venerdì 5 dicembre 2025

Rossini sold - out a Ravenna: il grande compositore conquista il Mama’s Club: un evento esclusivo tra opera, emozioni e gusto

Rossini conquista il Mama’s Club: un evento esclusivo tra opera, emozioni e gusto – ed è già sold-out

Gli "Archi Ravegnani" fondati dalla violinista Marina Mammarella, spalla dell'orchestra, con il soprano Astrea Amaduzzi ed il M° Mattia Peli


A Ravenna è accaduto qualcosa di sorprendente. Nessuno avrebbe mai scommesso che il Mama’s Club – tempio storico di sonorità leggere, jazz, folk, punto d'incontro di cantautori – sarebbe stato travolto da un’onda rossiniana capace di riempire ogni singola sedia. E invece è successo: tutto esaurito per lo spettacolo dedicato a Gioacchino Rossini. Un trionfo tale da costringere gli organizzatori a fissare una replica straordinaria il 23 gennaio 2026.
Un segnale chiaro: il fascino della musica classica non solo non si è mai spento, ma sta vivendo una rinascita vibrante.

Perché il pubblico ama così tanto la musica classica?

Perché parla a tutti, senza bisogno di presentazioni. La musica classica è emozione pura, è architettura del sentimento: fa battere il cuore, sospende il tempo, permette di vivere esperienze sensoriali rare in un’epoca dominata dalla velocità. È una carezza all’anima, capace di unire generazioni, culture ed epoche diverse. Rossini, con la sua ironia, la sua freschezza, la sua energia teatrale, è la prova immortale – di come la grande musica sappia ancora affascinare e conquistare chiunque le si avvicini.

E' stata la violinista Marina Mammarella ad ideare questo evento; fondatrice dell’orchestra "Archi Ravegnani" di Ravenna, realtà musicale che negli ultimi anni ha saputo distinguersi per qualità, intraprendenza e un’identità sonora elegante e compatta.
Gli Archi Ravegnani sono un ensemble formato da 27 professori d’orchestra di diverse età: strumentisti preparati, versatili, accomunati da una ricerca timbrica raffinata e da un’attenzione estetica che si percepisce in ogni dettaglio. Un corpo orchestrale che sa respirare insieme, raccontando storie attraverso l’armonia perfetta dei suoi archi.

La violinista Marina Mammarella,
fondatrice dell'orchestra "Archi Ravegnani di Ravenna,
ideatrice del progetto "Io sono Rossini tra pentagrammi e pentole"

 
La grazia elegante di Marina Mammarella

Punta di diamante dell’ensemble è la violinista Marina Mammarella, artista di tocco finissimo, capace di unire precisione cristallina e sensibilità interpretativa. Il suo violino non “suona”: parla, dipinge, sussurra. Dotata di un fraseggio naturale e di un vibrato ricco ma controllato, Mammarella è fra le interpreti che riescono a trasformare ogni pagina musicale in un racconto emotivo.





La direzione musicale del Maestro Mattia Peli

A guidare l’orchestra sarà il Maestro Mattia Peli, musicista eclettico che si distingue per una direzione vibrante, comunicativa, moderna ma rispettosa della tradizione. La sua gestualità, elegante e incisiva, riflette una visione interpretativa chiara e appassionata. Peli non si limita a coordinare: plasma il suono, attiva l’energia dell’ensemble, crea dialogo e teatralità. Nello spettacolo alternerà alla direzione anche brani al pianoforte.

Voci rossiniane che prendono vita

I personaggi di Rossini rivivranno grazie a un cast vocale variegato e scintillante, formato da artisti con esperienze e percorsi differenti, ma uniti dall’amore per la scena e per il belcanto.

Astrea Amaduzzi, soprano di grande temperamento, è un talento capace di unire estensione, controllo tecnico e una musicalità innata. La sua voce luminosa, dalla notevole agilità, la rende interprete ideale per le eroine rossiniane, sempre sospese tra virtuosismo e ironia.

Pier Zordan, baritono dal timbro caldo e denso, è un artista di spicco che coniuga eleganza interpretativa, sicurezza vocale e una naturale presenza scenica. Le sue interpretazioni si distinguono per gusto, intelligenza musicale e una comunicativa immediata.

A completare il cast il soprano Diana Corradini, dal colore vocale pieno, e i tenori Vizsnyai Ferencz-Botond e Alessandro Barbano, entrambi dotati di una vocalità limpida e incisiva, perfetti per il brio tipico del repertorio rossiniano.

L’attore Alessandro Braga sarà Rossini in persona. Braga è un artista completo, dotato di straordinaria espressività, cura del dettaglio e capacità di tenere il pubblico sospeso tra sorriso, emozione e curiosità. Braga possiede una dote rara: sa trasformare la narrazione in un’esperienza teatrale viva e coinvolgente, restituendo la personalità brillante, ironica e geniale del grande compositore pesarese.



La sinestesia finale: il gusto del maestro

A completare questo evento multisensoriale sarà una degustazione di assaggi preparati secondo autentiche ricette rossiniane, un viaggio gastronomico tra sapori eleganti, profumi aristocratici e suggestioni d’altri tempi. Perché Rossini non è stato solo un genio della musica: è stato anche un appassionato cultore della buona cucina.
E così, tra arie, racconti e sapori, il Mama’s Club si trasformerà in un salotto dove l’arte si fa esperienza totale con la collaborazione  dell'orchestra "Archi Ravegnani" e di Belcanto Italiano.

Si consiglia di prenotare in tempo i posti per la replica dello spettacolo, che si terrà venerdì 23 gennaio 2026 al Mama's Club di Ravenna, chiamando il numero 331 911 8800

giovedì 27 novembre 2025

"IO SONO ROSSINI, TRA PENTAGRAMMI E PENTOLE" in scena a Ravenna con 'Belcanto Italiano' e l'orchestra 'Archi Ravegnani'

Locandina dello spettacolo 'IO SONO ROSSINI' - Ravenna, 5 dicembre 2025 - Belcanto Italiano ed orchestra 'Archi Ravegnani'

Un ritratto inedito e sorprendente di Gioachino Rossini, genio della musica operistica e raffinato amante della buona tavola, nato da padre lughese e da madre urbinate: questo il soggetto che venerdì 5 dicembre 2025 andrà in scena a Ravenna alle ore 21.30 come spettacolo musicale, inserito nella Stagione 2025/26 del Mama's Club. Intitolato "Io sono Rossini, tra pentagrammi e pentole" intreccerà arte, gusto e spirito rossiniano, portando in scena la vita vivace e imprevedibile del grande compositore pesarese: un viaggio tra arie d'opera immortali e ricette da gourmet, dove musica e gastronomia si fondono in un'unica, irresistibile melodia.


Con ventisette professori d'orchestra (tra archi, fiati, chitarra e percussioni), cinque voci soliste, un direttore, un attore, e lo staff impegnato nell'elaborazione delle ricette, il pubblico sarà condotto in un affascinante percorso musicale, teatrale e culinario attraverso le opere più amate del Maestro marchigiano-romagnolo, la narrazione coinvolgente, i costumi ottocenteschi e la degustazione di ricette rossiniane, in un intreccio di emozione multisensoriale, curiosità e ironia.
Alla direzione dell'orchestra "Archi Ravegnani" sarà il M° Mattia Peli, che si esibirà anche come tenore e pianista, offrendo un'interpretazione intensa e raffinata, capace di unire sensibilità vocale, eleganza interpretativa e padronanza musicale. La sua figura artistica, poliedrica e versatile, incarna pienamente lo spirito rossiniano: brillante, virtuosistico e animato da un gusto profondo per l'espressione autentica.


