fraccaroli - LA VITA DI GIACOMO PUCCINI - Milano, Ricordi 1925) 


Il soprano drammatico Eva Sun, allieva al 3° anno dell'Accademia Nazionale di Belcanto Italiano, si prepara al debutto nel ruolo di Turandot

Eva Sun con i Maestri Amaduzzi e Peli al Teatro Filo di Cremona - 19 febbraio 2024

 

Il soprano drammatico Eva Sun di Philadelphia (USA), d'origine cinese e lituana, al terzo ed ultimo anno di corso con l'Accademia Nazionale di Belcanto Italiano, fondata e diretta dal soprano lirico puro Astrea Amaduzzi, ha in preparazione il ruolo di Turandot che interpreterà a settembre di quest'anno 2025 in Italia.

Eva Sun singing the High Cs as Turandot - Live at Belcanto Italiano Vocal Studio, June 2023


"Degna di segnalazione il soprano americano Eva Sun, che si è brillantemente esibita" (Nell'anno di Puccini applausi alle voci del belcanto, 'La Provincia', 29.02.2024

Allieva che possiede incredibili doti vocali e che, con assiduo studio, è giunta ad avere un'ampia estensione di ben 3 ottave, dal mi bemolle grave al mi bemolle sopracuto (potendosi permettere così senza problemi di eseguire sia il Fa# grave, sotto il Do centrale, scritto da Verdi nella cadenza di Elena in "Arrigo! ah! parli a un core", nell'atto IV dei "Vespri siciliani", ed il Sol grave, sotto il Do centrale, scritto da Rossini in "D'amor al dolce impero" nell' "Armida", che allo stesso tempo sopracuti scritti dal Cigno di Busseto come i Re bemolli sopracuti nella Scena di Violetta, o aggiunti di tradizione come il Mi b sopracuto a conclusione della Cabaletta "Sempre libera" nell'atto I di "Traviata"), sta raffinando e sviluppando la propria tecnica vocale ed ampliando il suo repertorio! 

 


Non perdete l'occasione di ascoltare questa giovane artista nelle prossime performance concertistiche e operistiche italiane...!!!


 

REPERTORIO COMPLESSIVO (comprendente anche nuovi brani in fase di studio):

Eva Sun, soprano drammatico / repertorio 2024-2025

Arie d'opera:

* Purcell - "Thy hand, Belinda!...When I am laid in earth" (da "Dido & Æneas")

Mozart - "In quali eccessi...Mi tradì quell'alma ingrata" (da "Don Giovanni")
Mozart - "Temerari...Come scoglio immoto resta" (da "Così fan tutte")

Rossini - "D'Amor al dolce impero" (da "Armida")

Bellini - Scena e Cavatina di Norma "Sediziose voci...Casta Diva...Ah! bello a me ritorna" (da "Norma")

Donizetti - "Tranquillo ei posa...Com'è bello! Quale incanto" (da "Lucrezia Borgia")

Verdi - Scena ed Aria di Violetta "E' strano!...Ah fors'è lui che l'anima...Follie!...Sempre libera" (da "La Traviata")
Verdi - "Teneste la promessa...Addio, del passato" (da "La Traviata")
Verdi - "Tacea la notte placida...Di tale amor, che dirsi" (da "Il Trovatore")
Verdi - "Timor di me?...D'amor sull'ali rosee...Miserere...Tu vedrai che amore in terra" (da "Il Trovatore")
Verdi - "Arrigo! ah, parli a un core" (da "I vespri siciliani")
Verdi - "Morrò, ma prima in grazia" (da "Un ballo in maschera")
Verdi - "Io non amarlo?…Me, pellegrina ed orfana" (da "La forza del destino")
* Verdi - "Son giunta!...Madre, pietosa Vergine" (da "La forza del destino")
Verdi - "Pace, mio Dio" (da "La forza del destino")
Verdi - "Tu che le vanità" (da "Don Carlo")
Verdi - "Ritorna vincitor!...I sacri nomi di padre, d'amante" (da "Aida")
* Verdi - "Ciel! mio padre!...Rivedrai le foreste imbalsamate" (duetto Aida-Amonasro, da "Aida")