L'evento nasce dalla collaborazione tra l'Orchestra "Archi Ravegnani" e il Festival Internazionale Itinerante di 'Belcanto Italiano', due realtà che condividono la stessa visione di eccellenza e divulgazione culturale. Gli Archi Ravegnani - formazione orchestrale ravennate fondata nel 2023 dalla violinista Marina Mammarella, nota artista che possiede un suono elegante, versatile e ricco di sensibilità, muovendosi con disinvoltura tra repertorio classico-romantico e musica barocca - sono da alcuni anni impegnati in rassegne che propongono concerti dedicati al Sette-Ottocento italiano, ma anche alla musica da film.
Tra gli interpreti, spicca il soprano lirico 'di coloratura' Astrea Amaduzzi, artista internazionale di straordinaria personalità vocale, capace di unire lo squillo del registro acuto a un fraseggio elegante e morbido nei centri della voce, con un virtuosismo naturale che restituisce tutta la grazia e la vivacità dello stile belcantista. Accanto a lei, il baritono Pier Zordan, il soprano Diana Corradini, il tenore Alessandro Barbano completano un quartetto di voci che saprà dare vita, dalle arie solistiche alla celebre preghiera "Dal tuo stellato soglio" del 'Mosè in Egitto', a un Rossini umano e sorprendente, colto nei suoi contrasti, nella sua ironia e nella sua inesauribile creatività.

Il programma musicale principale sarò costituito, strumentalmente, dalla Sinfonia de "Il Signor Bruschino", l'Introduzione de "Il viaggio a Reims" e "Un mot à Paganini" per violino e pianoforte e, vocalmente, da arie d'opera scelte da "Il signor Bruschino", "L'italiana in Algeri", "Il turco in Italia", "Il barbiere di Siviglia", "Semiramide" e "Guillaume Tell".
La narrazione, affidata ad Alessandro Braga, sarà il filo conduttore che intreccia musica e racconto, svelando al pubblico aneddoti, segreti e passioni di un uomo capace di scrivere tanto una sinfonia travolgente quanto una pietanza d'autore. Tra 'Il barbiere di Siviglia' e il celebre filetto alla Rossini, lo spettacolo restituirà la vitalità di un artista che compose non solo con le note, ma anche con i sapori, i profumi e l'ironia di un'epoca.

Un'esperienza plurisensoriale e coinvolgente, dove musica, parole, sorprendenti costumi teatrali e degustazioni raffinate, dialogano in un gioco di rimandi, offrendo al pubblico un omaggio appassionato e gustoso a un genio senza tempo: Gioachino Rossini, che seppe comporre con le note… e con il tartufo.

Ingresso con biglietto acquistabile su www.vivaticket.com/it/ticket/io-sono-rossini-tra-pentole-e-pentagrammi/282365 oppure al numero 331.9118800, dalle 13.00 alle 19.00.

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Programma musicale:

1. "Il vecchiotto cerca moglie" - (Il barbiere di Siviglia, 1816) - Astrea Amaduzzi, soprano *
2. Introduzione de "Il viaggio a Reims", 1825 - Mattia Peli, pianoforte
3. "Non si dà follia maggiore", aria di Florilla (Il turco in Italia, 1814) - Astrea Amaduzzi, soprano - Mattia Peli, pianoforte
4. "Le femmine d'Italia", aria di Haly (L'italiana in Algeri, 1813) - Pier Zordan, baritono *
5. "Ah voi condur volete, ah donate il caro sposo", aria di Sofia (Il signor Bruschino, 1813) - Astrea Amaduzzi, soprano *
6. Sinfonia da "Il Signor Bruschino", 1813 *
7. "Se il mio nome saper voi bramate", Canzone del Conte d'Almaviva (Il barbiere di Siviglia, 1816) - Mattia Peli, tenore - Vincenzo Messina, chitarra
8. "Largo al factotum", aria di Figaro (Il barbiere di Siviglia, 1816) - Pier Zordan, baritono - Mattia Peli, pianoforte
9. 'Un mot à Paganini', per violino e pianoforte (da "Péchés de vieillesse", 1858-68) - Marina Mammarella, violino solista - Mattia Peli, pianoforte
10. Quartetto "Dal tuo stellato soglio" (Mosè in Egitto, 1819) - Diana Corradini, Astrea Amaduzzi, Alessandro Barbano, Pier Zordan *
11. "Bel raggio lusinghier", Aria di Semiramide (Semiramide, 1823) - Astrea Amaduzzi, soprano - Mattia Peli, pianoforte
12."Sombre forêt", Aria di Mathilde (Guillaume Tell, 1829) - Diana Corradini, soprano - Mattia Peli, pianoforte
13. "Resta immobile" (Guglielmo Tell, 1829) - Pier Zordan, baritono - Mattia Peli, pianoforte
14. Conclusione: ultima strofa in sol maggiore del quartetto 'Dal tuo stellato soglio' del "Mosè" *

*Orchestra "Archi Ravegnani" - direttore: Mattia Peli


mercoledì 12 novembre 2025

A Milano il 'Memorial Miles Turolla': Belcanto Italiano in concerto al Circolo Alessandro Volta

Il Belcanto Italiano Duo in concerto a Milano per ricordare lo storico direttore d'orchestra Miles Turolla

Giovedì 13 novembre 2025, alle ore 20.00, il prestigioso Circolo Alessandro Volta di Milano aprirà le sue porte ad un evento musicale di grande eleganza e intensità emotiva: il "Memorial Miles Turolla", una serata dedicata al ricordo di una figura straordinaria del mondo musicale - direttore d'orchestra, amico di Maria Callas e di Luciano Pavarotti, e testimone di un'epoca d'oro del bel canto italiano.
Il Circolo Alessandro Volta, situato nel cuore di Milano, è da sempre un punto di incontro per la cultura e le arti. I suoi raffinati spazi, dal fascino discreto e dall'atmosfera intima, offrono un contesto ideale per un concerto che unisce eleganza, emozione e grande musica.

Protagonista musicale della serata sarà il Belcanto Italiano Duo, formazione d'eccellenza composta dal soprano Astrea Amaduzzi, artista di straordinaria sensibilità interpretativa, e da Mattia Peli, pianista e direttore d’orchestra eclettico e raffinato, capace di unire maestria tecnica e profonda musicalità.
Il duo, noto a livello internazionale per le sue esecuzioni eleganti e coinvolgenti, incarna pienamente la filosofia del marchio Belcanto Italiano, sinonimo di alta qualità artistica e di valorizzazione della grande tradizione vocale italiana.
Parteciperà all'evento anche il tenore Alessandro Barbano, giovane talento e allievo dei Corsi Internazionali di Belcanto Italiano, che interpreterà alcune delle più celebri pagine vocali del repertorio sei-settecentesco con freschezza e passione.
Il programma musicale prevede suggestive arie antiche di Caccini, Caldara e Carissimi così come arie sopranili da opere liriche dell'Ottocento e del primo quarto del Novecento che hanno visto nel corso della storia la loro 'prima rappresentazione assoluta' al Teatro alla Scala, quali "Il turco in Italia" (Fiorilla, "Non si dà follia maggiore") di Rossini, "Norma" ("Casta Diva", "Ah! Bello a me ritorna") di Bellini, "Madama Butterfly" ("Un bel dì vedremo") e "Turandot" (Liù, "Tanto amor segreto", "Tu che di gel sei cinta") di Puccini, in un viaggio sonoro che ripercorre le radici e i fasti del melodramma italiano.

L'evento nasce dalla sinergia tra Belcanto Italiano e l'Associazione IGNA di Milano, la cui Presidente Lucia Gagliano si distingue per il suo impegno costante nella solidarietà e nel sostegno ai più deboli. Una collaborazione che unisce l'arte e la musica a un profondo spirito di condivisione e umanità.
Una serata imperdibile per chi ama la grande musica, il fascino del belcanto e l'atmosfera raffinata dei salotti culturali milanesi.

Per informazioni e prenotazioni: 344 1655694

sabato 4 ottobre 2025

La magia dell’Opera torna a Cremona: "L'elisir d’amore" di Donizetti al Teatro Filo, con il Festival Internazionale Itinerante di Belcanto Italiano

Locandina "L'ELISIR D'AMORE" di Donizetti con Belcanto Italiano - Teatro Filo di Cremona, 7 ottobre 2025

Cremona si prepara ad accogliere nuovamente il fascino senza tempo dell’Opera lirica. Martedì 7 ottobre 2025, alle ore 20.45, il palcoscenico del Teatro Filo ospiterà una nuova produzione dell' "Elisir" donizettiano, che riporterà il pubblico tra le atmosfere romantiche e quasi incantate dei Pirenei a cavallo tra Sette e Ottocento.
L’appuntamento vedrà protagonista la Compagnia Lirica Internazionale di Belcanto Italiano, che offrirà al pubblico la celebre vicenda d’amore tra Adina e Nemorino, resa immortale dalla musica e dall’ironia di Gaetano Donizetti. L'Opera è giustamente definita in partitura 'melodramma giocoso', ricca com'è di frizzanti agilità vocali e di comici sillabati dal sapore quasi "rossiniano", ma in essa trova spazio anche l'elemento patetico dei pochi brani in tonalità minore quali "Adina, credimi" e l'ultima aria di Nemorino.

Il cast riunisce voci di grande esperienza e giovani talenti: Astrea Amaduzzi sarà una brillante e sensibile Adina, Massimo Garrone, tenore, vestirà i panni dell’innamorato Nemorino, il baritono messicano Daniel Alva interpreterà il vanitoso sergente Belcore (che sarà introdotto dal rullo di tamburo di Ludovico Russo), Pier Zordan darà vita con carisma al medico ciarlatano Dulcamara; completano la Compagnia i soprani Diana Corradini (Giannetta) e Sophia Peli, voce bianca, con la svizzera Simone Immer: questi ultimi arricchiranno la scena come aiutanti di Dulcamara e villanelle.
La direzione musicale e l’accompagnamento al pianoforte sono affidati al maestro Mattia Peli, garanzia di raffinatezza e cura stilistica.

Lo spettacolo, che sarà in forma semiscenica con la regia e i costumi a cura della stessa Compagnia guidata dal soprano Amaduzzi, oltre a regalare emozioni attraverso le celebri arie "Quanto è bella, quanto è cara", "Della crudele Isotta", "Come Paride vezzoso", "Udite, o rustici", "Una furtiva lagrima" e "Prendi, per me sei libero", i duetti Nemorino-Adina, Belcore-Nemorino, Nemorino-Dulcamara ed i pezzi d'assieme più vivaci, intende avvicinare un pubblico sempre più ampio al linguaggio universale dell’Opera, in una dimensione di condivisione e partecipazione.

L'evento è sostenuto dal patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona e dalla Società Filodrammatica Cremonese e promosso dal Festival Internazionale itinerante di Belcanto Italiano.
L'ingresso è a offerta libera, con prenotazione obbligatoria tramite WhatsApp o messaggio di testo al numero 3475853253.

Un’occasione imperdibile per vivere da vicino la poesia e la magia del melodramma italiano nel cuore di Cremona.

martedì 2 settembre 2025

Al Teatro Filo di Cremona va in scena "Turandot", l'ultima opera lirica di Giacomo Puccini, con il Festival di Belcanto Italiano

Locandina "TURANDOT" di Puccini con Belcanto Italiano - Teatro Filo di Cremona, 8 settembre 2025

Esotismo, dolcezza, potenza drammatica, tinte guizzanti oppure oscure: la Compagnia Lirica Internazionale di Belcanto Italiano porta al Teatro Filodrammatici di Cremona lunedì 8 settembre 2025, alle ore 20.45, l'ultima iconica opera di Giacomo Puccini, che il Cigno di Lucca compose nell'arco di quasi cinque anni, dal 1920 al 1924.
"Turandot" è ambientata in Cina, in una dimensione senza tempo, come sottolinea la stessa didascalia sullo spartito 'incompiuto' di Puccini: "A Pechino, al tempo delle favole".
"Ma il mio mistero è chiuso in me", una frase simbolica detta da Calaf, che cela un'incredibile affinità con l'enigma del finale di "Turandot".
L'allestimento del Festival Internazionale itinerante di Belcanto Italiano, che ha il patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona, trasporterà il pubblico in questa dimensione favolistica in una selezione di assoluta arte.

A tratteggiare i personaggi le splendide voci dei protagonisti: il soprano drammatico Eva Sun (dagli Stati Uniti) nel ruolo dell'altera Turandot, voce di indubbia potenza nei forti, ma anche capace di offrire agli ascoltatori espressive 'mezze voci', così come il soprano lirico Astrea Amaduzzi - reduce dal successo in Toscana di una "Madama Butterfly" a Villa Bertelli nel ruolo della protagonista -, rinomata per i suoi angelici 'filati' in pianissimo in zona acuta, che darà voce alla dolce Liù, il tenore drammatico Stefano Rossi al coraggioso e indomito Calaf, il basso Vicente Domínguez Rosario (da Gran Canaria) al saggio Timur.
A coronare il cast internazionale, gli altri personaggi: L'imperatore Altoum/Araldi - Jacopo Tagliaferri, Un Mandarino/Ping, grande cancelliere - Fabio Scascighini (dalla Svizzera), Il Principe di Persia/Araldi - Andrea Torciere.

L'allestimento, in forma semiscenica, sarà concertato e accompagnato al pianoforte dal Maestro Mattia Peli, non solo eccellente interprete, ma anche noto ricercatore e studioso di Puccini, nonché fondatore di un gruppo Facebook, nato tredici anni fa, sempre in crescita - "Giacomo Puccini genio italiano" - che conta oltre 18.000 iscritti da ogni parte del mondo.

Per l'ingresso a offerta libera è richiesta la prenotazione telefonica via telefono o WhatsApp al numero 3475853253.

È garantito un 'ingresso' in un mondo incantato, dove la musica di Puccini continua a risuonare senza spazio e senza tempo, per condurci nel mondo delle più pure emozioni.

giovedì 14 agosto 2025

A Villa Bertelli l'incanto di "Butterfly" con il soprano Astrea Amaduzzi e la Compagnia Lirica Internazionale di 'Belcanto Italiano'

Il 30 agosto 2025 il soprano lirico Astrea Amaduzzi interpreterà il ruolo di Cio-Cio-San, la protagonista dell'opera "Madama Butterfly" di Giacomo Puccini, a Villa Bertelli (Forte dei Marmi)

Sabato 30 agosto 2025, alle ore 21, il Giardino dei Lecci di Villa Bertelli, a Forte dei Marmi, si trasformerà in un angolo fiorito di Giappone per ospitare "Madama Butterfly", uno dei più struggenti capolavori di Giacomo Puccini.
L’evento, promosso dal Festival Internazionale Itinerante di Bel Canto Italiano, rientra tra le celebrazioni del Centenario Pucciniano, in onore del grande compositore lucchese a cento anni dalla sua scomparsa. Opera che Puccini stesso definì “la mia perla”, Butterfly racchiude tutta la maturità stilistica del maestro toscano. Già dal primo atto, ricco di sonorità e ritmi giapponesi, lo spettatore, trasportato nell’atmosfera delicata e intensa di  Nagasaki, vede prendere vita il dramma della giovane geisha Cio-Cio-San, simbolo eterno di amore, attesa e tradimento.