Wagner - "Mild und leise" (da "Tristan und Isolde")

* Ponchielli - "Suicidio!" (da "La Gioconda")

* Mascagni - "Voi lo sapete, o mamma" (da "Cavalleria rusticana")

* Catalani - "Ebben? Ne andrò lontana" (da "La Wally")

Cilea - "Io son l'umile ancella" (da "Adriana Lecouvreur")

Puccini - "L'ora, o Tirsi" (da "Manon Lescaut")
Puccini - "In quelle trine morbide" (da "Manon Lescaut")
* Puccini - "Sola, perduta, abbandonata" (da "Manon Lescaut")
Puccini - "Non la sospiri la nostra casetta" (da "Tosca")
* Puccini - "La povera mia cena fu interrotta" (duetto Scarpia-Tosca, da "Tosca")
* Puccini- "Vissi d'arte, vissi d'amore" (da "Tosca")
Puccini - "Un bel dì vedremo" (da "Madama Butterfly")
Puccini - "Con onor muore...Tu? tu? Piccolo Iddio" (da "Madama Butterfly")
Puccini - "Laggiù nel Soledad" (da "La fanciulla del West")
* Puccini - "In questa reggia" (da "Turandot")

Brani sacri:

* Rossini - "Dal tuo stellato soglio" (Mosè in Egitto)
* Rossini - "Inflammatus et accensus" (dallo 'Stabat Mater')

* Mercadante - "Di mille colpe reo" (da 'Le sette ultime parole')

* Verdi - "La vergine degli angeli" (La forza del destino)
Verdi - "Libera me, Domine", per soprano solo e coro (dalla 'Messa di Requiem')

* Mascagni - "Inneggiamo, il Signor non è morto" (Cavalleria rusticana)
* Mascagni - Ave Maria (Cavalleria rusticana)

Eva Sun nel ruolo di Santuzza, in 'Cavalleria rusticana' di Mascagni - Cremona - Teatro Filo, 23 settembre 2024


'Santuzza avrà la voce e il volto della statunitense Eva Sun' - Il cittadino di Monza, 10 ottobre 2024

Ruoli operistici completi:
* - SANTUZZA ("Cavalleria rusticana" di Mascagni)
- TURANDOT ("Turandot" di Puccini)


N.B. - con l'asterisco [*] si indicano i brani/ruoli già interpretati in performance pubbliche
in teatri, sale, basiliche e all'aperto, tra Alessandria, Venezia, Vicenza, Milano, Reggio-Emilia, Cremona e Monza 

 

VIDEO DALLE PERFORMANCE CONCERTISTICHE/OPERISTICHE DI EVA SUN

Opera:

Purcell - "When I am laid in earth" (Dido & Aeneas)



Ponchielli - "Suicidio!" (La Gioconda)



Mascagni - "Voi lo sapete, o mamma" (Cavalleria rusticana)



Mascagni - "Tu qui, Santuzza?" (Cavalleria rusticana - con S.Rossi nel ruolo di Turiddu, e K.Yamada nei panni di Lola)



Catalani - "Ebben? Ne andrò lontana" (La Wally)

Puccini - "Sola, perduta, abbandonata" (Manon Lescaut)

Puccini - "Vissi d'arte, vissi d'amore" (Tosca)



Puccini - "In questa reggia" (Turandot)




Repertorio sacro:

Rossini - Inflammatus et accensus (Stabat Mater)



 Rossini - Dal tuo stellato soglio (Mosè in Egitto)

Mercadante - Di mille colpe reo (Le sette ultime parole)



Verdi - La vergine degli angeli (La forza del destino)



 Mascagni - Ave Maria (sul tema dell'intermezzo di Cavalleria rusticana)

Mascagni - Inneggiamo, il Signor non è morto (Cavalleria rusticana)


 