Nel ruolo della protagonista salirà sul palco il soprano Astrea Amaduzzi, interprete dal forte impatto scenico ed emotivo, che, da rinomata belcantista, tratteggerà in modo raffinato il ruolo di Madama F. B. Pinkerton con innumerevoli colori, timbri e dinamiche diverse, mettendo in evidenza non solo i forti ma anche le 'mezze voci' e i pianissimi "filati" richiesti dallo spartito pucciniano. Sarà affiancata, in questa scelta esecutiva d'estrema dolcezza, dal tenore Eero Lasorla nel ruolo del tenente Pinkerton.
A completare il cast tra gli altri: il mezzosoprano Nadia Pirazzini (Suzuki), il baritono Pier Zordan (Sharpless), il tenore Kalil Silva (Goro), il baritono Davide Spantigati (zio Bonzo), il tenore Alessandro Barbano (Yamadori) e il soprano Diana Corradini (Kate Pinkerton).

La direzione musicale è affidata al Maestro Mattia Peli che, da musicista eclettico, è noto per saper ricreare al pianoforte le sonorità orchestrali e sostenere le voci nel rispetto della partitura, mentre regia e costumi portano la firma di Mauro Pardini.
A rendere la messinscena ancora più suggestiva contribuiranno autentici kimono storici appartenuti al celebre soprano Toti Dal Monte, risalenti agli anni ’40, che aggiungeranno un tocco di eleganza e autenticità alla cornice visiva. Le scenografie, curate da Roberto Bernini e dallo stesso Pardini, saranno essenziali ma raffinate, dominate dal colore rosso, filo conduttore simbolico della narrazione e delle passioni che attraversano la vicenda.
Attraverso una tessitura musicale coinvolgente, la Corale “Giacomo Puccini” di Torre del Lago, diretta dal Maestro Marco Trasatti, donerà ulteriore intensità e pathos alla serata.

Sarà una notte di fine estate immersa nella bellezza del canto e del sentimento, in cui Oriente e Occidente si incontrano nel nome della musica e della memoria. Un appuntamento imperdibile per gli amanti dell’opera e della cultura, nella cornice elegante e storica della Versilia, dove il tempo sembra fermarsi per lasciare spazio all’incanto.

Ingresso, fino ad esaurimento posti: euro 10. Si consiglia vivamente la prenotazione. Per informazioni è possibile contattare il numero 0584/787251.

Locandina ufficiale dell'evento - MADAMA BUTTERFLY di Puccini a Villa Bertelli - 30 agosto 2025 - con il soprano Astrea Amaduzzi e la Compagnia Lirica Internazionale di 'Belcanto Italiano'

https://www.villabertelli.it/evento/madama-butterfly-di-giacomo-puccini-opera-in-tre-atti/

sabato 21 giugno 2025

A Reggio Emilia torna, come ospite speciale, il Belcanto Italiano Duo in concerto, interpretando le arie "di coloratura" di Vivaldi e Mozart


Il 21 giugno 2025 si esibiranno a Reggio Emilia gli 'Archi Ravegnani', diretti da Marina Mammarella, assieme ai soprani Diana Corradini ed Astrea Amaduzzi che, in duo con il M° Mattia Peli al pianoforte, interpreterà alcuni brani sacri, tra i quali anche due arie "di coloratura": il "Laudamus te", dalla 'Messa in do minore' di Mozart e "In furore justissime irae" di Vivaldi. 

Il concerto avrà luogo presso la Chiesa dei Cappuccini, in via A.Ferrari Bonini 2A, nella bella e picevole cittadina emiliana.

Per info (Tel. o WhatsApp) 348.2236390

mercoledì 11 giugno 2025

Il Belcanto Italiano Duo a Milano con le arie della Contessa delle "Nozze" mozartiane, nello spettacolo su Casanova celebrato nel tricentenario della nascita


A Milano il 12 giugno 2025 il Belcanto Italiano Duo, formato dal soprano Astrea Amaduzzi e dal M° Mattia Peli al pianoforte, eseguirà le arie della Contessa dalle "Nozze di Figaro" mozartiane - "Porgi amor" e "Dove sono i bei momenti", con la cabaletta conclusiva "Ah! se almen la mia costanza" - all'interno del serale spettacolo teatral-musicale intitolato «"Giacomo Casanova" (Memoires) - Nel tricentenario celebrativo della nascita», che avrà luogo presso l'Auditorium Stefano Cerri, con la regia di Paola Pellegrino. 

Vi aspettiamo numerosi!

giovedì 5 giugno 2025

Puccini celebrato con un concerto esclusivo dal Festival Internazionale itinerante di Belcanto Italiano ® a Viareggio

Un programma musicale esclusivo, un luogo magico, Il Duo più belcantistico d'Italia, un raduno di appassionati della musica del grande Puccini, uno storico raffinato, due deliziose voci bianche: questi sono gli ingredienti preziosi del concerto "Giacomo Puccini genio italiano" che si svolgerà a Viareggio il prossimo sabato 7 giugno 2025.

L'appuntamento è alla Misericordia di Viareggio alle ore 17,00,  dove si darà il via ad un raduno internazionale con un concerto interamente dedicato alla musica di Puccini in cui prenderanno vita Manon Lescaut, Tosca, Cio-Cio-San (Butterfly) e Liù, in un viaggio musicale pucciniano tra i pioppi curvati dal vento, la casetta di Cavaradossi e Tosca, il mare di Butterfly, l'alcova di Manon e i monti dell'Est di Turandot.


Vale spendere qualche parola anche per la cornice del concerto: la Misericordia di Viareggio, che sorge in Via Cavallotti 97; si tratta di uno dei più eleganti e suggestivi edifici storici dell’intera città. È sotto la tutela del patrimonio artistico delle Belle Arti ed ha una facciata con decorazioni realizzate da Galileo Chini, amico di Puccini, che fu anche scenografo per la prima assoluta di Turandot.

L'appassionante programma sarà eseguito dal "Belcanto Italiano Duo", formato da due interpreti d'eccezione: il soprano Astrea Amaduzzi e il pianista Mattia Peli.

I due interpreti distinguono, a livello internazionale, per aver scelto una linea di esecuzione raffinata, filologica e proprio per questo, rara.

Molto attesa anche l'esecuzione delle due voci bianche Sophia Peli e Gilda Modena che conferiranno al concerto una deliziosa nota infantile fatta di "piccole cose" tanto care al Maestro Puccini.


A ornare meravigliosamente il concerto, ci sarà la "voce" d'altri tempi:  il timbro illustre dell'originale pianoforte a coda di Giacomo Puccini. Il concerto si inserisce all'interno del raduno dei membri del gruppo Facebook estremamente attivo, "Giacomo Puccini genio italiano": community di oltre 16.000 membri, che vanta decine di post pubblicati, commentati  seguiti ogni giorno da centinaia di appassionati da tutto il mondo, fondato dal Maestro Mattia Peli, ormai conosciuto in tutto il mondo.

L'ingresso al concerto è con offerta libera, ma si consiglia di prenotare il posto al n. 3475853253 tramite telefono o messaggio WhatsApp

lunedì 2 giugno 2025

A Viareggio il 7 e 8 giugno il concerto "Giacomo Puccini, genio italiano" ed il raduno internazionale del gruppo pucciniano più numeroso e longevo del web


Qualche numero potrà fare chiarezza: 13 anni di attività quotidiana costante, 16.830 membri italiani e stranieri, centinaia di visualizzazioni quotidiane per ciascun post pubblicato: si tratta del gruppo "Giacomo Puccini, genio italiano" che porta alto il nome del grande compositore.
Il gruppo, creato dal M° Mattia Peli il 5 maggio 2012, si è distinto per la qualità delle sue pubblicazioni, tanto da essere noto perfino alle illustri Fondazioni dedicate al grande compositore toscano. E quando il web, usato con intelligenza, fa finalmente cultura libera, c'è davvero motivo di festeggiare: con un raduno internazionale di alcuni appassionati pucciniani, membri di questo gruppo Facebook dedicato a Puccini più numeroso e longevo del web.

Si comincia il 7 giugno: il primo appuntamento è alla Misericordia di Viareggio alle ore 17,00,  dove si darà il via alla manifestazione con un concerto interamente dedicato alla musica di Puccini in cui prenderanno vita Manon Lescaut, Tosca, Cio-Cio-San (Butterfly) e Liù, in un viaggio musicale pucciniano tra i pioppi curvati dal vento, la casetta di Cavaradossi e Tosca, il mare di Butterfly, l'alcova di Manon e i monti dell'Est di Turandot.
A dare vita ai personaggi, il "Belcanto Italiano Duo" formato da due interpreti d'eccezione e una "voce" d'altri tempi: il soprano Astrea Amaduzzi e il pianista Mattia Peli, che si distinguono, a livello internazionale, per aver scelto una linea di esecuzione raffinata, filologica e proprio per questo, appassionata; e la 'voce illustre' del pianoforte a coda di Giacomo Puccini.
Tra un brano vocale e l'altro, non mancheranno pagine strumentali di struggente forza e dolcezza evocativa, quali il famosissimo Intermezzo da "Manon Lescaut", l'Intermezzo da "Madama Butterfly", il Preludio all'atto III della "Rondine" ed il Coro interno 'a bocca chiusa', (finale dell'atto II di "Madama Butterfly") nella versione per pf. solo, come da spartito pubblicato su 'Musica e Musicisti' del 15 agosto 1904.
Particolarmente attesa, per il concerto, è la partecipazione straordinaria delle voci bianche Sophia Peli e Gilda Modena che interpreteranno "Là, sui monti dell'Est" dalla "Turandot", ultima misteriosa e incompiuta opera del Cigno di Lucca.

Il giorno seguente (8 giugno) il raduno si sposterà prima nella magica villa di Puccini a Torre del Lago, e poi a Lucca, nella sua casa natale, sede ora del "Puccini Museum".

Il concerto è aperto anche a chi non prende parte al raduno, ma è consigliabile prenotare per assicurarsi in tempo i posti disponibili.
Ingresso al concerto con offerta libera -

Informazioni e prenotazioni via telefono o WhatsApp al numero 347.5853253

mercoledì 28 maggio 2025

Qualità necessarie per il ruolo di VIOLETTA, nella "Traviata" di Verdi

Fanny Salvini-Donatelli, prima Violetta della storia

QUALITÀ NECESSARIE PER IL RUOLO DI 'VIOLETTA':
l'esempio principe di Fanny Salvini-Donatelli (nata Francesca Lucchi, 1815 – 1891), soprano fiorentino 38enne, 'prima interprete assoluta' della Traviata - già con quattordici anni di carriera alle spalle, nella quale aveva interpretato anche l'Elvira dei 'Puritani' di Bellini - che secondo Tommaso Locatelli, critico particolarmente attendibile, "cantava i PASSI D'AGILITÀ - per lei scritti da Verdi - con PERIZIA e PERFEZION" e "rinnovava ogni sera le stesse meraviglie con la sua PORTENTOSA AGILITÀ e SICUREZZA"!!!

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Violetta, secondo Verdi:

Parigi, 1 dicembre 1853.
Caro Vigna,
Non desidererei di meglio che di vedere rimontata la «Traviata» che, tu lo sai, amo come tutte le altre opere mie, ma vorrei che ciò si facesse con artisti eccellenti e sopratutto adattati a quella musica. Per la «Traviata» si richiede una prima donna di primo sentire, di canto appassionato e di bella presenza. Senza queste qualità è impossibile un successo. La Bendazzi, per quanto buona artista non può unire queste qualità. (...)



23 marzo 1854.
Caro Vigna, (...)
Dopo un anno, ho esaminato bene ed a mente fredda questa povera «Traviata», mi ostino a credere che non sia poi sì cattiva e diavola come si vorrebbe; il terzo atto è di gran lunga superiore al resto dell'opera: che il primo è il più debole, e che il Duetto e Finale del secondo atto dovevano produrre maggiore effetto. Vedremo alla riproduzione. Tutto dipende, io credo, dalla prima donna. Del resto sarà quel che Dio vorrà .... Amen. (...)



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Notizie teatrali.
Bollettino degli Spettacoli della Stagione. — Gran Teatro la Fenice. — "La Traviata", libretto di F. M. Piave, musica del maestro Verdi.

GAZZETTA UFFIZIALE DI VENEZIA, Lunedì 7 marzo 1853:

(...) La Salvini-Donatelli cantò que' passi d'agilità, che molti per lei scrisse il maestro, con una perizia e perfezion da non dirsi: ella rapì il teatro [*], che, alla lettera, la subissò d'applausi. Quest'atto ottenne il maggior trionfo al maestro; si cominciò a chiamarlo, prima ancora che si alzasse la tela, per una soavissima armonia di violini, che preludia allo spartito; poi al brindisi, poi al duetto, poi non so quante altre volte, e solo e con la donna, alla fine dell'atto.
Nel secondo mutò fronte ahimè! la fortuna. Imperciocchè nella guisa medesima che dell'arte oratoria fu detto ch'ella tre cose richiede: azione, azione, azione; tre cose egualmente in quella della musica si domandano: voce, voce, voce. E nel vero un maestro ha un bello inventare, se non ha chi sappia o possa eseguire ciò ch'egli crea. (...) onde tutti i pezzi, che non furono cantati dalla Salvini-Donatelli andarono, per dirla fuor di figura, a precipizio. Nessuno degli altri cantanti trovavasi in piena sanità o sicurezza di gola, quantunque ognuno renda giustizia alla rispettiva loro bravura.
Laonde, pur concedendo che la musica fu magnificamente dall'orchestra sonata, tanto che in un delizioso preludio dell'atto terzo ella meritò che si levasse un grido universale di bravi, con tal fusione ed accordo di suono l'eseguirono i violini, che mossi pareano da un solo archetto, aspetteremo a giudicare il rimanente dell'opera, a non mettere il piede in fallo, ch'ella sia meglio cantata; (...)



GAZZETTA UFFIZIALE DI VENEZIA, Sabato 12 marzo 1853:

(...) Il fatto è che, dopo le prime rappresentazioni, il favore dell'opera è cresciuto; tanto che mercoledì il maestro fu domandato, non solo al prim'atto, ma e al termine del secondo e del terzo. Per verità, l'esecuzione non è delle più finite; e fuor che dal lato della Salvini-Donatelli, la quale rinnova ogni sera le stesse meraviglie con la sua portentosa agilità e sicurezza, ella, l'esecuzione, molto lascia desiderare. E tuttavia l'opera non pure resiste, ma monta (...)

[* Whatever the audience may have thought of Fanny Salvini-Donatelli's physical appearance, they were appreciative of her singing. The critic in "La Gazzetta di Venezia" wrote the following day: "Salvini-Donatelli sang those coloratura passages, of which the maestro wrote so many, with an indescribable skill and perfection. She captivated the theatre." - N.B. : Salvini-Donatelli made her operatic debut in 1839 at the Teatro Apollo in Venice as Rosina in Rossini's "Il barbiere di Siviglia".
She went on to a major career in Italy singing primarily at La Fenice and the Teatro Regio di Parma, where in 1850 a sonnet in her honour, written by the city's epigramist, Artaserse Folli, was distributed to the audience. She also performed at La Scala, the Teatro Regio di Torino, the Teatro Comunale di Bologna, the Teatro Grande di Trieste and several other Italian theatres.
Outside Italy, she sang in Paris, Barcelona, Vienna (where she made her debut in 1843 as Abigaille in "Nabucco" conducted by Verdi himself), and London (where she made her debut in 1858 at the Theatre Royal, Drury Lane as Leonora in "Il trovatore").] 