3 ottave d'estensione(Mi b grave-Mi b sopracuto)-soprano Eva Sun, allieva dell'Acc.Belcanto Italiano


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18 agosto 2023, Eva Sun riceve in Piemonte il certificato di compimento del primo anno di corso con l'Accademia Nazionale di Belcanto Italiano

Il soprano Eva Sun riceve l'attestato di 2° anno di corso con l'Acc. Belcanto Italiano, consegnato dal M° Alberto Veronesi al PUCCINI SUMMIT - Ravenna, 27 settembre 2024

 

Studio di uno dei grandi acuti di TURANDOT: il Si naturale "Quel grido e quella morte"

https://www.instagram.com/belcantoitaliano/reel/DFofk1_I4xm/ 

 

La Respirazione per un fantastico DO ACUTO nell'aria di TURANDOT "Gli enigmi sono tre, la morte è una"

https://www.instagram.com/belcantoitaliano/reel/DFjPb8vorBp/


Eva Sun, soprano drammatico - PUCCINI 100 - Teatro Filo di Cremona


martedì 25 marzo 2025

PUCCINI RECITAL di Belcanto Italiano, a Viareggio: da "Le Villi" a "Turandot"

PUCCINI RECITAL - Concerto del Belcanto Italiano Duo - Viareggio, 30 marzo 2025

Dopo un tour di eventi collegati alle Celebrazioni Pucciniane il "Belcanto Italiano Duo" approda a Viareggio per un concerto dedicato all'incredibile e fulgida parabola artistica del grande compositore Giacomo Puccini.

Il concerto "Puccini Recital" che si terrà a Viareggio il 30 marzo 2025, è pomeridiano (il suo inizio è infatti fissato per le 17,30) e la sede scelta è l'illustre Palazzo della Venerabile Arciconfraternita Misericordia in Via Cavallotti n. 97.
L'evento fa da corollario alla rassegna di eventi curati dal Festival Internazionale Itinerante di Belcanto Italiano che si sono svolti tra Cremona, Alessandria, Milano, Monza e Ravenna, che ha visto il suo apice con il "Puccini Summit" di Ravenna, dove il marchio Belcanto Italiano, sinonimo ormai della grande qualità dedicata all'opera italiana, ha curato ogni manifestazione per rendere più chiare le idee sulla conduzione compositiva e sull'estetica musicale di Giacomo Puccini.


Tornando al concerto "Puccini Recital" di Viareggio, il programma è veramente ricco, stilisticamente strutturato per rendere omaggio al grande compositore di Lucca, offrendo al tempo stesso, al pubblico, un ventaglio di autentiche perle.
Sarà intrapreso un viaggio pucciniano che vedrà alternarsi brani vocali, d'opera, cameristici e di musica sacra, a brani strumentali originali e trascritti per pianoforte solo: dalla "Messa di Gloria", "Le Villi" ed "Edgar" a "Manon Lescaut", "La Bohème" e "Tosca", da "Madama Butterfly" e "La fanciulla del West" a "La Rondine" e "Turandot".


Tra le composizioni da segnalare per particolare interesse, accanto alle arie operistiche più note, in programma: 'Sole e Amore' (Tema del quartetto di 'Bohème', 1888), 'Terra e Mare' (1902), il Coro interno 'a bocca chiusa' della "Butterfly" (nella versione per pf. solo, come da spartito pubblicato su 'Musica e Musicisti' del 15 agosto 1904), "Crisantemi" (nella trascr. per pf. solo di Mattia Peli) - elegia scritta in preda alla commozione per la dipartita di Amedeo di Savoia, duca d'Aosta, figlio di Vittorio Emanuele II, nel 1890, il "Piccolo Valzer" per pianoforte (Tema di Musetta, 1894) ed i Preludi dalle "Villi", "Edgar" e "Rondine".

Gli interpreti non avrebbero bisogno di presentazione, il Belcanto Italiano Duo è conosciuto a livello nazionale ed internazionale e si è esibito in prestigiosi eventi e rassegne: reduci nell'ultimo anno da una tournée concertistica dedicata a Puccini tra teatri e sale italiane, da Cremona a Milano, Monza, Alessandria e Torino, il Duo offrirà agli ascoltatori interpretazioni raffinatissime e appassionate, in un crescendo di emozioni.


Il soprano Astrea Amaduzzi ha studiato canto lirico dapprima con il Maestro di coro e pianista Ennio Vetuschi, poi con il tenore drammatico Gaspare Cabtoresi, e in seguito con Carmela Remigio. Si è perfezionata con nomi storici dell’opera italiana quali Leone Magiera, Pianista accompagnatore e Direttore d’orchestra preferito di Pavarotti, Claudio Desderi, Biancamaria Casoni, Barbara Demaio ed Enzo Dara. Nel maggio 1994 è vincitrice del 3° premio al Concorso Lirico Internazionale “Angelica Catalani” di Ostra (AN) e nel 1998 del premio speciale “Lidia Proietti” per le “Giovani promesse della Lirica in Italia”, mentre nell’ottobre 2005 è vincitrice unica, per la categoria femminile, del IV Concorso Internazionale di Musica Sacra di Roma.
Nel 2001 ha iniziato la sua carriera come cantante e strumentista con i Maestri Massimo De Bernart, Antonello Allemandi, Alessandro Pinzauti, l’organista Francesco Tasini, i registi Alberto Macchi, Simona Marchini, Pierpaolo Pacini e molti altri. Ha lavorato per l’Accademia Chigiana di Siena, Accademia Lirica Mantovana, Fondazione Toscanini di Parma, e nei Teatri di Brescia, Pisa, Rovigo, Fidenza, Busseto, Ravenna, Livorno, Lucca, Todi, Chieti, Vasto, L'Aquila, delle Emozioni di Roma.
Ha cantato in veste concertistica in innumerevoli chiese e auditori in Italia e all’estero (Inghilterra, Francia, Germania, Polonia e Repubblica Ceca), spaziando dal repertorio operistico alla musica sacra e a quella vocale da camera. Nel 2011 fonda assieme al M° Mattia Peli, Pianista e Direttore d’orchestra, il “Belcanto Italiano Duo”, e in questa formazione soprano-pianoforte si esibisce in Italia, nei Teatri Marrucino di Chieti, Guardassoni di Bologna, Flavio di Rieti, Filo di Cremona e nella prestigiosa “Sala Maffeiana” del Teatro Filarmonico di Verona, e all'estero.
Dal 2012 insegna tecnica vocale in Italia e all'estero, assieme al M° Mattia Peli che cura l'aspetto dell'interpretazione, prima nelle 'Belcanto Italiano Masterclasses' e successivamente, dal 2018 all'Accademia Nazionale di Belcanto Italiano, con sede al Teatro Parvum di Alessandria, in collaborazione con nomi storici della lirica tra i quali il basso Roberto Scandiuzzi ed il tenore Ugo Benelli.

Il M° Peli, musicista eclettico, diplomato in violino, pianoforte e direzione d'orchestra, dal 1998 si è espresso artisticamente come direttore, pianista e compositore in innumerevoli teatri, sale da concerto ed importanti basiliche in Italia così come all'estero (in particolare a Regensburg, Londra, Stoccolma, Praga, Varsavia e Gerusalemme vecchia).


Il "Belcanto Italiano Duo" sarà stavolta affiancato anche dal tenore reatino Stefano Rossi, voce di autentico drammatico che sarà capace di fraseggiare con eleganza l'aria sacra "Gratias agimus tibi" dalla giovanile "Messa di Gloria", l'aria di Dick Johnson "Ch'ella mi creda libero e lontano" dalla "Fanciulla del West" ed il duetto Rodolfo-Mimì "O soave fanciulla" dalla "Bohème".