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- Sulla voce e l'arte della prima interprete di Violetta -

Ha detto di lei lo scrittore italiano Francesco Regli (1802 – 1866):
"La bella sua voce robusta e pieghevole penetra nell'anima, l'accento del suo canto strappa sempre un applauso d'entusiasmo, e fa tessere la più belle corone che tante volte raccolse; corone che non perdono mai la loro fragranza, e sono il più bell'ornamento ed il più caro della vita dell'artista."
E ancora:
"La signora Salvini-Donatelli, oltre essere intelligente ed appassionata cantante, è vera attrice, e diffonde nel cuore di chi l'ascolta la consolazione, la disperazione, la tristezza, l'amore, il riso, le passioni tutte infine e gli affetti del personaggio che rappresenta, del quale si identifica sempre in modo ammirabile."

[Francesco Regli - "Morti e vivi. Biografie artistiche pel nuovo anno 1850" - Tip. Fory e Dalmazzo, Torino, 1850 (a pagina 116)]



WAGNER WROTE 'BEL CANTO' - A.Materna, 1896

Amalie Materna nel ruolo di Isolde nel 1885 (a sinistra) - Incipit della morte di Isolde 'Mild un leise', parte conclusiva del 'Tristan und Isolde' wagneriano (a destra)

WAGNER WROTE 'BEL CANTO'


«When Tristan lies dead and Isolde sings her dying lament over him till her voice grows fainter and dies away, who can say that swan song is not bel canto?» - AMALIE MATERNA, Austrian operatic dramatic soprano, first perfomer of Brünnhilde ("Der Ring des Nibelungen") in 1876 and of Kundry (Parsifal) in 1882 at Bayreuth Festspielhaus!

--> http://belcantoitaliano.blogspot.com/2017/07/del-belcanto-wagneriano.html
http://belcantoitaliano.blogspot.com/2021/01/wagner-e-larte-del-bel-canto-italiano.html

(...) "You ask," 'Does singing Wagner music wear out the voice?' I must answer 'no.' Twenty-five years ago, when I began to sing the master's music, all the people said to me, 'Oh! my dear Materna, in five years you will have no voice; you will have screamed it all away.' Well, that is twenty-five years ago, and my voice is as strong as ever and the high tones are clearer. I was a mezzo-soprano when Wagner first began to teach me his roles. His music wants very high and very low notes. At first I would say, 'Oh, no, not so high as that,' but he would say, 'That must be sung, try,' and always I found he knew best.
There is one mistake that many people who try to sing Wagner's music make. They think it is loud and strong, and that so they must always practice at full voice. That wears out their voices. I have always practiced MEZZA VOCE, for, if you can sing a thing with the half voice, to yourself, you can always sing it with the full voice when you are before the public.
Much depends unpon the conductor. A man who knows and understands Wagner subdues the orchestra so that the sound does not overwhelm the singer. How great poor Hermann Levy was for that. It was a joy to sing 'Parsifal' to his conducting. (...)
But anyway, a singer who produces her voice properly can never force her tones," continued Materna thoughtfully. "If she produces it so," and the disciple of Wagner gave a deep guttural roar, "her voice must wear out very soon, for she is straining the muscles of her throat: but if the sound reverberates so," and this time Materna emitted a tone that rang forward on her palate, after which she added complacently, "that sort of production does not wear out the voice. (...)
But I will tell you what is the first real essential for Wagner singing, and that is to have the BEL CANTO before you begin to study the music dramas. All the time I see poor girls going on the stage with only three or four tones in their voices and they sing Elsa and Eva and Senta. Poor little things; they are almost children and they have not studied half enough. In two years their voices are gone, but it is not singing Wagner that ruined them: oh, no it is because they began to strain their voices in difficult parts before they had acquired enough school to know how to use them. It is terrible nowadays how many unprepared young ladies go on the stage."
Frau Materna says that she attributes her own success in the music dramas largely to the fact that she understood bel canto and could sing Mozart's florid arias before she began to study Wagner's music. She scorns the idea that there is no bel canto in Wagner, however. "Elizabeth's role, is that not all singing?" she asked. "And Elsa, and above all Isolde. When Tristan lies dead and Isolde sings her dying lament over him till her voice grows fainter and dies away, who can say that swan song is not bel canto?" (...)

(from: "The San Francisco Call", Friday, March 13, 1896)

 

"Wagner wrote Bel Canto" (The San Francisco Call, 13 March 1896) - 'How Voices are ruined'

 

lunedì 7 aprile 2025

Belcanto Italiano a Genova


Prossimo seminario intensivo sull'universo della voce nel canto lirico, con i fondatori di Belcanto Italiano: dal 24 al 27 aprile 2025 a Genova.
Dalla tecnica degli acuti al respiro profondo, potenziamento del suono e molto altro ancora! Vi aspetto con il M° Mattia Peli che sarà disponibile, assieme a me, a sciogliere ogni dubbio.

Ci vediamo in Liguria... un saluto e a presto da Astrea Amaduzzi!!!

per Info e prenotazioni
(Tel./WhatsApp) 3475853253

IL MAESTRO GIACOMO PUCCINI AL LAVORO

Il Maestro PUCCINI al lavoro

- IL MAESTRO AL LAVORO -

Appena aveva messo la parola «fine» a un’opera, il Maestro si concedeva un periodo di libertà, e col suo florido aspetto giovanile aveva tutta l’aria di uno studente in vacanza.
Aveva finito l’opera, e si divertiva e si riposava. Si riposava alzandosi presto alla mattina, facendo qualche corsa in automobile, portando a borbottare lungo il lago qualcuno dei suoi canotti a motore, perdendosi per delle mezze giornate alla caccia alle folaghe, e tornando a casa stanco morto. Anche il riposo è un’opinione. Il riposo consiste, quasi sempre, nel fare un lavoro al quale nessuno ci obblighi.
E il pensiero per l’esito dell’opera nuova? E l’ansia per la messa in scena? E l’attesa del giudizio del pubblico che dovrà decidere di qualche anno di lavoro appassionato e ardente? Nulla. Quando aveva scritto l’ultima nota dell’ultima scena, egli abbandonava la nuova creatura al suo destino. Quello che aveva da fare, il Maestro l’aveva fatto: adesso toccava a lei. L’aveva amata troppo intensamente nel periodo della gestazione: ora che l’opera era nata, egli sentiva il bisogno di un po’ di libertà. Ma pensava a ricominciare.
«Io non posso stare senza scriver musica» — mi confessava Puccini — «e siccome non sarei capace di mettermi a scrivere della musica sinfonica, cosi mi metto subito alla ricerca di un’altra opera. E' il mio modo di vivere, di appassionarmi, di esaltarmi, di godere. E penso che la Provvidenza mi aiuti col farmi trovare un «soggetto» simpatico, vibrante, pieno di vita, di commozione, di sentimento, e di umanità, sopratutto di umanità. Ma è un tormento la ricerca d’un libretto!»
Eppure non era il numero che gli mancasse. Ogni mattina, quando sedeva per la colazione, Puccini era sicuro di trovare sulla tavola, oltre alla corrispondenza e ai giornali, almeno un libretto d’opera. Questo nei giorni normali, nelle occasioni solenni i libretti erano due o tre. Puccini li guardava tutti: non li leggeva completamente, perché aveva famiglia e conosceva i doveri di un buon padre, che sono quelli di curare la propria salute, ma li scorreva per vedere se qualcuno avesse un lampo di originalità, una cosa nuova e viva. E lo aspettava quasi sempre una malinconica delusione.
Puccini dava giustamente al libretto una importanza grandissima. Il libretto deve essere limpido, chiaro, evidente, vario di vicenda, interessante: un aiuto al musicista, non soltanto un pretesto. E deve essere sopra tutto teatrale. L’opera lirica non è fatta soltanto di musica, è fatta di episodi commentati, interpretati dalla musica. In questo, Puccini aveva un occhio straordinario: il senso del teatro era in lui rapidissimo e preciso. Un accenno gli bastava a rivelargli una scena, a suscitargli una visione completa. Un movimento di personaggi gli dava immediato lo spunto musicale che sarebbe venuto a colorire la situazione. E allora si metteva a tempestare di osservazioni, di note, di richiami i margini delle pagine, e tramutava il libro in una specie di garbuglio geografico in cui egli solo riusciva a capire qualche cosa. E talvolta non capiva piu nulla neanche lui, preso al laccio dei suoi geroglifici.
Ma prima di scegliere un libretto, quante indecisioni, quanti pensieri, quante riserve! E spesso, quando aveva ben bene deciso e fatto cominciare il lavoro di poesia, lo rifiutava. (...)
Ma quando il libretto veniva scelto in modo definitivo, allora il Maestro vi si metteva con ardore, e cominciava subito col volerlo modificare. Era esigente, imperioso: aveva le sue idee e le voleva far trionfare.
L’ultimo atto della "Bohème", come era stato presentato dai due librettisti, non gli piaceva: egli aveva in mente uno sviluppo musicale che non si intonava col genere di morte che i poeti avevano trovato per Mimì, e lo spiegò. Giacosa disse: «Va bene» e rifece l’atto. Ma Puccini non era contento ancora, e arrossendo domandò una nuova modificazione. Giacosa, gentilissimo e instancabile, gli rifece l’atto per la terza volta. Puccini lo prende, va a casa, si mette a musicarlo: no, non gli viene, non è cosi che egli sente lo strazio di quella morte.
La mattina dopo va da Giulio Ricordi, col viso duro, indeciso fra il desiderio di domandare un’altra modificazione, e la intima coscienza di essere un prodigioso rompiscatole. Finalmente si fa coraggio, e quando Giulio Ricordi sorpreso di vederlo a quell’ora gli domanda: «Cosa c’é di nuovo?» Puccini gli spiega furiosamente in qual modo egli senta quel quarto atto, sicurissimo di sollevare le ire dell’editore, ma deciso a insistere.
Invece Giulio Ricordi lo ascoltò con grande attenzione, e quando il Maestro tacque egli esclamò:
— E giusto! Ha ragione!
E Giacosa gli accomodò l’atto per la quarta volta. Quella povera Mimì prima di morire definitivamente aveva provato tutte le morti possibili.