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- Programma musicale -

PRIMA PARTE :

Aria sacra "Gratias agimus tibi" dalla "Messa di Gloria" (1878-1880)

Preludio da "Le villi" (1884)

'Sole e Amore' (Tema del quartetto di 'Bohème', 1888)

Crisantemi (trascr. per pf. solo di Mattia Peli) - elegia scritta in preda alla commozione per la dipartita di Amedeo di Savoia, duca d'Aosta, figlio di Vittorio Emanuele II, nel 1890

"In quelle trine morbide" (da "Manon Lescaut", 1893)

Piccolo Valzer (Tema di Musetta, 1894)

"Sì. Mi chiamano Mimì" (da "La bohème", 1896)

Duetto "O soave fanciulla" (da "La bohème", 1896)


- breve pausa -


SECONDA PARTE :

"Vissi d'arte, vissi d'amore" (dalla "Tosca", 1900)

'Terra e Mare' (1902)

Coro interno 'a bocca chiusa', finale dell'atto II di "Madama Butterfly" (nella versione per pf. solo, come da spartito pubblicato su 'Musica e Musicisti' del 15 agosto 1904)

"Un bel dì vedremo" (da "Madama Butterfly", 1904)

Preludio dall'atto III di "Edgar" (1889, IV versione: 1905)

"Ch'ella mi creda libero e lontano" (da "La fanciulla del West", 1910)

"Chi il bel sogno di Doretta" (da "La rondine", 1917)

Preludio all'atto III (da "La rondine", 1920-21)

"Tanto amore segreto" e  "Tu che di gel sei cinta" (da "Turandot", 1924)

venerdì 17 gennaio 2025

PUCCINI CELEBRATION - A Torino Il Belcanto Italiano Duo in concerto per celebrare Giacomo Puccini

PUCCINI CELEBRATION con il Belcanto Italiano Duo a Torino - 20 gennaio 2025

Nella splendida cornice di una mostra che conta 14 espositori di importanti documenti e cimeli pucciniani originali, il Belcanto Italiano Duo, lunedì sera 20 gennaio 2025, celebrerà ancora una volta il genio di Giacomo Puccini.

Il soprano Astrea Amaduzzi e il pianista Mattia Peli, già curatori dell'evento internazionale "Puccini Summit" che si è svolto a Ravenna a fine settembre 2024 con la partecipazione del Maestro Alberto Veronesi e della musicologa statunitense Deborah Burton, reduci negli ultimi mesi da una tournée concertistica dedicata a Puccini tra teatri e sale italiane, da Cremona a Milano, Monza e Alessandria, offriranno agli ascoltatori, in un crescendo di emozioni, un programma interamente pucciniano.

Il pubblico torinese potrà godere in un'unica serata di alcune delle più celebri arie composte dal Cigno di Lucca per soprano lirico, alternate a brani da camera e pezzi originali e trascritti per pianoforte solo: da "Le Villi", "Edgar", "Manon Lescaut" e "La Bohème" a "Tosca", "Madama Butterfly", "La Rondine" e "Turandot".
Tra le rarità pucciniane che verranno proposte all'ascolto, vi saranno il 'Piccolo Valzer' e il 'Pezzo per pianoforte', nonché l'elegia per quartetto d'archi 'Crisantemi' nella trascrizione pianistica dello stesso M° Peli, e ancora "Sole e Amore", "Terra e Mare" ed il "Salve Regina" nella versione completa, secondo il manoscritto, recentemente riscoperto, datato 6.11.1882.
Sarà sottolineato un aspetto interpretativo ricco di sfumature e raffinatezze estremamente aderenti ai capolavori annotati dal compositore, che trae origine dalla migliore tradizione belcantistica ottocentesca e rende Puccini, per inventiva, dolcezza e grandezza, un unicum a livello mondiale.

Il concerto si svolgerà nello Spazio "Giubileo Incontri", in Corso Bramante, 58/7, alle ore 20,30.

Le 14 vetrine della mostra ospitano lettere inedite, cartoline, fotografie autografate, libretti originali delle prime rappresentazioni pucciniane, spartiti, errori e varianti editoriali. Un’opportunità unica per studiosi, appassionati e collezionisti di scoprire e documentare oggetti rarissimi, nel clima sonoro originale che ripetendo la magia di una grande interpretazione, darà voce alle idee creative senza tempo del grande Puccini.
La mostra che incornicia il concerto "Puccini Celebration" del Belcanto Italiano Duo è firmata dal torinese Gabriele Cresta, responsabile artistico di Giubileo Incontri, e dal collezionista Renato Garbasso, grande esperto di fotografie e autografi.

L'ingresso è libero fino ad esaurimento posti, per informazioni: giubileoincontri@giubileo.com

domenica 24 novembre 2024

Come interpretare 'E lucevan le stelle' secondo Giacomo Puccini, con tre colori di voce diversi


COME INTERPRETARE LA ROMANZA DI CAVARADOSSI "E LUCEVAN LE STELLE" SECONDO GIACOMO PUCCINI, CON TRE COLORI DI VOCE DIVERSI PER TRE DIVERSE SENSAZIONI: VISIVA, OLFATTIVA E ACUSTICA!!!

Una sera Puccini si azzardò ad esprimere quasi timidamente il suo punto di vista nei riguardi della famosissima romanza "E lucevan le stelle". Diceva:  — Ecco; dapprima il paesaggio: le stelle, il profumo della terra, lo stridere d'un uscio. Ma di questo mondo esterno, di questo "ambiente" tre sensazioni diverse:
- visiva, l'una;
- splendente, olfattiva la seconda;
- e acustica la terza.
Chi parla delle stelle che rifulgono in cielo, adopera un colore di voce diverso da quello che suggerisce l'olezzo della terra notturna. Non parliamo poi della modulazione del "tono" della voce che si accompagna al ricordo di un suono lontano. Ma subito dopo il paesaggio, ecco il personaggio. "Un passo sfiorava la rena": è ancora l'orecchio teso allo stridere dell'uscio che coglie il fruscio del passo sull'arena. È lei, la divina. "Entrava ella fragrante" (e in quel "fragrante" c'è il profumo inebriante della creatura meravigliosa, c'è un profumo anche più voluttuoso di quello dianzi avvertito nel respirare l'aria notturna carica d'effluvi); "Mi cadea tra le braccia". E qui, con grande sentimento, il ricordo dei baci e delle carezze. Qui, con quella sensualità suggerita dall'inequivocabile aggettivo "fremente" il ricordo delle belle forme finalmente ignude, liberate dalle vesti leggerissime.
Abbiamo citato questa sola romanza per far notare in che modo Puccini andava giù nel profondo dell'espressione; e per conchiudere che, in fatto di romanze, poco o nulla diremo pur nel molto che ci sarebbe da dire. E citiamo questa romanza perchè è proprio lì che si condensa ed emerge la psicologia di Cavaradossi, se pur si possa parlare di psicologia per delle persone sceniche come quelle che cantano in "Tosca". E proprio perchè sentiva il bisogno di esternare, nel momento supremo della sua vita, la passione per la divina Floria: è proprio per questo che Puccini non volle saperne dell'Inno Latino, della "trionfalata" (come ebbe a scrivere al Ricordi); e tanto meno d'una composizione irta di concetti filosofici.
(...) Questa romanza del tenore fu improvvisata al pianoforte dal Maestro. E improvvisate furono le stesse parole ad esprimere lo spasimo d'amore, di nostalgia e di morte. Poi si recò da Giacosa, gli disse il suo pensiero, gli fece sentire la musica. E 'sotto la suggestione' dell'appassionata melodia, il poeta commentò in bei versi rivelatori il sentimento di quelle frasi d'amore. Due parole vennero però mantenute fra quelle che Puccini aveva buttate giù nella foga della improvvisazione, tanto per segnare una traccia: "Muoio disperato". C'è tutto Puccini.