A Torre del Lago, quando stava per comporre un opera, il Maestro lavorava ogni giorno. Ma senza sforzo: se l’inspirazione non veniva, via! La vita a Torre del Lago era di una calma e di una tranquillità da convento. Puccini vi stava con la moglie e il figlio Tonio. Si alzava tardi, possibilmente, perché lo spettacolo dell’aurora lo avrebbe commosso troppo, e quasi ogni mattina portava a borbottare sul lago qualcuno dei suoi tre canotti a motore, o faceva una corsa in automobile in mezzo alla pineta fino alla marina, poi tornava a colazione, leggeva la corrispondenza, sfogliava i giornali, e si preparava dinanzi una sull’altra le lettere alle quali doveva rispondere. Perché Puccini era in questo di una regolarità impressionante: ogni giorno si allineavano sul suo tavolo le lettere per la risposta. Poi magari rimanevano li per mesi, per anni forse, ma questo non aveva importanza: la regolarità c’era.
Nel pomeriggio, se aveva voglia, dopo d’essere stato a caccia si metteva al piano a comporre. Ma il maggior lavoro lo compiva nelle ore tranquille quando gli altri dormivano. Alla sera, dalle dieci all’una o alle due dopo mezzanotte, egli si metteva al piano con dinanzi una immensa provvista di caffé e di sigarette, con una gran matita e dei grandi fogli di carta rigata dinanzi, e tormentava nervosamente la tastiera cavandone trilli di letizia, e larghi sospiri di tristezza, e spasimi d’amore, e vampate di ribellione, e un gocciolar di note stanche che sembravano spremute da occhi di pianto.
A volte il suono non rispondeva all’espressione che il Maestro domandava alla musica. E le mani picchiettavano inquiete, e lo stesso ritmo svariava nervoso sotto al tentativo, in cerca di un accento che non trovava la sua via. Allora, nel silenzio, dalla granda stanza a terreno in riva al lago quella cascata di note si diffondeva per le finestre aperte sulla strada del paesino, si spandeva nella notte, giungeva alle case intorno: e qualche giorno dopo, andando in giro, il Maestro sentiva canticchiare da un monello o da qualche fresca ragazza toscana un accenno, uno spunto dell’opera ancora non nata.
Cosi per le strade di Torre del Lago si cantarellava la musica di Puccini senza che nessuno ne avesse udito le opere a teatro. Il suo primo successo popolare cominciava con questo contrabbando innocente.
Questo in primavera, in estate, in autunno. All’inverno invece, quando non era chiamato in giro per il mondo da qualche sua opera nuova o da qualche ripresa importante, capitava a Milano per andare a teatro, fare i conti con l’editore, passeggiare in Galleria, e prendere qualche raffreddore. E anche per lavorare, ma senza impegno.
Nel suo appartamento al secondo piano di via Giuseppe Verdi, nel vasto salotto da lavoro, sotto il ritratto del bisavolo creatore della dinastia dei Puccini, fra un piano con la coda enorme, un tavolo dolorante sotto al peso della musica, e dei fogli di carta spettacolosi, il maestro attendeva specialmente al lavoro di strumentazione.
Aveva dinanzi a sé, sul leggìo, la prima bozza dello spartito, tempestata di segni, di note schiacciate come mosche sbattute sopra la carta mortifera, di richiami, di pezzetti di carta incollati, di avvertenze. Aveva di fianco il libretto, anch’esso lardellato di appunti, di striscioni, di segni fantastici, spaventosi, intraducibili talvolta anche per il Maestro, il quale di quando in quando vi si fermava, guardava, scrutava, tentava, tormentato:
— O che diavolo ho voluto scrivere, qui?
Poi, di colpo, riprendeva: le mani correvano sulla tastiera che rispondeva alla carezza con dei gridetti, dei suoni, dei trilli. E allora, a poco a poco, o di furia, nervosamente, le immense pagine della partitura si andavan popolando di bollicine nere, d’archi, di punti, di chiavi, d’accidenti. Ma tutto cio senza regola, tra il fumo di una sigaretta, un sorso di te, una giravolta sullo scanno per fermarsi a guardar la luce fuori dalla finestra, un occhiata al giornale, a una rivista di caccia, qualche buffetto al gilé brinato dalla cenere della sigaretta. Poi, musica!
La scrittura musicale di Puccini era atroce. All’annunzio di una sua opera nuova, era in tutti gli appassionati un fervore di lieta attesa. Ma v'erano a Milano alcune famiglie che tremavano: le famiglie dei copisti che dalla partitura del Maestro dovevano rilevare le note.
Per comprendere questo terrore bisogna vedere le pagine che uscivano dalle mani di Puccini. Tremende.

(da: Arnaldo Fraccaroli - LA VITA DI GIACOMO PUCCINI - Milano, Ricordi 1925) 


Il soprano drammatico Eva Sun, allieva al 3° anno dell'Accademia Nazionale di Belcanto Italiano, si prepara al debutto nel ruolo di Turandot

Eva Sun con i Maestri Amaduzzi e Peli al Teatro Filo di Cremona - 19 febbraio 2024

 

Il soprano drammatico Eva Sun di Philadelphia (USA), d'origine cinese e lituana, al terzo ed ultimo anno di corso con l'Accademia Nazionale di Belcanto Italiano, fondata e diretta dal soprano lirico puro Astrea Amaduzzi, ha in preparazione il ruolo di Turandot che interpreterà a settembre di quest'anno 2025 in Italia.