(riportato in: Luigi Ricci - "Puccini interprete di se stesso" - Ricordi, 1954)

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cfr. - L'interpretazione di "E lucevan le stelle" scelta dal tenore Beniamino Gigli (che è stato 195 volte Cavaradossi sui palcoscenici di tutto il mondo):

(...) «E Cavaradossi, il bravo, innamorato, patriottico ed eroico Cavaradossi, come si fa a non indagarne la febbrile ansietà e a non sentirne lo spasimo accorato e fremente di fronte all'amore e alla morte? Nessuno, nè il compositore, nè il librettista, e nemmeno il drammaturgo originale, ci hanno detto se egli, volteriano ed incredulo com'è si lasci davvero convincere dalla illusione in cui la povera Tosca crede di aver raggiunto la duplice e definitiva salvezza. Eppure la distinzione è fondamentale nell'indagine e nei suoi risultati a seconda che si accetti per buona l'adesione dello sfortunato Cavaradossi alle parole della sua donna, o si ritenga che egli, appunto per la sua esperienza e per la sua convinzione nella trista perfidia di Scarpia, non creda minimamente alla promessa onde il malvagio ha tentato fino all'ultimo le sue vittime.
Io, per parte mia, aderisco senz'altro alla seconda ipotesi, e appunto per questo reputo che bisogna dare al famoso grido "Io muoio disperato" il sussulto di una disperazione assoluta e tremenda che lo stesso ricordo degli attimi di gioia e di dolcezza, ormai fuggiti per sempre, rendono ancora più cupa e più tragica. Niente, nessuna illusione, per l'uomo che guarda in faccia la fine di ogni speranza e che, tutt'al più, sorride pietosamente perchè la sua innamorata non si accorga della tragedia che si avvicina.
'Poichè tu vuoi che io mi illuda con te, eccoti contenta, povera donna!... Ma io per mio conto ho dato l'addio alla vita e m'è rimasto sulle labbra e nel cuore il tremendo sapore del nulla leopardiano...'‭» !!!

(dal cap. 9 “Il cantante come esecutore e come creatore" del libro: Beniamino Gigli - "Confidenze", Istituto per l’Enciclopedia De Carlo, 1942 - Intervista a cura di Italo Toscani, distribuita in diciotto confidenze)


giovedì 17 ottobre 2024

'Opera Gala & Puccini Celebration in Alessandria' - un viaggio dal Barocco al Verismo


Belcanto Italiano torna ad Alessandria: un nome legato da anni all'illustre città piemontese, che ha arricchito il panorama culturale cittadino di opere e concerti di prim'ordine.

Questa volta Alessandria viene inglobata in un tour che ha visto grandi successi anche a Cremona, Milano e Monza: il tour fa parte del "Festival Internazionale Itinerante di Belcanto Italiano", la cui missione è portare la grande musica tra la gente, abbattendo i confini di un normale festival; l'arte si mette in moto, organizzandosi con artisti e dando perfino ai più giovani studenti di esibirsi in importanti palcoscenici.

La tappa alessandrina del Festival Itinerante di Belcanto Italiano è fissata per il giorno 18 ottobre 2024, alle ore 20,30, al Teatro Parvum di Alessandria, in Via Mazzini 85.

Si esibiranno i maestri fondatori di Belcanto Italiano, il soprano Astrea Amaduzzi ed il Maestro Mattia Peli, che ancora una volta ci darà un saggio del suo raffinato pianismo. I maestri daranno la possibilità di esibirsi ad alcuni dei loro allievi. Sarà così possibile ascoltare il soprano drammatico statunitense Eva Sun, ed i tenori italiani Andrea Torciere ed Andrea Piazza.