Eva Sun singing the High Cs as Turandot - Live at Belcanto Italiano Vocal Studio, June 2023


"Degna di segnalazione il soprano americano Eva Sun, che si è brillantemente esibita" (Nell'anno di Puccini applausi alle voci del belcanto, 'La Provincia', 29.02.2024

Allieva che possiede incredibili doti vocali e che, con assiduo studio, è giunta ad avere un'ampia estensione di ben 3 ottave, dal mi bemolle grave al mi bemolle sopracuto (potendosi permettere così senza problemi di eseguire sia il Fa# grave, sotto il Do centrale, scritto da Verdi nella cadenza di Elena in "Arrigo! ah! parli a un core", nell'atto IV dei "Vespri siciliani", ed il Sol grave, sotto il Do centrale, scritto da Rossini in "D'amor al dolce impero" nell' "Armida", che allo stesso tempo sopracuti scritti dal Cigno di Busseto come i Re bemolli sopracuti nella Scena di Violetta, o aggiunti di tradizione come il Mi b sopracuto a conclusione della Cabaletta "Sempre libera" nell'atto I di "Traviata"), sta raffinando e sviluppando la propria tecnica vocale ed ampliando il suo repertorio! 

 


Non perdete l'occasione di ascoltare questa giovane artista nelle prossime performance concertistiche e operistiche italiane...!!!


 

REPERTORIO COMPLESSIVO (comprendente anche nuovi brani in fase di studio):

Eva Sun, soprano drammatico / repertorio 2024-2025

Arie d'opera:

* Purcell - "Thy hand, Belinda!...When I am laid in earth" (da "Dido & Æneas")

Mozart - "In quali eccessi...Mi tradì quell'alma ingrata" (da "Don Giovanni")
Mozart - "Temerari...Come scoglio immoto resta" (da "Così fan tutte")

Rossini - "D'Amor al dolce impero" (da "Armida")

Bellini - Scena e Cavatina di Norma "Sediziose voci...Casta Diva...Ah! bello a me ritorna" (da "Norma")

Donizetti - "Tranquillo ei posa...Com'è bello! Quale incanto" (da "Lucrezia Borgia")

Verdi - Scena ed Aria di Violetta "E' strano!...Ah fors'è lui che l'anima...Follie!...Sempre libera" (da "La Traviata")
Verdi - "Teneste la promessa...Addio, del passato" (da "La Traviata")
Verdi - "Tacea la notte placida...Di tale amor, che dirsi" (da "Il Trovatore")
Verdi - "Timor di me?...D'amor sull'ali rosee...Miserere...Tu vedrai che amore in terra" (da "Il Trovatore")
Verdi - "Arrigo! ah, parli a un core" (da "I vespri siciliani")
Verdi - "Morrò, ma prima in grazia" (da "Un ballo in maschera")
Verdi - "Io non amarlo?…Me, pellegrina ed orfana" (da "La forza del destino")
* Verdi - "Son giunta!...Madre, pietosa Vergine" (da "La forza del destino")
Verdi - "Pace, mio Dio" (da "La forza del destino")
Verdi - "Tu che le vanità" (da "Don Carlo")
Verdi - "Ritorna vincitor!...I sacri nomi di padre, d'amante" (da "Aida")
* Verdi - "Ciel! mio padre!...Rivedrai le foreste imbalsamate" (duetto Aida-Amonasro, da "Aida")

Wagner - "Mild und leise" (da "Tristan und Isolde")

* Ponchielli - "Suicidio!" (da "La Gioconda")

* Mascagni - "Voi lo sapete, o mamma" (da "Cavalleria rusticana")

* Catalani - "Ebben? Ne andrò lontana" (da "La Wally")

Cilea - "Io son l'umile ancella" (da "Adriana Lecouvreur")

Puccini - "L'ora, o Tirsi" (da "Manon Lescaut")
Puccini - "In quelle trine morbide" (da "Manon Lescaut")
* Puccini - "Sola, perduta, abbandonata" (da "Manon Lescaut")
Puccini - "Non la sospiri la nostra casetta" (da "Tosca")
* Puccini - "La povera mia cena fu interrotta" (duetto Scarpia-Tosca, da "Tosca")
* Puccini- "Vissi d'arte, vissi d'amore" (da "Tosca")
Puccini - "Un bel dì vedremo" (da "Madama Butterfly")
Puccini - "Con onor muore...Tu? tu? Piccolo Iddio" (da "Madama Butterfly")
Puccini - "Laggiù nel Soledad" (da "La fanciulla del West")
* Puccini - "In questa reggia" (da "Turandot")

Brani sacri:

* Rossini - "Dal tuo stellato soglio" (Mosè in Egitto)
* Rossini - "Inflammatus et accensus" (dallo 'Stabat Mater')

* Mercadante - "Di mille colpe reo" (da 'Le sette ultime parole')

* Verdi - "La vergine degli angeli" (La forza del destino)
Verdi - "Libera me, Domine", per soprano solo e coro (dalla 'Messa di Requiem')

* Mascagni - "Inneggiamo, il Signor non è morto" (Cavalleria rusticana)
* Mascagni - Ave Maria (Cavalleria rusticana)

Eva Sun nel ruolo di Santuzza, in 'Cavalleria rusticana' di Mascagni - Cremona - Teatro Filo, 23 settembre 2024


'Santuzza avrà la voce e il volto della statunitense Eva Sun' - Il cittadino di Monza, 10 ottobre 2024

Ruoli operistici completi:
* - SANTUZZA ("Cavalleria rusticana" di Mascagni)
- TURANDOT ("Turandot" di Puccini)


N.B. - con l'asterisco [*] si indicano i brani/ruoli già interpretati in performance pubbliche
in teatri, sale, basiliche e all'aperto, tra Alessandria, Venezia, Vicenza, Milano, Reggio-Emilia, Cremona e Monza 

 

VIDEO DALLE PERFORMANCE CONCERTISTICHE/OPERISTICHE DI EVA SUN

Opera:

Purcell - "When I am laid in earth" (Dido & Aeneas)



Ponchielli - "Suicidio!" (La Gioconda)



Mascagni - "Voi lo sapete, o mamma" (Cavalleria rusticana)



Mascagni - "Tu qui, Santuzza?" (Cavalleria rusticana - con S.Rossi nel ruolo di Turiddu, e K.Yamada nei panni di Lola)



Catalani - "Ebben? Ne andrò lontana" (La Wally)

Puccini - "Sola, perduta, abbandonata" (Manon Lescaut)

Puccini - "Vissi d'arte, vissi d'amore" (Tosca)



Puccini - "In questa reggia" (Turandot)




Repertorio sacro:

Rossini - Inflammatus et accensus (Stabat Mater)



 Rossini - Dal tuo stellato soglio (Mosè in Egitto)

Mercadante - Di mille colpe reo (Le sette ultime parole)



Verdi - La vergine degli angeli (La forza del destino)



 Mascagni - Ave Maria (sul tema dell'intermezzo di Cavalleria rusticana)

Mascagni - Inneggiamo, il Signor non è morto (Cavalleria rusticana)


 

3 ottave d'estensione(Mi b grave-Mi b sopracuto)-soprano Eva Sun, allieva dell'Acc.Belcanto Italiano


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18 agosto 2023, Eva Sun riceve in Piemonte il certificato di compimento del primo anno di corso con l'Accademia Nazionale di Belcanto Italiano

Il soprano Eva Sun riceve l'attestato di 2° anno di corso con l'Acc. Belcanto Italiano, consegnato dal M° Alberto Veronesi al PUCCINI SUMMIT - Ravenna, 27 settembre 2024

 

Studio di uno dei grandi acuti di TURANDOT: il Si naturale "Quel grido e quella morte"

https://www.instagram.com/belcantoitaliano/reel/DFofk1_I4xm/ 

 

La Respirazione per un fantastico DO ACUTO nell'aria di TURANDOT "Gli enigmi sono tre, la morte è una"

https://www.instagram.com/belcantoitaliano/reel/DFjPb8vorBp/


Eva Sun, soprano drammatico - PUCCINI 100 - Teatro Filo di Cremona