Nella magica atmosfera del Teatro Parvum, saranno eseguite musiche di Purcell, Ciampi, Mozart, Cottrau, Verdi, Ponchielli, Mascagni, Cilea, Tosti e Puccini; e proprio a quest'ultimo genio dell'opera italiana, c'è una sostanziosa parte di concerto intitolata "Puccini Celebration" con arie da "La bohème", "Tosca", "Madama Butterfly" e "La rondine" e brani pucciniani per pianoforte solo, in un crescendo di emozioni celebrate appunto dal centenario che ricorre quest'anno, per una musica sempre giovane, toccante ed immortale.

venerdì 11 ottobre 2024

Gemma Bellincioni celebrata a Monza con la "Cavalleria rusticana" e 'Puccini Celebration' firmati da Belcanto Italiano


Monza, 12 ottobre 2024: in un solo pomeriggio il marchio Belcanto Italiano promuove e firma la "Cavalleria Rusticana" di Mascagni e l'evento 'Puccini Celebration', in collaborazione con la Corale Monzese. Il via all'appuntamento musicale è alle 16,30 nella suggestiva cornice della Sala Maddalena ed è incastonato in una serie di incontri,  "Gemma Bellincioni - una gemma preziosa", dedicati al celebre soprano per la ricorrenza dei 160 anni dalla sua nascita.

La 'Cavalleria' e un po' di Puccini ('Il cittadino di Monza', 10 ottobre 2024)

La serata è ricchissima: nella prima parte sarà messa in scena la prima e più celebre opera mascagnana con i solisti di Belcanto Italiano, reduci dai successi ottenuti al Teatro Filo di Cremona e alla Basilica dei Santi Nereo ed Achilleo di Milano, il soprano drammatico Eva Sun (USA) nel ruolo di Santuzza, Stefano Rossi nei panni di Turiddu, Kaori Yamada (Giappone) in quelli di Lola, Pier Zordan nel ruolo di Alfio, mentre Daniela Segato sarà Mamma Lucia. Nella seconda parte, invece, il soprano lirico e maestra internazionale di tecnica vocale Astrea Amaduzzi darà vita ad alcuni tra i personaggi femminili più amati da Puccini: Manon, Mimì, Tosca e Cio-Cio-San. Maestro concertatore e Pianista è Mattia Peli, mentre la Corale Monzese sarà diretta dal M° Filippo Dadone.

Va sottolineato che l'appuntamento, prodotto in collaborazione con il Festival Internazionale 'itinerante' di Belcanto Italiano, è dedicato a Mascagni e Puccini perché Gemma Bellincioni fu la prima interprete assoluta di Santuzza nella "Cavalleria Rusticana", ed è da ricordare che Giacomo Puccini è particolarmente legato alla città di Monza. Lo storico Ettore Radice, promotore e curatore dell'intera rassegna assieme agli altri partner ne spiega i motivi:
"Quell’anno e mezzo trascorso a Monza, seppur vissuto nella povertà, fu tra i più cari nella memoria di Puccini che da quell’esperienza trasse l’ispirazione per la “Bohème”. A Monza nacque suo figlio Antonio che fu poi battezzato nella chiesa di San Biagio".

Gemma Bellincioni viene dunque festeggiata alla Sala Maddalena, in questo 12 ottobre 2024 come punto di unione tra la musica di Mascagni e Puccini, giacché fu anche interprete di "Bohème", "Tosca" e "Butterfly". La parabola artistica della Bellincioni è una vera lezione di stile. Ci ricorda che il verismo non è sanguigno, violento e roboante come viene spesso immaginato e rappresentato, ma tratteggia in modo raffinato sentimenti veri e profondi, spostando l'asse della messa in scena dai personaggi storico-mitologici a quelli semplici e veri che si possono incontrare nella vita comune, una contadina, un carrettiere, una ricamatrice, una gheisha.
La sua è però una lezione di stile, ci ricorda che senza una formazione tecnica che trae le sue radici dal belcanto, virtuosistico e cesellato - infatti la Bellincioni fu cantante che interpretò spesso sia "Traviata" che addirittura "Il barbiere di Siviglia" -, nessun dramma può essere rappresentato in opera, e che l'opera è un linguaggio universale e meraviglioso perché rappresenta una parte dei sentimenti a noi tutti noti e dalla magnifica Italia li racconta al mondo con la voce della sua arte altissima.